Rallenta la crescita economica europea: incertezza elevata

BRUXELLES\ aise\ - Dopo la crescita modesta dello scorso anno, l’economia dell’UE ha iniziato il 2024 su una base più debole del previsto. È quanto riferito oggi, 15 febbraio, presentando le Previsioni Economiche d'Inverno che, in sintesi, rivedono al ribasso le stime sulla crescita dell’economia dei paesi europei sia per il 2023 che per il 2024. Ma la crescita, dopo un inizio anno debole, riprenderà slancio nel 2024.
L'anno scorso, invece, la crescita, secondo quanto appresso dalle Previsioni, è stata frenata dall’erosione del potere d’acquisto delle famiglie, dalla forte stretta monetaria, dal ritiro parziale del sostegno fiscale e dal calo della domanda esterna. Dopo aver evitato per un pelo una recessione tecnica nella seconda metà dello scorso anno, le prospettive per l’economia dell’UE nel primo trimestre del 2024 rimangono deboli.
Tuttavia, si prevede che l’attività economica accelererà gradualmente quest’anno. Poiché l’inflazione continua a diminuire, la crescita dei salari reali e la resilienza del mercato del lavoro dovrebbero sostenere una ripresa dei consumi. Nonostante il calo dei margini di profitto, gli investimenti dovrebbero beneficiare di un graduale allentamento delle condizioni creditizie e della continua attuazione del Recovery and Resilience Facility. Inoltre, si prevede che il commercio con i partner esteri si normalizzerà, dopo la debole performance dello scorso anno. Il ritmo di crescita dovrebbe poi stabilizzarsi a partire dalla seconda metà del 2024 fino alla fine del 2025.
Il calo dell’inflazione complessiva nel 2023 è stato più rapido del previsto, in gran parte determinato dal calo dei prezzi dell’energia. Con lo stallo dell’attività, l’attenuazione delle pressioni sui prezzi nella seconda metà dello scorso anno si è estesa ad altri beni e servizi.
Negli ultimi mesi i risultati dell’inflazione inferiori alle attese, i prezzi più bassi delle materie prime energetiche e lo slancio economico più debole hanno portato l’inflazione su un percorso discendente più ripido di quanto previsto nelle previsioni autunnali. Nel breve termine, tuttavia, la scadenza delle misure di sostegno energetico negli Stati membri e l’aumento dei costi di spedizione a seguito delle perturbazioni commerciali nel Mar Rosso sono destinati a esercitare alcune pressioni al rialzo sui prezzi, senza far deragliare il processo di calo dell’inflazione. Entro la fine dell’orizzonte di previsione, si prevede che l’inflazione complessiva dell’area euro si collocherà appena al di sopra del target della BCE, con l’inflazione nell’UE leggermente più alta.
Questa previsione è circondata dall’incertezza a causa delle prolungate tensioni geopolitiche e del rischio di un ulteriore ampliamento del conflitto in Medio Oriente. Si prevede che l’aumento dei costi di spedizione a seguito delle interruzioni del commercio nel Mar Rosso avrà solo un impatto marginale sull’inflazione. Ulteriori interruzioni potrebbero, tuttavia, provocare nuovi colli di bottiglia nell’offerta che potrebbero soffocare la produzione e far salire i prezzi.
A livello nazionale, i rischi per le proiezioni di base per la crescita e l’inflazione sono legati al fatto se i consumi, la crescita dei salari e i margini di profitto sottoperformano o superano le aspettative, e a quanto elevati rimangono i tassi di interesse e per quanto tempo. Anche i rischi climatici e la crescente frequenza di eventi meteorologici estremi continuano a rappresentare una minaccia.
"Dopo un 2023 difficile, l’economia europea è emersa un po’ più debole del previsto, anche se la ripresa dovrebbe accelerare gradualmente quest’anno e nel 2025 - ha spiegato Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo per Un'economia al servizio delle persone -. L’inflazione continua il suo declino generalizzato. La crescita dei salari reali unita ad un mercato del lavoro resiliente dovrebbe sostenere la domanda dei consumatori. I fondi dell’UE, compreso il RRF, continueranno a svolgere un ruolo fondamentale in termini di investimenti. Tuttavia, il panorama globale rimane altamente incerto. Seguiamo da vicino le tensioni geopolitiche, che potrebbero avere un impatto negativo sulla crescita e sull’inflazione".
Anche secondo Paolo Gentiloni, Commissione Ue all'Economia, "l’economia europea si è lasciata alle spalle un anno estremamente impegnativo, in cui una confluenza di fattori ha messo a dura prova la nostra resilienza. La ripresa prevista nel 2024 dovrebbe essere più modesta di quanto previsto tre mesi fa, ma dovrebbe gradualmente accelerare sulla scia di un aumento dei prezzi più lento, di un aumento dei salari reali e di un mercato del lavoro straordinariamente forte. Si prevede che gli investimenti reggeranno, sostenuti dall’allentamento delle condizioni di credito e dal flusso di finanziamenti RRF. Nel 2025, la crescita è destinata a stabilizzarsi e l’inflazione a scendere fino a sfiorare l’obiettivo del 2% della BCE. Le tensioni geopolitiche, un clima sempre più instabile e una serie di elezioni cruciali in tutto il mondo quest’anno sono tutti fattori che aumentano l’incertezza su queste prospettive". (aise)