L’ambiente al primo posto

ROMA – focus/ aise – Al via le iscrizioni al progetto “Adotta Una Scuola Dall’Antartide” (AUSDA), l’iniziativa dedicata alle scuole di ogni ordine e grado che ENEA con l’Unità Tecnica Antartide coordina nell’ambito del Progetto Nazionale di Ricerche in Antartide. Gli studenti avranno la possibilità di video-collegarsi con la stazione costiera Mario Zucchelli, la base italo-francese Concordia, sul plateau antartico, e la rompighiaccio Laura Bassi, per scoprire direttamente dalle parole del personale in missione come si lavora e si vive in un ambiente estremo e come sia possibile fare scienza solo avvalendosi di un supporto tecnico-logistico altamente specializzato.
“L’iniziativa offre l’opportunità di intraprendere un viaggio virtuale per comprendere quanto un continente così lontano e inospitale sia importante per la scienza e l’equilibrio climatico del pianeta e quanto sia fondamentale il supporto tecnico-logistico per l’attuazione delle campagne di ricerca antartiche”, sottolinea Elena Campana, responsabile dell’Unità Tecnica Antartide (UTA) dell’ENEA.
Quest’anno il progetto AUSDA non solo è entrato a far parte del piano educativo di Roma Capitale “Mappa della città educante”, ma ha anche superato i confini nazionali raggiungendo le scuole italiane all’estero attraverso l’offerta formativa di “Antartide italiana”, l’iniziativa promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) per valorizzare le attività di ricerca svolte dall’Italia in Antartide. Inoltre, è stato presentato come buona pratica formativa in occasione della Prima Conferenza delle scuole italiane all’estero, “Crescere in italiano”, tenutasi lo scorso aprile al museo Maxxi di Roma, ed è stata una delle attività svolte con le scuole durante la conferenza mondiale sul Trattato Antartico (ATCM), ospitata a luglio in Italia.
Inoltre, a partire da questa edizione verrà promosso un concorso rivolto agli studenti degli istituti già aderenti alla rete “scuole AUSDA”. Saranno premiati i migliori elaborati artistici (disegni, fumetti e prodotti multimediali), letterari (articoli, romanzi e poesie) e tecnici (ricerche scientifiche e progetti digitalizzati). A ciascuna scuola vincitrice, una per categoria e livello scolastico, sarà consegnata una targa ricordo e tutti i ragazzi verranno premiati con un gadget “antartico”.
In 25 anni di attività, il progetto AUSDA ha coinvolto oltre 50 mila studenti. “Grazie alle nuove tecnologie di comunicazione, siamo passati dai circa 250 studenti della prima edizione del 1999 agli oltre 4.500 dell’ultima”, commenta Riccardo Scipinotti, responsabile del Servizio Rapporti istituzionali, ambiente, promozione e formazione di ENEA-UTA. “AUSDA rappresenta da sempre un modello formativo sperimentale sia nel metodo di insegnamento che di apprendimento, anche grazie all’impiego di strumenti di comunicazione innovativi. L’obiettivo più ambizioso rimane quello di stimolare nelle nuove generazioni il cambiamento culturale necessario per acquisire uno stile di vita sostenibile e rispettoso dell’ambiente”, conclude Scipinotti.
È pari a 66 (su una scala da 0 a 100) l’indice di mobilità sostenibile degli italiani secondo l’indagine presentata dall’Istituto Piepoli nella prima giornata di ECO Festival della Mobilità Sostenibile e delle Città Intelligenti, in corso fino a domani, 17 settembre, a Roma. L’automobile resta il mezzo più utilizzato dagli italiani per gli spostamenti ma 6 cittadini su 10 pensano che nel proprio territorio esistano valide alternative all’auto, pur con differenze territoriali rilevanti. Barriere di prezzo, criticità delle tecnologie e delle infrastrutture frenano la diffusione dei veicoli elettrici. Gli italiani sono coscienti dell’impatto dei trasporti sui prezzi delle merci e vogliono l’intermodalità con il treno, a livello regionale scelto dal 57% della popolazione. Economia circolare, riciclo e riforestazione urbana sono opportunità da cogliere a tutti i livelli. Diffidenza ma anche curiosità per le tecnologie emergenti e l’intelligenza artificiale nel futuro della mobilità.
Sono questi i temi riscontrati dall'indagine sulla mobilità sostenibile in Italia, realizzata dall’Istituto Piepoli presentata oggi.
L’indagine sonda la percezione degli italiani sul tema della mobilità sostenibile e delle città intelligenti e fornisce dati e trend interessanti sulle abitudini di spostamento, sulla consapevolezza dell’impatto ambientale delle proprie scelte, sulla pluralità tecnologica, sull’economia circolare e sull’impatto dell’IA nel mondo della mobilità e dei trasporti. Per la prima volta viene così definito l’indice di mobilità sostenibile degli italiani, che consentirà di monitorare, grazie a un indicatore sintetico, l’evoluzione dei comportamenti e delle abitudini di mobilità dei cittadini del Belpaese.
