Wine Vision by Open Balkan: 66 aziende da 13 regioni nell’Area Italia firmata Vinitaly e Ice

foto d'archivio - Vinitaly @ Wine Vision

BELGRADO\ aise\ - Si chiama “Area Italia” la vetrina del vino italiano firmata Vinitaly e Agenzia Ice a Wine Vision by Open Balkan, la manifestazione enologica di riferimento per il Sud-Est Europa, in programma a Belgrado dal 22 al 25 novembre.
La collettiva italiana, per la terza volta protagonista all’evento, schiera 66 aziende in rappresentanza di 13 regioni vitivinicole, confermando la forza e la coesione del sistema del vino made in Italy su un mercato della domanda, quello dei Balcani e dell’Europa centro-orientale, che nell’ultimo quinquennio ha registrato una crescita in controtendenza con il resto del mondo, con importazioni di vino per oltre 660 milioni di euro (+50% nel periodo 2019–2024).
"La nostra presenza a Belgrado rappresenta una continuità naturale nel percorso di apertura e dialogo che Vinitaly porta avanti nel mondo”, ha dichiarato il direttore generale di Veronafiere, Adolfo Rebughini. “Vogliamo essere al fianco dei produttori italiani aiutandoli a incontrare mercati vivaci, curiosi e sempre più ricettivi verso la qualità del vino italiano. L’area balcanica e centro-orientale sta vivendo una fase di grande vitalità: qui cresce l’interesse per la nostra cultura enologica e per la capacità dei nostri territori di raccontare storie uniche attraverso il calice. Per questo abbiamo scelto di presentarci con una rappresentanza ampia e diversificata e con masterclass pensate per trasmettere l’anima e la ricchezza del nostro patrimonio vitivinicolo".
Sono infatti 6 i tasting in calendario, guidati dal presidente della Serbian Sommelier Association (SERSA), Dejan Živkoski.
Si parte in “Area Italia” sabato 22 novembre (ore 13) con un focus sui vini rossi, “bold and powerful”, per passare poi ai bianchi il giorno seguente (23/11, ore 13) con la degustazione “Our heritage indigenous whites”. Si torna poi a parlare di rossi nella giornata di lunedì (24/11, ore 13) con un excursus tra Valpolicella e Puglia, alla ricerca di “The soul of two lands”, che lascerà il posto agli sparkling - “Conquering the world: Italian bubbles” – nell’ultima giornata di manifestazione (25/11, ore 13). Due, infine, gli appuntamenti a cura del Friuli-Venezia Giulia: “A terroir you can taste” (23/11, ore 15) e “A region in motion” (24/11, ore 15). La collettiva vede tra le regioni più rappresentate il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia, seguite da Piemonte e Toscana.
Secondo i dati dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly, l’aggregato geografico dell’Europa centro-orientale e dei Balcani (Austria, Slovacchia, Croazia, Serbia, Bulgaria, Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Ungheria, Albania, Montenegro, Macedonia) rappresenta oggi una delle aree più dinamiche per il vino italiano, cresciuto sopra la media nell’intervallo 2019-2024 (+52%), guadagnando una quota a valore pari a oltre un terzo del mercato. Il nostro Paese è infatti primo nel rank fornitori su sette degli undici Paesi dell’aggregato: Albania (66% di share valore), Austria (44%), Croazia (24%), Montenegro (26%), Slovacchia (27%), Slovenia e Ungheria (29% per entrambi).
Nel primo semestre dell’anno l’Italia ha esportato verso gli undici Paesi dell’aggregato un volume di 44.5 milioni di litri, per un valore di 131 milioni di euro (-2.5%). Positivo il dato dei sei mesi in Bulgaria, Croazia, Ungheria, Montenegro, Slovenia e Bosnia-Erzegovina, mentre si registra una contrazione in Austria, Slovacchia, Albania, Serbia e Macedonia. La categoria di vino più esportata è quella dei vini fermi e frizzanti confezionati (53% di quota), seguita dagli spumanti (37%) e infine dallo sfuso (10%). (aise)