Papa Francesco: niente può impedirci di amare e donare noi stessi

ROMA\ aise\ - “Niente può impedirci di amare, di pregare, di donare noi stessi, di essere l’uno per l’altro, nella fede, segni luminosi di speranza”. Questo il messaggio che Papa Francesco ha inviato ieri, 16 marzo, a fedeli e pellegrini raccolti in piazza San Pietro per la preghiera dell’Angelus nella seconda Domenica di Quaresima.
“Oggi”, ha esordito Bergoglio, “il Vangelo ci parla della Trasfigurazione di Gesù (Lc 9,28-36). Salito in cima a un monte con Pietro, Giacomo e Giovanni, Gesù si immerge nella preghiera e diventa raggiante di luce. Così mostra ai discepoli che cosa si cela dietro i gesti che Egli compie in mezzo a loro: la luce del suo amore infinito”.
Papa Francesco ha condiviso con i fedeli “questi pensieri mentre”, ha detto, “sto affrontando un periodo di prova e mi unisco a tanti fratelli e sorelle malati: fragili, in questo momento, come me. Il nostro fisico è debole ma, anche così, niente può impedirci di amare, di pregare, di donare noi stessi, di essere l’uno per l’altro, nella fede, segni luminosi di speranza”.
“Quanta luce risplende, in questo senso, negli ospedali e nei luoghi di cura!”, ha osservato il Santo Padre. “Quanta attenzione amorevole rischiara le stanze, i corridoi, gli ambulatori, i posti dove si svolgono i servizi più umili”, ha aggiunto, invitando a dare con lui “lode al Signore, che mai ci abbandona e che nei momenti di dolore ci mette accanto persone che riflettono un raggio del suo amore”.
Bergoglio ha ancora una volta ringraziato coloro che lo assistono con “tanta dedizione” e quanti pregano per lui. “So che pregano per me tanti bambini”: alcuni di loro ieri si sono recati al Gemelli “in segno di vicinanza. Grazie, carissimi bambini! Il Papa vi vuole bene e aspetta sempre di incontrarvi”, ha detto Bergoglio.
Infine il consueto invito a “pregare per la pace, specialmente nei Paesi feriti dalla guerra: nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo”. (p. di dionisio\aise)