L’indicatore quest’anno si è assestato su un valore pari a 66 (su una scala da 0 a 100) ed è stato calcolato mappando le risposte del campione in merito ai comportamenti effettivi e alle abitudini in tema di mobilità. La survey ha registrato anche le opinioni degli italiani su argomenti cruciali per la vita di tutti i giorni e per il futuro della mobilità, nella sua accezione più ampia: sono diverse aree tematiche, i cui risultati sono stati commentati dai partner dell’evento.
L’automobile, come emerge dalla ricerca, è ancora la protagonista degli spostamenti degli italiani: resta il mezzo più utilizzato per quelli frequenti (77%), il 92% degli italiani la utilizza almeno una volta alla settimana e il 65% ritiene che la propria mobilità sia dipendente da questo mezzo di trasporto. Solo il 19% degli italiani usa frequentemente il trasporto pubblico (ogni giorno e da 3 a 5 volte a settimana). 6 cittadini su 10 pensano che nel proprio territorio esistano valide alternative all’auto, ma con differenze territoriali rilevanti: questa percezione è maggiormente diffusa nel Nord e nel Centro del Paese, oltre che nei grandi centri. Infine, solo il 13% della popolazione italiana conosce il concetto di mobility poverty, ovvero la limitata disponibilità di trasporto pubblico e la scarsa accessibilità ai servizi di prossimità, che costringono le persone a rinunciare a opportunità di lavoro, studio, visite mediche e spostamenti per piacere e relazioni.
Se da un lato, la crescita di immatricolazioni di auto elettriche non decolla nel nostro Paese, il 10% degli intervistati dalla ricerca dell'Istituto Piepoli si dice propenso a valutarne l’acquisto nei prossimi 12 mesi. Il 59% si dichiara invece “non interessato” a questo genere di prodotto. Le principali barriere all’acquisto restano il prezzo (indicato dal 55% del campione), la scarsa autonomia (43%), la richiesta di troppa energia (19%) e il pericolo di incidente a causa delle batterie (17%). Persiste nella percezione degli italiani anche la criticità relativa alle infrastrutture: solo il 21% pensa che le colonnine di ricarica siano sufficienti e facilmente accessibili. La scarsità dell’infrastruttura è più sentita al Centro-Sud e nei piccoli comuni.
Enel è il primo operatore di infrastrutture di ricarica pubblica in Italia, con oltre 23.500 punti di ricarica installati su tutto il territorio nazionale e una rete alimentata al 100% da fonti rinnovabili. Grazie al supporto del PNRR e a investimenti strategici, Enel sta accelerando lo sviluppo di stazioni Fast e Ultra Fast in aree urbane e lungo le principali direttrici di traffico con l’obiettivo di essere presente in modo capillare in tutte le Regioni italiane. Con soluzioni integrate e un ecosistema di servizi, Enel accompagna cittadini, imprese e istituzioni nella transizione verso una mobilità sostenibile.
Anche Terravision, attiva dal 2009 nel transfer aeroportuale, scommette sull’elettrico e, in particolare, dal 2021, nella micromobilità elettrica, affermandosi tra i più qualificati player nella produzione, vendita e assistenza di scooter, biciclette e monopattini, con una presenza importante su Milano e Genova, e presto anche su Roma. In questi anni ha maturato una specifica esperienza soprattutto nel ricellaggio delle batterie. L'integrazione tra officina, retail fisico e canali digitali rappresenta oggi uno dei pilastri della strategia aziendale, sempre orientata ad avere un basso impatto ambientale.
La ricerca registra che l’85% degli italiani pensa che il trasporto merci impatti sull’ambiente e l’80% ritiene che incida sul costo finale dei prodotti. Alla domanda su quale sia la modalità di trasporto più sostenibile, 7 italiani su 10 rispondono: il trasporto intermodale ferroviario (trasporto stradale + ferroviario). La transizione verso un trasporto merci più sostenibile (elettrico, intermodale, ecc) è ritenuta importante dall’84% dei cittadini.
Il concetto di economia circolare è oggi collegato da una fetta significativa della popolazione italiana al riciclo dei materiali (42%), al riuso degli oggetti (34%) e alla sostenibilità ambientale (32%). L’80% dei cittadini, spiega la ricerca, ritiene efficace il sistema di raccolta differenziata nel proprio territorio, in particolare al Nord e nei piccoli comuni. Per il 56% del campione la prevenzione dei rifiuti e il riuso sono temi su cui non si fa ancora abbastanza. I principali vantaggi legati alla diffusione dell’economia circolare per i cittadini sono la tutela dell’ambiente (51%) e la riduzione degli sprechi (44%).
Sempre più consapevoli degli effetti del surriscaldamento, in particolare nei centri abitati dove il cemento e gli eventi climatici sempre più compromettono il verde urbano, 9 italiani su 10 ritengono la riforestazione urbana misura efficace e auspicabile per ridurre l’inquinamento, portare maggiore ombra e refrigerio e migliorare il benessere mentale dei cittadini. (focus\aise)