L'eco dell'UE

ROMA – focus/ aise – Iniziato il 1 ottobre il mese europeo della cibersicurezza, una campagna annuale di sensibilizzazione che offre orientamenti pratici ai cittadini dell'UE per rimanere al sicuro online. Quest'anno l'attenzione si concentra sulla lotta al phishing, il metodo più comunemente utilizzato per violare la sicurezza dei dispositivi digitali.
Attualmente il 60% degli attacchi informatici inizia con il phishing, un tentativo di rubare informazioni o accedere ai sistemi attraverso messaggi ingannevoli o siti web fraudolenti. Il phishing assume molte forme, dalle e-mail che inducono gli utenti a fornire dati sensibili, a siti web falsi progettati per acquisire le informazioni di accesso. Questa campagna pone un forte accento sullo sviluppo delle conoscenze dei cittadini al fine di contrastare gli attacchi, in modo da garantire che questi falliscano prima che possano causare danni.
"La cibersicurezza non riguarda solo la tecnologia, ma è una condizione critica per tutti i settori della società e una responsabilità condivisa”, ha sottolineato Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia. “Gli attacchi di phishing e altre minacce informatiche possono avere conseguenze devastanti, perturbando le nostre infrastrutture e attività critiche e minando la fiducia nel mondo digitale. Rimanendo vigili e adottando semplici misure per proteggerci online, possiamo tutti svolgere il nostro ruolo nella lotta contro le minacce informatiche, contribuendo al contempo a costruire un futuro digitale più sicuro per tutti".
Organizzata dalla Commissione europea e dall'Agenzia dell'Unione europea per la cibersicurezza (ENISA), con il sostegno di varie organizzazioni in tutta Europa, l'iniziativa promuove anche le carriere in ambito di cibersicurezza e sostiene la forza lavoro informatica europea, in un momento in cui il divario di competenze dell'UE è più critico che mai.
La Commissione europea e la BEI hanno annunciato il 25 settembre, all'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, la firma di uno strumento di finanziamento di 400 milioni di euro con l'Autorità monetaria palestinese (PMA) per sostenere la ripresa economica e la resilienza del settore privato palestinese.
Un "importante strumento" della BEI, dotato di 400 milioni di euro e garantito dalla Commissione europea, rappresenta "il nostro fermo impegno a favore di un'economia, una società e uno Stato palestinesi resilienti", ha spiegato Dubravka Šuica, Commissaria per il Mediterraneo. "Nell'ambito del nostro programma pluriennale e globale per la ripresa e la resilienza palestinesi, questa iniziativa migliorerà l'accesso a finanziamenti a prezzi accessibili per le imprese locali, contribuendo direttamente alla stabilità economica e alla creazione di posti di lavoro".
L'iniziativa, spiega la Commissione Ue, mira a promuovere la stabilità e la crescita inclusiva fornendo risorse finanziarie a lungo termine e a prezzi accessibili alle imprese che sono state colpite in modo significativo dal conflitto in corso. I finanziamenti della BEI saranno erogati attraverso banche partner locali e istituti di microfinanza, consentendo loro di offrire prestiti a condizioni favorevoli alle imprese ammissibili.
EES, ovvero Entry/Exit System: è il nuovo sistema di ingresso e uscita in 29 Paesi europei, che entrerà in funzione il 12 ottobre e al quel dovranno registrarsi i cittadini extracomunitari che viaggino per un breve soggiorno nell’Ue.
I Paesi europei che utilizzano l’EES - e tra questi l’Italia - introdurranno gradualmente il sistema alle loro frontiere esterne. Ciò significa che la raccolta dei dati sarà introdotta gradualmente ai valichi di frontiera e sarà pienamente operativa entro il 10 aprile 2026.
L’EES sarà un sistema informatico automatizzato per la registrazione dei viaggiatori provenienti da Paesi terzi, sia titolari di visti per soggiorni di breve durata sia viaggiatori esenti da visto, ogni volta che attraversano una frontiera esterna dell’UE. Il sistema registrerà il nome della persona, il tipo di documento di viaggio, i dati biometrici (impronte digitali e immagini facciali acquisite) e la data e il luogo di ingresso e di uscita, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e della protezione dei dati. Registrerà inoltre i rifiuti di ingresso.
L’EES sostituirà l’attuale sistema di timbratura manuale dei passaporti, che richiede molto tempo, non fornisce dati affidabili sui passaggi di frontiera e non consente un rilevamento sistematico dei viaggiatori che hanno superato la durata massima del soggiorno autorizzato.
L’EES contribuirà a prevenire la migrazione irregolare e a proteggere la sicurezza dei cittadini europei. Il nuovo sistema aiuterà inoltre i cittadini di Paesi terzi in regola a viaggiare più facilmente, consentendo al contempo di identificare in modo più efficiente i soggiorni irregolari e i casi di frode documentale e di identità. Inoltre, il sistema consentirà un uso più ampio dei controlli automatizzati alle frontiere e dei sistemi self-service, che sono più rapidi e comodi per i viaggiatori.
Responsabile dello sviluppo e della gestione del sistema è l’Agenzia europea per la gestione operativa dei sistemi informatici su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia (eu-LISA).
Maggiori informazioni sul sistema ESS sono disponibili consultando il sito ufficiale travel-europe.europa.eu. (focus\aise)