Papa Francesco: ci vuole negoziazione per la pace

ROMA\ aise\ - Continuare a pregare per la pace, specialmente in Ucraina, Palestina, Israele, ma anche in Congo… “Preghiamo per la pace”. L’ennesimo appello di Papa Francesco è giunto ieri dalla finestra del suo studio in piazza San Pietro dove Bergoglio si è affacciato per la recita dell’Angelus domenicale. “Lo Spirito Santo illumini le menti dei governanti, infonda in loro saggezza e senso di responsabilità, per evitare ogni azione o parola che alimenti lo scontro e puntare invece con decisione a una soluzione pacifica dei conflitti. Ci vuole negoziazione”.
Quanto al Vangelo al centro dell’Angelus, ieri ha presentato “Gesù sulla barca con i discepoli, nel lago di Tiberiade. Arriva all’improvviso una forte tempesta e la barca rischia di affondare. Gesù, che stava dormendo, si sveglia, minaccia il vento e tutto ritorna alla calma (cfr Mc 4,35-41). Ma in realtà non si sveglia, lo svegliano! Con tanta paura, sono i discepoli a svegliare Gesù. La sera prima, era stato Gesù stesso a dire ai discepoli di salire in barca e attraversare il lago. Loro erano esperti, erano pescatori e quello era il loro ambiente di vita; ma una tempesta poteva metterli in difficoltà. Sembra che Gesù voglia metterli alla prova. Comunque, non li lascia soli, sta con loro sulla barca, tranquillo, anzi, addirittura dorme. E quando si scatena la bufera, con la sua presenza li rassicura, li incoraggia, li incita ad avere più fede e li accompagna oltre il pericolo”.
“Perché Gesù si comporta così?”. Lo ha spiegato il Santo Padre: “Per rafforzare la fede dei discepoli e per renderli più coraggiosi. Essi infatti, escono da questa esperienza più consapevoli della potenza di Gesù e della sua presenza in mezzo a loro e dunque più forti e più pronti ad affrontare gli ostacoli, le difficoltà, compresa la paura di avventurarsi ad annunciare il Vangelo. Superata con Lui questa prova, sapranno affrontarne tante altre, fino alla croce e al martirio, per portare il Vangelo a tutte le genti”.
“Anche con noi Gesù fa lo stesso”, ha proseguito il Papa, “in particolare nell’Eucaristia: ci riunisce attorno a sé, ci dona la sua parola, ci nutre con il suo corpo e il suo sangue e poi ci invita a prendere il largo, per trasmettere a tutti quello che abbiamo sentito e condividere con tutti quello che abbiamo ricevuto, nella vita di ogni giorno, anche quando è difficile. Gesù non ci risparmia le contrarietà ma, senza mai abbandonarci, ci aiuta ad affrontarle. Ci fa coraggiosi. Così anche noi, superandole con il suo aiuto, impariamo sempre più a stringerci a Lui, a fidarci della sua potenza, che va ben oltre le nostre capacità, a superare le incertezze e le esitazioni, le chiusure e i preconcetti, con coraggio e grandezza di cuore, per dire a tutti che il Regno dei Cieli è presente, è qui e che con Gesù al nostro fianco possiamo farlo crescere insieme al di là di ogni barriera”.
Bergoglio ha dunque invitato i fedeli a chiedersi: “nei momenti di prova, so fare memoria delle volte in cui ho sperimentato, nella mia vita, la presenza e l’aiuto del Signore? Pensiamo: quando arriva qualche tempesta, mi lascio travolgere dall’agitazione oppure mi stringo a Lui - ci sono tante tempeste interiori – per ritrovare calma e pace, nella preghiera, nel silenzio, nell’ascolto della parola, nell’adorazione e nella condivisione fraterna della fede?”. E ha invocato infine la Vergine Maria, “che accolse con umiltà e coraggio la volontà di Dio”, affinché “ci doni, nei momenti difficili, la serenità dell’abbandono in Lui”. (p. di dionisio\aise)