Papa Francesco apre la Porta Santa a Rebibbia: non perdete la speranza!
foto Vatican Media
ROMA\ aise\ - “Care sorelle e cari fratelli, buongiorno e buon Natale! Ho voluto spalancare la Porta, oggi, qui. La prima l’ho aperta a San Pietro, la seconda è vostra. È un bel gesto quello di spalancare, aprire: aprire le porte. Ma più importante è quello che significa: è aprire il cuore. Cuori aperti. E questo fa la fratellanza. I cuori chiusi, quelli duri, non aiutano a vivere. Per questo, la grazia di un Giubileo è spalancare, aprire e, soprattutto, aprire i cuori alla speranza. La speranza non delude, mai! Pensate bene a questo. Anche io lo penso, perché nei momenti brutti uno pensa che tutto è finito, che non si risolve niente. Ma la speranza non delude mai”. Così Papa Francesco che ieri, 26 dicembre, ha proseguito le celebrazioni ufficiali del Giubileo 2025 aprendo la Porta Santa nella Casa Circondariale di Rebibbia a Roma. Nel giorno in cui la Chiesa ricorda e celebra il primo martire, Santo Stefano, il Papa ha celebrato Messa nel carcere romano dove, prima volta nella storia, ha aperto la Porta Santa. Tra i presenti anche il Ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri.
Richiamando il motto che accompagnerà l’Anno Santo – Pellegrini di speranza – il Santo Padre ha osservato: “a me piace pensare alla speranza come all’àncora che è sulla riva e noi con la corda stiamo lì, sicuri, perché la nostra speranza è come l’àncora sulla terraferma. Non perdere la speranza. È questo – ha sottolineato Bergoglio – il messaggio che voglio darvi; a tutti, a tutti noi. Io il primo. Tutti. Non perdere la speranza. La speranza mai delude. Mai. Delle volte la corda è dura e ci fa male alle mani … ma con la corda, sempre con la corda in mano, guardando la riva, l’àncora ci porta avanti. Sempre c’è qualcosa di buono, sempre c’è qualcosa che ci fa andare avanti”.
“La corda in mano e, secondo, le finestre spalancate, le porte spalancate. Soprattutto la porta del cuore”, ha ribadito, perché “quando il cuore è chiuso diventa duro come una pietra; si dimentica della tenerezza. Anche nelle situazioni più difficili – ognuno di noi ha la propria, più facile, più difficile, penso a voi – sempre il cuore aperto; il cuore, che è proprio quello che ci fa fratelli. Spalancate le porte del cuore. Ognuno sa come farlo. Ognuno sa dove la porta è chiusa o semichiusa. Ognuno sa”.
“Due cose vi dico. Primo: la corda in mano, con l’àncora della speranza. Secondo: spalancate le porte del cuore. Abbiamo spalancato questa, ma questo è un simbolo della porta del nostro cuore”, ha detto ancora Francesco, che ha augurato ai carcerati “un grande Giubileo. Vi auguro molta pace, molta pace. E tutti i giorni prego per voi. Davvero. Non è un modo di dire. Penso a voi e prego per voi. E voi pregate per me”.
Dopo la benedizione finale, il Papa ha di nuovo ribadito il suo invito ad “aggrapparsi alla corda della speranza” e a “spalancare i cuori”.
A margine della celebrazione, il Santo Padre ha rivolto “gli auguri di un buon anno a tutti. Che il prossimo anno sia migliore di questo. Ogni anno deve essere migliore”. (p. di dioniso\aise)