Minori e social media: età minima a 16 anni anche per il Parlamento europeo

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BRUXELLES\ aise\ - L’Europa come l’Australia. Mentre il governo di Canberra annunciava l’entrata in vigore dal 10 dicembre prossimo del divieto di accesso ai social network per i minori di 16 anni, il Parlamento europeo nella seduta di ieri, mercoledì 26 novembre, approvava una risoluzione in cui si chiedono maggiori tutele per i minori online, tra cui un limite minimo di 16 anni per iscriversi ai social media e l'interdizione delle pratiche più dannose che creano dipendenza.
Nella risoluzione, non vincolante, approvata con 483 voti favorevoli, 92 voti contrari e 86 astensioni, non vincolante, gli eurodeputati esprimono forti preoccupazioni per la salute fisica e mentale dei minori online e chiedono maggiori tutele contro le strategie manipolative che possono accresce la dipendenza e incidere negativamente sulla loro capacità di concentrarsi e interagire in modo sano con i contenuti digitali.
Per aiutare i genitori a gestire la presenza digitale dei loro figli e garantire interazioni online adeguate all'età, il Parlamento propone di fissare a 16 anni il limite minimo di età nell'UE per accedere a social media, piattaforme per la condivisione di video e compagni virtuali basati sull'IA, lasciando aperta la possibilità ai minori tra i 13 e i 16 anni di accedervi su autorizzazione dei genitori.
Accogliendo con favore gli sforzi della Commissione per sviluppare un'app dell'UE per la verifica dell'età e il portafoglio europeo di identità digitale (eID), gli eurodeputati sottolineano però che i sistemi di garanzia dell'età devono essere accurati e rispettare la privacy di ragazzi e ragazze. Questi sistemi, inoltre, non sollevano le piattaforme dalla responsabilità di garantire che i loro prodotti siano sicuri e appropriati per i minori.
Per incentivare una migliore conformità con il regolamento sui servizi digitali e con altre norme in materia, la risoluzione propone di far sì che l'alta dirigenza possa essere chiamata a rispondere personalmente in caso di grave e persistente inosservanza delle disposizioni, soprattutto quelle legate alla protezione dei minori e alla verifica dell'età.
Con la risoluzione di ieri il Parlamento chiede anche di: vietare le pratiche di dipendenza più dannose e disattivare per impostazione predefinita altre caratteristiche che creano dipendenza per i minori, tra cui scorrimento infinito, riproduzione automatica, aggiornamento tramite trascinamento verso il basso, cicli di ricompensa e pratiche dannose di gamification (o ludificazione); vietare i siti web che non rispettano le norme dell'UE; intervenire per contrastare le tecnologie persuasive, come annunci mirati, pubblicità degli influencer, progettazione che crea dipendenza e percorsi oscuri, nell'ambito dell'imminente legge sull'equità digitale; vietare i sistemi di raccomandazione basati sul coinvolgimento per i minori; applicare le norme del regolamento sui servizi digitali alle piattaforme di videogiochi online e vietare scatole premio e altri contenuti randomizzati, come valute interne all'app, ruote della fortuna e meccanismi pay-to-progress (vale a dire quelli che spingono l'utente a spendere denaro per avanzare più rapidamente); tutelare i minori dallo sfruttamento commerciale, anche vietando alle piattaforme di fornire incentivi finanziari per i bambini influencer; affrontare con urgenza le sfide etiche e giuridiche poste dagli strumenti di intelligenza artificiale generativa, come deepfake, chatbot da compagnia, agenti di IA e app per denudare basate sull'IA (che generano immagini manipolate di persone senza il loro consenso).
La relatrice Christel Schaldemose (S&D, Danimarca), intervenendo durante il dibattito in plenaria, si è detta “orgogliosa di questo Parlamento, del fatto che sappiamo unirci per proteggere i minori online. Insieme a un’applicazione rigorosa e coerente del regolamento sui servizi digitali (DSA), queste misure innalzeranno in modo significativo il livello di tutela dei bambini. Stiamo finalmente tracciando un limite. Diciamo chiaramente alle piattaforme: i vostri servizi non sono pensati per i minori. E questo esperimento finisce qui”.
Il 97% dei giovani in Europa usa Internet ogni giorno e il 78% dei minori tra i 13 e i 17 anni controlla i propri dispositivi almeno una volta all'ora. Allo stesso tempo, un minore su quattro ha un uso “problematico” o “disfunzionale” dello smartphone, ossia presenta dinamiche comportamentali affini alla dipendenza.
Secondo l'Eurobarometro 2025, più del 90% degli europei ritiene urgente intervenire per proteggere i minori online, in particolare per quanto riguarda l'impatto negativo dei social media sulla loro salute mentale (93%), il bullismo online (92%) e la necessità di strumenti efficaci per limitare i contenuti inadatti alla loro età (92%).
Gli Stati membri stanno iniziando a intervenire e reagire con misure come limiti di età e sistemi di verifica. (aise)