Associazionismo italiano all’estero: opportunità e criticità – di Alessandro Boccaletti

ROMA\ aise\ - Non c’è dubbio che, come in Italia, è previsto dall’articolo 18 della nostra Costituzione, l’associazionismo all’estero è fondamentale nel mantenere un’identità comune, in genere regionale, tra le nostre comunità presenti all’estero. Dare l’opportunità all’individuo di aggregarsi con i suoi simili rappresenta il fulcro di una democrazia e rinforza il sistema Paese.
L’aggregazione in forme associative riconosciute tra nostri connazionali e italo discendenti all’estero permette di mantenere in essere un sistema identitario che ci distingue e permette l’espressione della nostra lingua italiana e dialettale, come anche il rispetto, l’applicazione e il ricordo delle nostre varie culture regionali, tradizioni e il rivivere la storia del nostro paese. Tutti valori che, rimanendo vivi nelle famiglie e nelle associazioni, poi si possono tramandare alle generazioni successive, per mantenere vivo nello spirito ciò che possiamo definire con la parola “italianità”.
Ma l’associazionismo italiano all’estero deve avere anche funzioni più importanti della sola rappresentatività individuale e verso terzi, e cioè deve essere il ponte strumentale cittadino-istituzioni, in raccordo con il sistema Italia presente all’estero e consistente in rete diplomatica-consolare, Istituti di Cultura, Comitati elettivi italiani all’estero, patronati, Camere di Commercio estere, ICE e altri enti adibiti allo scopo.
Le associazioni nel loro ruolo sociale dovrebbero facilitare e trasmettere quegli elementi essenziali di educazione civica per poi rispettare al meglio i diritti e doveri che si connettono nell’essere cittadini italiani.
Oggi il sistema associativo all’estero si divide su tre livelli.
Il primo si compone delle associazioni che in applicazione delle disposizioni della Circolare MAECI n. 2/2013 include qualcosa come 1.410 associazioni presenti all’estero nei vari albi consolari per poi disporre anche di una valenza giuridica, ma spesso anche politica.
Il secondo si compone di associazioni di nuova costituzione o non aventi i requisiti previsti dalla Circolare ministeriale, ma pur sempre rappresentative di comunità italiane all’estero.
La terza comprende quelle associazioni che operano trasversalmente tra più circoscrizioni consolari o anche paesi diversi, ma che per diversi motivi o per consistenza numerica non optano nel registrarsi presso i vari albi consolari.
Queste associazioni italiane all’estero registrate in stato estero non possono essere considerate alla stessa stregua delle associazioni italiane iscritte in Italia e soggette al codice del Terzo settore, ma teoricamente potrebbero entrare a far parte di un registro o appendice a parte dello stesso RUNTS.
Inoltre, le diversità nei controlli dei bilanci e della base associativa di queste associazioni costituite all’estero, molto labili in termini di compliance, impongono criticità operative e inaccessibilità delle stesse all’accesso a fondi pubblici erogati dal sistema Italia. Cosa diversa sono i COM.IT.ES. che, anche se oggigiorno sono registrati all’estero sotto forma associativa, sono limitati nel numero dei membri, sono elettivi, sono regolati da legge apposita (L.286/2003) e ricadono sotto il controllo operativo e di finanziamento contributivo del Ministero degli Esteri.
Le associazioni italiane all’estero vivono quindi unicamente dei contributi dei propri associati, ma la debolezza finanziaria delle stesse le pone a rischio di essere controllate da pochi e quindi, di fatto, in tale debolezza funzionale vengono poi depauperate del principio base alla loro nascita, e cioè l’attività statutaria non a scopo di lucro di aggregazione e condivisione tra italiani e italo discendenti all’estero. La strumentalizzazione politica di queste associazioni all’estero da parte dei più abbienti indirizza poi spesso l’elezione dei parlamentari all’estero e l’elezione dei componenti dei Comitati Italiani all’Estero.
Per quanto riguarda le associazioni iscritte presso gli albi consolari, l’attuale normativa pone l’onere dei controlli sulla nostra rete consolare, che per limiti nelle risorse di capitale e umane non riesce a provvedere nell’accertarne i requisiti secondo i principi previsti dalla circolare ministeriale.
In Argentina è stato dimostrato che esistono, in detti albi consolari, associazioni senza base associativa certa, addirittura con la presenza negli stessi di associazioni non più registrate presso il tribunale argentino; nella complessità numerica di una frammentazione eccessiva si riscontra un’effettiva criticità nell’operatività delle stesse.
Dove esistono i problemi ci sono sempre anche delle soluzioni.
Una soluzione mirata potrebbe essere l’inclusione di queste associazioni presenti all’estero in un’appendice del RUNTS in Italia e delegare alle regioni, in sussidiarietà, le funzioni di controllo dei requisiti previsti da circolare o ancora meglio da legge istitutiva.
Un insieme di leggi regionali mirate allo scopo e l’istituzione di un Comitato Nazionale dell’Emigrazione inclusivo di rappresentanti delle regioni e in parte di membri di nomina governativa, potrebbe meglio assolvere il delicato compito di promuovere l’associazionismo tra gli italiani all’estero e trasformare qualcosa che oggi funziona con errori con qualcosa più in linea con le volontà dei cittadini e soprattutto essere vero ponte di collegamento tra i cittadini, gli italo discendenti, le istituzioni e le imprese in Italia.
Il ruolo delle Consulte regionali dovrebbe essere espanso con la creazione di un ponte strategico, utile al sistema Italia, che possa collegare le imprese in Italia in necessità d’internazionalizzazione con la nostra ampia presenza di cittadinanza ed italo discendenza all’estero. Il lavoro delle radici oltre i nostri confini nazionali non necessita la cittadinanza per identificarsi di origine italiana, ma una piattaforma digitale di collegamento imprese-regioni-cittadini nel mondo amplierebbe notevolmente la nostra capacità d’internazionalizzazione d’impresa e quindi la commercializzazione del nostro Made in Italy. (alessandro boccaletti*\aise)
* Cgie - Lega