Fili Meridiani a New York: un ponte tra Arbëria e Stati Uniti

NEW YORK\ aise\ - Fili Meridiani, l’associazione calabrese che da anni si dedica alla promozione della cultura e delle tradizioni arbëreshe, ha concluso con successo una missione culturale a New York, ospite dell’Albanian American Educators Association (AAEA). La delegazione, composta da Ettore Bonanno, responsabile delle relazioni internazionali, e dai membri Kerin Fabiano e Alessandro Frontera, ha portato oltreoceano un messaggio di storia, tradizioni e dialogo interculturale.
Fili Meridiani si distingue per la sua dedizione alla valorizzazione e alla salvaguardia del patrimonio culturale arbëresh, operando instancabilmente per creare connessioni tra le comunità in Italia e all’estero. Questo viaggio ha rappresentato un ulteriore passo avanti nell’impegno dell’associazione di far conoscere l’Arbëria a un pubblico più ampio, promuovendo il dialogo interculturale e costruendo ponti che uniscono le generazioni.
Il viaggio, orientato alla condivisione della cultura arbëreshe e alla creazione di nuove collaborazioni internazionali, ha avuto come obiettivo anche la promozione del turismo in incoming verso l’Arbëria. Tra i momenti più significativi, spicca l’incontro con S.E. Blerim Reka, console generale del Kosovo a New York, un colloquio che ha aperto nuove prospettive di dialogo culturale e collaborazioni future.
La delegazione ha inoltre avuto il piacere di incontrare i rappresentanti di Vatra, la storica associazione pan-albanese di New York e la direzione del giornale Djelli con il giornalista Sokol Paja. Vatra è la Federata Pan-Albanese d’America fondata nel 1912 per tutelare i diritti degli albanesi negli USA e promuovere la causa albanese a livello internazionale. Oggi è un punto di riferimento culturale e patriottico per la diaspora albanese a New York.
Altro incontro di spessore quello con Dino Korça dell’Albania Institute presso la Public Library di New York. L’Albanian Institute di New York è un’organizzazione dedicata alla promozione delle arti, della cultura e dell’educazione albanese. Attraverso programmi pubblici, mostre, servizi digitali e conferenze, l’istituto mira a connettere la comunità con la creatività e il sapere. Questi incontri hanno consolidato le basi per futuri progetti congiunti, rafforzando i legami tra le comunità arbëreshe e albanesi su scala globale.
La serata al Westchester College SUNY è stata un vero e proprio tributo alla cultura arbëreshe. Il pubblico ha potuto assistere allo spettacolo ARBERESHE, che ha visto protagonisti Enzo Iovine, vincitore del prestigioso Festival della Canzone Arbëresh di San Demetrio Corone, e Ciccio Mazza, artista a tutto tondo. Lo spettacolo ha incluso canti antichi, grandi classici e la nuova produzione musicale, offrendo un viaggio sonoro che ha emozionato e coinvolto tutti i presenti.
Uno dei momenti più toccanti della serata è stato la proiezione del video di Giuseppina De Paola, l’ultima cantrice arbëresh di Carfizzi, che eseguiva la vagha di Kustantini i voglith (la leggenda di Costantino il giovane). La sua voce, carica di storia e tradizione, ha commosso il pubblico, portando alla luce la ricchezza della tradizione orale arbëreshe e il valore della memoria culturale.
Particolarmente apprezzata è stata la rappresentazione dei balli a serpentina, eseguita da Kerin Fabiano, Alessandro Frontera, Giovanni Frontera, Ettore Bonanno e Sara Bitonti. Durante l’evento, è stato anche proiettato il documentario COHA – Sguardo d’Oriente in Arbëria, premiato all’International Short Film & Documentary Dardan Fest, un’opera che ha saputo emozionare e coinvolgere il pubblico grazie alla sua capacità di raccontare le radici e le tradizioni arbëreshe.
Una serata con i calabro-americani nel Connecticut
Il viaggio ha avuto un ulteriore punto culminante con la serata organizzata nel Connecticut, dove Fili Meridiani è stata ospite dei calabresi d’America dell’Associazione Figli di Rose e di Experience Calabria, guidata da Luciano Siciliano. Tra i momenti più importanti si è distinto l’incontro con Frank Camillo, sindaco di Greenwich, originario di Rose, in provincia di Cosenza. Questo incontro ha rafforzato i legami con la comunità calabrese e sottolineato l’importanza delle radici condivise e della loro valorizzazione oltreoceano. L’evento ha celebrato l’identità calabrese attraverso momenti di condivisione culturale, rafforzando il senso di appartenenza tra le comunità italiane negli Stati Uniti.
Esplorando le meraviglie di New York
Oltre agli impegni istituzionali e culturali, la delegazione di Fili Meridiani ha avuto l’opportunità di visitare le meraviglie di New York, esplorando i suoi luoghi iconici e vivendo l’atmosfera vibrante della città. Questa esperienza ha permesso ai membri della delegazione di arricchire il loro viaggio con momenti di scoperta e riflessione, assaporando il fascino di una delle città più influenti al mondo.
Fili Meridiani ha espresso un sentito ringraziamento a Lucia Martino, presidente dell’Associazione Vorea di Frascineto, per il supporto e il ruolo cruciale avuto nell’organizzazione di questa esperienza. Un ringraziamento speciale va a Lucrezia Lindia, professoressa universitaria e vicepresidente dell’AAEA, senza la quale questo viaggio non sarebbe stato possibile. La sua dedizione e il suo sostegno sono stati fondamentali per rendere realtà questa esperienza di scambio culturale. Grazie a Luciano Siciliano per averci accolto e supportato il tutto il percorso. Un ringraziamento a Lendita HAxhitasim e al prof. Franco Altimari per aver favorito gli incontri a New York.
Alessandro Frontera ha commentato: “La nostra presenza a New York ha dimostrato quanto la cultura arbëreshe abbia la capacità di emozionare e ispirare, non solo chi la conosce già, ma anche chi la scopre per la prima volta. Questo viaggio ha rafforzato il nostro impegno a portare avanti la nostra missione e a costruire ponti che uniscono le comunità in tutto il mondo”. Kerin Fabiano ha aggiunto: “Questi incontri ci hanno fatto sentire parte di una grande famiglia sparsa per il mondo, legata dalle stesse radici e dalla stessa passione per la nostra identità. Portare le nostre tradizioni oltre oceano e ricevere un’accoglienza così calorosa è stata un’esperienza indimenticabile che ci motiva a fare sempre di più per la nostra comunità”. (aise)