Venti d’Europa

Roma – focus/ aise - L’88% dei cittadini europei ritiene un’Europa sociale importante a livello personale. È quanto emerso da una nuova indagine Eurobarometro i cui risultati non si discostano da quelli di un’analoga consultazione, pubblicata nel 2021, a dimostrazione dell’importanza fondamentale che i cittadini europei attribuiscono al pilastro dei diritti sociali.
Il 60% degli intervistati è inoltre a conoscenza di almeno un’iniziativa chiave recente dell’UE volta a migliorare le condizioni di vita e di lavoro, come la direttiva volta a garantire salari minimi adeguati, quella sull’equilibrio tra vita professionale e vita privata a sostegno di genitori e prestatori di assistenza che lavorano, o il Fondo sociale europeo Plus, che aiuta gli Stati membri a investire sulle persone, ad esempio finanziando programmi di formazione e progetti contro l’esclusione sociale.
A livello nazionale, quasi la metà degli intervistati (48%) ritiene che la lotta contro l’elevato costo della vita dovrebbe essere una priorità nel loro paese, seguita dalla questione dei salari bassi (35%).
Quanto alle priorità sociali più importanti per gli intervistati, a livello europeo gli intervistati ritengono che il tenore di vita (45%), condizioni di lavoro giuste (44%) e l’accesso a un’assistenza sanitaria di qualità (44%) siano elementi chiave per lo sviluppo sociale ed economico dell’Ue.
Alla domanda su quali ambiti l’Unione dovrebbe intervenire con misure concrete per preparare il futuro dell’Europa, gli intervistati si sono espressi a favore di iniziative volte a migliorare l’assistenza sanitaria (38%), i salari (34%) e reddito e pensioni di vecchiaia (30%). Il 74% ritiene inoltre che l’UE dovrebbe promuovere condizioni di lavoro migliori e norme sociali nei paesi terzi con cui ha in atto scambi, anche se ciò comportasse un leggero aumento dei prezzi per i cittadini europei.
La Commissione europea ha proposto al Consiglio di avviare negoziati con il Regno Unito su un accordo che agevoli la mobilità dei giovani. L'accordo permetterebbe ai giovani cittadini dell'UE e del Regno Unito di recarsi con maggiore facilità nell'altra parte per motivi di studio o di lavoro o per scelta di vita.
Il recesso del Regno Unito dall'Ue ha comportato una riduzione della mobilità tra le due parti, limitando in particolare le occasioni per i giovani di fare un'esperienza di vita sull'altra sponda della Manica e di beneficiare di programmi di scambio per la gioventù come pure nel campo della cultura, dell'istruzione, della ricerca e della formazione.
La proposta – evidenziano da Bruxelles – mira a superare in modo innovativo i principali ostacoli alla mobilità cui si scontrano oggi i giovani e a istituire un diritto che consenta loro di spostarsi tra l'Ue e il Regno Unito in modo più semplice e per periodi di tempo più lunghi. Fissa le condizioni (età, durata massima del soggiorno, condizioni di ammissibilità, norme di verifica della conformità) per permettere ai giovani di spostarsi senza uno scopo specifico (ossia per motivi di studio, formazione o lavoro) o in assenza di quote.
Ad esempio, l'accordo previsto permetterebbe sia ai cittadini dell'Ue che a quelli del Regno Unito di età compresa tra i 18 e i 30 anni di soggiornare per un periodo massimo di 4 anni nel paese di destinazione.
PROSSIME TAPPE
La raccomandazione della Commissione sarà ora discussa in sede di Consiglio. In caso di accordo del Consiglio, la Commissione potrà avviare negoziati con il Regno Unito sulla mobilità dei giovani. (focus\ aise)