Venti d’Europa

ROMA – focus/ aise - Il Parlamento europeo ha condannato gli sforzi deliberati, continui e sistematici del governo ungherese per minare i valori fondanti dell'UE.
In una risoluzione non vincolante adottata il 19 dicembre, con 345 voti a favore, 104 contrari e 29 astensioni, i deputati Ue hanno espresso profonda preoccupazione per l'ulteriore erosione della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali in Ungheria, in particolare attraverso il cosiddetto pacchetto di "protezione della sovranità nazionale" recentemente adottato, che è stato confrontato con la famigerata "legge sugli agenti stranieri" della Russia.
Violazioni dei trattati dell'UE
Deplorando la mancata applicazione da parte del Consiglio UE della procedura dell’articolo 7, paragrafo 1 del Trattato UE (a seguito dell'attivazione del meccanismo sulla protezione dello Stato di diritto da parte del Parlamento nel 2018), l'Europarlamento ha invitato il Consiglio europeo a determinare se l'Ungheria abbia commesso "gravi e persistenti violazioni dei valori dell'UE" nell'ambito della procedura più diretta prevista dal paragrafo 2 dello stesso articolo 7.
I deputati Ue hanno altresì condannato le azioni del primo ministro Viktor Orban, che lo scorso dicembre ha bloccato la decisione essenziale di rivedere il bilancio a lungo termine dell'UE, compreso il pacchetto di aiuti dell'Ucraina, in violazione degli interessi strategici dell'UE e in violazione del principio di leale cooperazione. L'UE "non deve cedere al ricatto", sottolineano i deputati.
Proteggere i fondi dell'UE
Il Parlamento ha anche spiegato di deplorare la decisione della Commissione europea di sbloccare fino a 10,2 miliardi di euro di fondi precedentemente congelati, nonostante l'Ungheria non abbia adottato le riforme richieste sull'indipendenza della magistratura, anche se ha recentemente prolungato l'applicazione delle misure previste dal regolamento sulla condizionalità dello Stato di diritto.
Inoltre, gli eurodeputati hanno condannato anche le pratiche discriminatorie sistemiche segnalate nei confronti del mondo accademico, dei giornalisti, dei partiti politici e della società civile in sede di assegnazione dei fondi. E si rammaricano del ricorso a procedure di appalto pubblico manipolate, delle offerte di acquisto da parte del governo e degli enti con legami con il primo ministro e dell'uso dei fondi dell'UE per arricchire gli alleati politici del governo.
Le misure necessarie per sbloccare i finanziamenti dell'UE bloccati in base a norme diverse devono essere trattate come un unico pacchetto e non dovrebbero essere effettuati pagamenti se persistono carenze in qualsiasi settore. Il Parlamento europeo esaminerà dunque la possibilità di intraprendere un'azione legale per rovesciare la decisione di erogare parzialmente i fondi e sottolinea che può ricorrere a una serie di misure giuridiche e politiche se la Commissione viola i suoi doveri di “custode dei trattati” e per tutelare gli interessi finanziari dell'UE.
La prossima presidenza ungherese del Consiglio
Alla luce di tali questioni, il Parlamento europeo ha chiesto se il governo ungherese sarà in grado di svolgere le sue funzioni di presidenza del Consiglio durante la seconda metà del 2024, avvertendo che, se la posizione del presidente del Consiglio europeo sarà vacante, anche tali funzioni sarebbero espletate dal primo ministro ungherese. Gli eurodeputati hanno dunque chiesto al Consiglio di trovare soluzioni adeguate per attenuare questi rischi, chiedendo riforme del processo decisionale di questa istituzione per porre fine all'abuso del diritto di veto.
I deputati europei chiedono che tutti gli ostaggi siano rilasciati immediatamente e incondizionatamente e che l'organizzazione terroristica Hamas sia smantellata. In una risoluzione non vincolante, adottata il 18 gennaio con 312 voti favorevoli, 131 contrari e 72 astensioni, i deputati esprimono il loro più profondo cordoglio per le vittime innocenti da entrambe le parti del conflitto. Chiedono un cessate il fuoco permanente e di riprendere gli sforzi volti a trovare una soluzione politica, a condizione che tutti gli ostaggi siano rilasciati immediatamente e incondizionatamente e che l'organizzazione terroristica Hamas sia smantellata.
Pur condannando con la massima fermezza lo “spregevole attacco terroristico” commesso da Hamas contro Israele, gli eurodeputati denunciano anche la risposta militare “sproporzionata” israeliana, che ha causato un numero di morti senza precedenti tra i civili.
Israele ha il diritto di difendersi entro i limiti del diritto internazionale, sottolineano i deputati, il che implica che tutte le parti in conflitto devono distinguere, in ogni momento, tra combattenti e civili, che gli attacchi devono essere diretti esclusivamente verso obiettivi militari, e che i civili e le infrastrutture civili non devono essere oggetto di attacchi.
URGENTE NECESSITÀ DI ACCESSO COMPLETO ALLA STRISCIA DI GAZA
Esprimendo profonda preoccupazione per il disastroso e rapido deterioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, gli eurodeputati sottolineano la necessità di un accesso urgente umanitario pieno, rapido, sicuro e senza ostacoli all'intera Striscia di Gaza, e chiedono l'immediato ripristino delle infrastrutture vitali.
RILANCIARE LA SOLUZIONE FONDATA SULLA COESISTENZA DI DUE STATI
Nella risoluzione si chiede un'iniziativa europea per rilanciare la soluzione dei due Stati, e si sottolinea l'assoluta necessità di riavviare immediatamente il processo di pace. Si accoglie con favore l’istituzione Giornata della pace per la pace in Medio Oriente, lanciata, poco prima degli attacchi, dall'Unione europea e dalla Lega araba.
I deputati sostengono pienamente l'Iniziativa di pace araba del 2002, che offre una piena normalizzazione delle relazioni tra lo Stato di Israele e tutti gli Stati arabi, in cambio del completo ritiro di Israele da tutti i territori palestinesi e arabi occupati dal 1967, e sollecita la piena inclusione dell'Autorità palestinese in tale processo.
PORRE FINE ALL'OCCUPAZIONE DEI TERRITORI PALESTINESI
Nella risoluzione, i deputati chiedono anche la fine dell'occupazione dei territori palestinesi e sottolineano che gli insediamenti israeliani in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, sono illegali secondo il diritto internazionale. Condannano fermamente l'aumento della violenza dei coloni estremisti contro i palestinesi, e chiedono l'imposizione di misure restrittive dell'UE nei confronti dei coloni estremisti che violano i diritti umani e il diritto internazionale.
I RESPONSABILI DI ATTI TERRORISTICI E DI VIOLAZIONI DEL DIRITTO INTERNAZIONALE DEVONO ESSERE CHIAMATI A RENDERE CONTO DELLE LORO AZIONI
Nella risoluzione si sottolinea infine il forte sostegno dell'UE al lavoro della Corte penale internazionale e della Corte internazionale di giustizia, e si chiede che i responsabili degli atti terroristici e delle violazioni del diritto internazionale siano chiamati a rendere conto delle loro azioni. La presa di ostaggi e gli attacchi deliberati contro i civili sono gravi violazioni del diritto internazionale, avvertono i deputati. (focus\ aise)