Tornare a casa: Cgie e Commissariato per la ricostruzione insieme per promuovere la flat tax al 7%

ROMA\n aise\ - Una flat tax al 7% per i pensionati residenti all'estero che tornano a vivere nelle zone del centro Italia – Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio – colpite dai terremoti del 2009 e del 2016. La misura è rivolta a chi risiede all'estero da almeno cinque anni (cittadini stranieri o italiani, anche iscritti all’Aire) e percepisce un reddito da pensione da un soggetto estero.
A promuoverla presso le collettività dei connazionali sarà il Consiglio generale degli italiani all’estero che questa mattina, a Palazzo Wedekind, ha firmato un Protocollo di intesa con il Commissario Straordinario per la Ricostruzione del Sisma 2016, Guido Castelli.
A firmare l’intesa è stata la segretaria generale Maria Chiara Prodi, accompagnata da tutto il Comitato di Presidenza – riunito in questi giorni a Roma – alla presenza, tra gli altri, anche del senatore Roberto Menia.
“Occupandomi di ricostruzione, mi sono subito imbattuto nel problema che il vero rischio della ricostruzione è che le case una volta riqualificate rimangano vuote. Il calo, il gelo demografico è stato descritto nella sua consistenza e nella sua gravità proprio ieri dal presidente dell'Istat. Ecco che ho rispolverato dalle pieghe di alcune norme fiscali la possibilità di incentivare il rientro, non con la pretesa di risolvere il problema demografico, ma di alimentare la vitalità, i flussi delle comunità del sisma”, ha spiegato Castelli. La norma che “consente di godere di una flat tax al 7% per tutti i residenti all’estero percettori di pensione straniera che decidono di venire a vivere nei nostri bellissimi borghi” è “una norma utile” che “rivolgiamo soprattutto a chi magari ha il desiderio di tornare a casa: i nostri immigrati, le progenie di tutti coloro che dovettero lasciare la loro casa e che oggi potrebbero tornarvi in una condizione ristabilita, armoniosa e anche utile fiscalmente”.
I territori coinvolti sono quelli dell’Abruzzo, colpito dal sisma nel 2009, e di Lazio, Marche e Umbria, colpite nel 2016 tra 4 terremoti in 5 mesi, un territorio – ha ricordato Castelli – che si estende per 8mila km quadrati.
“Oltre a sistemare le case – ha aggiunto il Commissario straordinario – bisogna pensare alla comunità, alla vitalità di luoghi che anche prima del sisma erano scarsamente popolati”. Da qui la decisione di rilanciare la flat tax che prevede una “fiscalità vantaggiosa per i residenti all’estero che decideranno di tornare”. Una norma rivolta a stranieri e italiani: inevitabile, quindi, pensare ai connazionali all’estero e ai loro discendenti che volessero stabilire o ristabilire un legame con la terra dei loro genitori.
Un protocollo che è nelle corde del Cgie, ha detto Giuseppe Stabile, vicesegretario per l’Europa nel Consiglio generale. Ringraziato Castelli per “la lungimiranza di modello di ricostruzione virtuoso e dinamico dal quale può scaturire effetto moltiplicatore e da cui altre regioni possono trarre spunto”, Stabile ha ricordato che “il numero di espatriati è sempre crescente, con un aumento del 40% in meno di 10 anni”. Promuovere il rientro nei territori del sisma “concilia reciproci interessi: ripopola il territorio, allarga la platea di beneficiari di provvedimenti specifici come la flat tax, favorisce il rientro dei connazionali”.
Un rientro che potrebbe essere facilitato, ha suggerito il vicesegretario, anche da altre misure, come “prevedere una sorta di green card per chi investe nei territori per ottenere la cittadinanza”, o prevedendo disposizioni rivolte ad altre categorie di connazionali, non solo pensionati: “penso ai ricercatori da impiegare nei Laboratori del Gran Sasso, o agli universitari”, ha aggiunto. Quella con il Commissariato è una “collaborazione che può avere frutti straordinari. Il Cgie sensibilizzerà le nostre comunità”.
