Nomadismo digitale tra mobilità, flessibilità e ridefinizione delle identità professionali: presentati gli esiti del progetto a Parma

PARMA\ aise\ - Il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Parma ha presentato nei giorni scorsi gli esiti del progetto di ricerca “Lavoro ed emigrazione senza confini: i nomadi digitali”, realizzato con il contributo della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo nell’ambito del Bando 2023–2024 per progetti di ricerca delle Università dell’Emilia-Romagna.
L’evento si è tenuto presso la Sala Lauree del Dipartimento di Economia e ha visto la partecipazione di Stefano Magagnoli, Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali UNIPR; Nora Sigman, Laboratorio di Storia delle Migrazioni UNIMORE; Simone Baglioni, Docente di Sociologia e Pro Rettore alla Didattica UNIPR; e Chiara Panari, Docente di Psicologia UNIPR, con i contributi di Matteo Daffadà, Presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, e Gianfranco Coda, Coordinatore della Consulta.
La ricerca, classificatasi prima su sette proposte, ha ricevuto un finanziamento di circa 15.500 euro. È stata condotta dal Professor Magagnoli insieme a Nora Sigman, che ha svolto un’importante parte di ricerca sul campo in Argentina, in collaborazione con la FAEER, la Federazione delle Associazioni Emiliano-Romagnole in Argentina.
Il progetto indaga un fenomeno globale in rapida espansione: quello dei nomadi digitali, lavoratori e lavoratrici che grazie al digitale possono svolgere la propria attività da qualsiasi luogo del mondo.
Oggi si stima che tra i 35 e i 40 milioni di persone, soprattutto giovani tra i 20 e i 40 anni, vivano questa nuova forma di mobilità.
Il Covid-19 ha accelerato questa trasformazione, ponendo le basi per un nuovo modo di intendere il lavoro e l’emigrazione: non più legata a un luogo fisico, ma “in movimento”.
Un fenomeno che solleva importanti domande sulle politiche del lavoro, sulla tutela dei diritti e sulla costruzione di nuove identità professionali.
In Europa, Paesi come il Portogallo — e in particolare Lisbona — stanno già investendo per attrarre questi giovani professionisti. Anche in Italia, grazie ai fondi PNRR, diversi borghi e territori stanno creando reti e servizi per ospitare i nuovi lavoratori itineranti.
All’interno del progetto sono stati realizzati podcast con interviste a giovani che vivono esperienze di nomadismo digitale e schede didattiche rivolte agli studenti delle scuole superiori, per stimolare riflessioni sui nuovi scenari del lavoro globale. (aise)