CNA alla Conferenza Nazionale dell’Export e dell’Internazionalizzazione delle Imprese

MILANO\ aise\ - Nel quadro degli Stati Generali della diplomazia 2024, il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani ha aperto ieri, all’Università Bocconi di Milano, la seconda edizione della Conferenza Nazionale dell’export e dell’internazionalizzazione delle imprese.
Con 1.257 partecipanti registrati e 2.523 richieste di incontri tra Ambasciatori e rappresentanti delle imprese, la Conferenza ha creato le condizioni per stabilire contatti operativi volti a rafforzare il supporto alle imprese italiane che vogliano crescere nel mondo. Nel suo intervento di apertura il Ministro ha ricordato il ruolo dell’Italia e l’alto livello del nostro Paese come manifattura.
“Ma l’Italia, così come l’Europa, ha bisogno di una nuova e forte politica industriale e il Ministero degli Esteri non può non essere protagonista di questa stagione”, ha detto Tajani auspicando la valorizzazione dei prodotti italiani all’estero. Il Ministro ha parlato della necessità di una cooperazione estesa a tutta la rete italiana all’estero, comprendendo anche entità come Ice, Simest e Sace. Il Ministro ha evidenziato come l’export rappresenti un giro d’affari di oltre 600 miliardi. “L’obiettivo è quello dei 700 miliardi entro la fine di questa legislatura”, ha precisato Tajani anticipando l’idea di una riforma della struttura del Ministero degli Esteri orientata a queste finalità. “Non si può fare export se non c’è un forte sistema di banche che accompagni la nostra attività imprenditoriale al di là dei confini” ha aggiunto Tajani preoccupato dal mercato interno europeo per via della situazione che stanno vivendo Francia e Germania.
Per l’anno prossimo, ha confermato, sarà in programma anche una giornata dedicata all’italofonia, per usare la lingua come strumento di maggiori opportunità per l’Italia. A fine gennaio invece sarà firmato un protocollo d’intesa con le associazioni di categoria più rappresentative del settore della moda. “Useremo tutto ciò che è italiano per metterlo a sistema e accompagnare le imprese italiane che vogliono andare nel mondo”, ha spiegato Tajani ricordando l’importanza delle piccole e medie imprese. “Il prodotto italiano è sempre apprezzato”, ha aggiunto il Ministro invitando tutti a valorizzare il marchio italiano anche alla luce dell’avanzata del cosiddetto “italian sounding”.
CNA ha partecipato alla Conferenza rappresentata da Antonio Franceschini, Responsabile Ufficio Promozione e Mercato Internazionale della Confederazione che partecipando alla sessione dal titolo “La voce alle imprese”, in cui i rappresentanti delle associazioni di categoria del mondo produttivo sono intervenuti sulle strategie di internazionalizzazione in esito ai tavoli di consultazione organizzati nelle settimane precedenti dalla Farnesina ha esordito evidenziando “Tante nostre produzioni, eccellenza del Made in Italy, godono del permanere nel nostro Paese di filiere integre di realtà distrettuali che possono essere considerate reti d’impresa ante litteram. Un sistema manifatturiero che dobbiamo preservare con politiche industriali adeguate”, ha detto Franceschini che, nel suo intervento, ha sottolineato come la situazione geopolitica internazionale sia un fattore determinante nella ricerca di “nuovi mercati, nuovi scenari e prospettive, spesso lontani dalle logiche tradizionali di semplice esportazione”. Franceschini ha quindi evidenziato la necessità di abbandonare approcci unidirezionali per adottare modelli di cooperazione win-win “capaci di generare vantaggi reciproci”.
Un punto centrale del suo intervento è stato l’invito a cogliere le opportunità offerte dai Paesi che stanno cercando di diversificare le loro economie e sviluppare sistemi industriali più avanzati, basati su cluster manifatturieri: “in questo contesto, le imprese italiane, comprese le piccole e medie imprese, possono posizionarsi come partner strategici in processi evolutivi locali attraverso progettualità dedicate”. Franceschini ha definito questo approccio come “Made with Italy”: un modello che non implica delocalizzazione, ma trasferimento tecnologico e collaborazione per lo sviluppo di filiere produttive nei Paesi target. Questo tipo di intervento potrebbe aprire nuove opportunità per molti settori del sistema produttivo italiano.
“Per fare questo – ha concluso Franceschini – è necessario sviluppare politiche e azioni a vari livelli. Penso al tema delle politiche commerciali, di competenza Ue, ma che già ci hanno mostrato come diversi accordi commerciali siano stati forieri di crescita delle nostre esportazioni. Penso alla cooperazione che rappresenta un altro possibile volano di crescita non solo per i Paesi soggetti destinatari di interventi ma anche per il nostro. Ovviamente poi dobbiamo sostenere adeguatamente le nostre strutture operative come Sace, Simest, Ice Agenzia verso la quale in particolare devono essere trasferite adeguate risorse per sostenere la promozione e l’internazionalizzazione delle nostre imprese”. (aise)