La firma del protocollo, ha osservato Maria Chiara Prodi, da un anno alla guida del Consiglio generale, “segna un capitolo nuovo per il Cgie”, che per promuoverla può contare su “una realtà di rappresentanza con 2mila volontari” eletti nei Comites, organismi con i quali “negli ultimi mesi abbiamo ricreato un legame strutturato” attraverso diversi incontri online, molti dei quali proprio sugli incentivi al rientro che, ha ricordato Prodi, “è uno dei nostri obiettivi per il primo semestre 2025, insieme alla messa in sicurezza del voto e alla riforma della cittadinanza”.
Il Consiglio generale è determinato ad “allargare le sue altezze”, ha evidenziato la segretaria generale, secondo cui “le relazioni istituzionali vanno diversificate” nel segno della “cooperazione con tutti”. Il Cgie è “punto di sintesi nella rappresentanza degli italiani all’estero e nei rapporti con gli italodiscendenti e con gli stranieri che incontriamo nei nostri territori. Nei Comites ci sono consiglieri cooptati proprio tra gli italodiscendenti, dunque è nel nostro Dna interagire con tutti”.
Anche sul fronte istituzionale: in questi giorni, il Cdp ha discusso di incentivi per il rientro con il Cnel ed è stato contattato dall’Ue per un progetto di comunicazione rivolto alle diaspore dei diversi Paesi.
“Oggi inizia una nuova fase che vogliamo estremamente concreta”, ha ribadito Prodi che ha firmato materialmente il Protocollo con il Commissario Castelli, con il beneplacito del Ministro degli esteri Tajani che, in un messaggio, ha assicurato il supporto della Farnesina per far conoscere una “bella e utile iniziativa”.
COSA PREVEDE LA FLAT TAX AL 7%
La flat tax al 7% riguarda i pensionati residenti all'estero che tornano a vivere nel Centro Italia: questa misura è rivolta a chi risiede all'estero da almeno cinque anni e percepisce un reddito da pensione da un soggetto estero.
Le persone che ricevono una pensione dall'estero e si trasferiscono in Italia in un comune con meno di 20miloa abitanti e situato nelle zone colpite dai terremoti del 2009/2016 possono optare per l’assoggettamento di tutti i redditi con la formula della flat tax.
Questa imposta è calcolata in modo forfettario con un’aliquota del 7% sui redditi esteri per nove anni a partire dal primo anno in cui fanno questa scelta.
Basta la percezione di un qualunque reddito da pensione per poter assoggettare al 7% qualsiasi altro reddito percepito da soggetto estero.
BENEFICI
I pensionati residenti all'estero possono trasferire la residenza fiscale in un comune dell'Appennino centrale e beneficiare dell'imposta sostitutiva al 7% per 10 anni su tutti i redditi prodotti di qualunque categoria anche quelli non da pensione.
REQUISITI
Essere titolare di reddito da pensione erogato da soggetto estero.
Avere residenza all'estero da almeno cinque anni (cittadini stranieri o italiani che risiedono all'estero da almeno cinque anni, anche iscritti all'Aire).
COSA BISOGNA FARE PER USUFRUIRE DELLA FLAT TAX
Individuare un'abitazione (luogo di residenza) in uno dei comuni dell'Appennino centrale con popolazione inferiore a 20.000 abitanti;
richiedere all'Agenzia delle entrate l’attribuzione del codice fiscale;
richiedere l'iscrizione all'anagrafe del comune di residenza scelto.
Dopo almeno sei mesi dall'iscrizione, presentando la dichiarazione dei redditi è possibile scegliere il regime di flat tax al 7%, per tutti i redditi prodotti per l'anno di imposta e i successivi 9 le regioni coinvolte sono Umbria Marche Abruzzo e Lazio
SIMULAZIONI
Secondo una simulazione del Commissario straordinario, un pensionato tedesco con 60mila euro di pensione lorda, con la flat tax al 7% in Italia risparmierebbe mille euro al mese.
GLI ALTRI PAESI
Il Portogallo ha eliminato ogni agevolazione per i pensionati, ma altri Paesi ancora la mantengono. In Slovacchia e Albania non si pagano tasse su pensioni straniere; in Grecia c’è la flat tax al 7% per 10 anni; a Cipro la flat tax è al 5% per le pensioni che superano i 3420 euro. (manuela cipollone\aise)