Il Premio Nobel Engle alla 33ª Convention Mondiale delle CCIE

BRESCIA\ aise\ - Si è conclusa oggi a Brescia la 33ª Convention Mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero che ha riunito le 86 Camere di Commercio presenti in 63 Paesi nel mondo. L’incontro di questa mattina, che ha chiuso 4 giorni di lavori, è stato dedicato al tema della “Sostenibilità e competitività per un nuovo posizionamento delle imprese italiane nel mondo” e ha visto la partecipazione, oltre che degli esponenti del mondo camerale, del Premio Nobel dell’economia Robert Engle.
“Per ridurre i danni attesi dal cambiamento climatico, dobbiamo passare a un’economia a basse emissioni di carbonio”, ha esordito Engle. Una transizione costosa che “dovrà essere finanziata dal capitale privato se risulterà redditizia”. ENGLE ha ricordato come la “transizione ecologica è un rischio per alcune imprese ma un'opportunità per altre”.
Le altre sono quelle che sapranno adattarsi e innovare. Le aziende che investono in tecnologie verdi, energie rinnovabili e pratiche sostenibili non solo contribuiranno a un futuro più sostenibile, ma potranno anche godere di vantaggi competitivi significativi. Queste imprese avranno accesso a nuovi mercati, attireranno capitali da investitori attenti alle tematiche ambientali e beneficeranno di una crescente domanda di prodotti e servizi ecologici. In definitiva, la capacità di adattamento e innovazione determinerà quali aziende prospereranno in un'economia sempre più orientata alla sostenibilità.
Secondo Engle, in conclusione, “la politica, attraverso sussidi, tasse e regolamentazione, può creare le condizioni necessarie. I leader politici devono essere disposti a portare avanti le politiche richieste”. Ma tutto questo, secondo ENGLE, non basta, occorre anche “la speranza che i consumatori, i lavoratori, gli investitori e le aziende adottino volontariamente un comportamento più ecologico”.
Nel suo intervento al dibattito, il Presidente di Assocamerestero, Mario Pozza, ha ricordato che “attraverso varie ricerche condotte qui in Italia, a partire da quelle di Unioncamere, sappiamo che le imprese eco-investitrici sono senza dubbio più dinamiche sui mercati internazionali rispetto a quelle che non investono in green. Ma sapere questo non basta. O, meglio, non basta se non lo si cala nella differente realtà dei paesi di sbocco delle nostre imprese. Per poter tarare meglio le proprie strategie di sviluppo internazionale, le PMI oggi hanno bisogno di essere orientate e supportate con grande attenzione e competenza: paese per paese, mercato per mercato”.
“Ad esempio, - ha aggiunto Pozza – è importante sapere che in Centro e Sud America si stanno facendo passi avanti nel campo della riduzione e del riciclo dei rifiuti: perché questo può essere di interesse per tante nostre imprese produttrici di macchinari per lo smaltimento o di tecnologie nel campo dell’economia circolare. O, ancora, che ad esempio aumenta l’interesse per la sostenibilità sociale in Medio Oriente e Africa. O anche che in Nord America e in Oceania si registra una un’ampia diffusione degli impianti dedicati alle energie rinnovabili”.
“Nel 2023 abbiamo assistito quasi 51mila aziende per fare affari, costruendo partnership stabili con quasi 70mila operatori esteri. E ci conforta sapere che le aziende che si rivolgono alle Camere all’estero, nel 90% dei casi - come dimostra un'indagine di Unioncamere - sono soddisfatte dei nostri servizi”, ha detto ancora il Presidente di Assocamerestero. “Sempre di più possiamo dire che le imprese italiane hanno manifestato, in questi ultimi tre anni, una capacità di ripresa e di reazione veramente notevole, frutto di un profondo processo di riorganizzazione e riqualificazione, in cui l’export gioca un ruolo centrale, così come il brand Italia, che si è maggiormente rafforzato, producendo in tanti casi concreti vantaggi economici. Dei 626 miliardi di euro delle nostre esportazioni nel 2023, quasi 400 miliardi provengono dalle 4A del Made in Italy: Agroalimentare-Abbigliamento-Automotive-Arredamento. Di questi circa 120 miliardi sono stati il frutto della percezione positiva del brand Made in Italy all’estero, come dichiarano le stesse PMI di questi settori che grazie a questo brand hanno avuto molti benefici”.
“Esiste uno strettissimo legame fra i temi della sostenibilità e della digitalizzazione. La crescita della nostra economia, il mondo del lavoro e i comportamenti della società si confrontano in un nuovo modello di “sviluppo sostenibile” che – ha concluso Pozza - anche attraverso la leva del digitale deve essere in grado di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la possibilità alle future generazioni di soddisfare i propri”. (aise)