Il Sud che unisce radici, fede e futuro nella riscoperta dei borghi

ROMA\ aise\ - Le radici come motore del ritorno. Il turismo delle radici non è soltanto un fenomeno passeggero, ma una rivoluzione culturale che sta trasformando il Sud Italia nella meta privilegiata di chi desidera riallacciare i legami con la propria storia familiare. Milioni di discendenti di emigrati, sparsi in tutto il mondo, guardano all’Italia non solo come terra da visitare, ma come luogo da riscoprire, riconoscendo nei borghi e nelle tradizioni il cuore della propria identità.
San Rocco, simbolo di devozione e comunità
Un esempio vivido di questo processo è rappresentato dalla Festa di San Rocco di Gioiosa Ionica, che da secoli anima la fine di agosto nel cuore della Calabria. La statua lignea del Santo, approdata sulle coste nel lontano 1749, non è soltanto oggetto di venerazione religiosa essa è memoria viva, ponte tra il passato e il presente, custode delle speranze di intere generazioni.
I borghi come scrigni da valorizzare
Il Sud custodisce migliaia di borghi che, insieme alle feste popolari, costituiscono scrigni di storia, arte e cultura. Gioiosa Ionica, con le sue stradine antiche e il suo centro storico, ne è un esempio lampante non solo scenario suggestivo, ma anche comunità viva, capace di accogliere i discendenti degli emigrati e di offrire loro l’opportunità di ritrovare un legame autentico con la terra degli avi.
Una leva di sviluppo per il futuro
Il turismo delle radici può trasformarsi in una straordinaria occasione di sviluppo economico e sociale. Ogni ritorno genera nuove connessioni: le famiglie che rientrano investono nel territorio, sostengono attività commerciali, riscoprono la cucina tipica e alimentano un circuito virtuoso che rafforza l’economia locale.
La festa di San Rocco anche in diretta mondiale
Quest’anno la devozione e la tradizione potranno superare i confini grazie alla collaborazione con Tele Mia Roccella Ionica, che trasmetterà in diretta la Festa di San Rocco in tutto il mondo. Un’occasione che permette ai discendenti degli emigrati, impossibilitati a rientrare fisicamente, di partecipare comunque al rito collettivo.
Per il turismo delle radici questa innovazione rappresenta un’opportunità preziosa: la diretta non sostituisce il viaggio, ma diventa una finestra che alimenta il desiderio di ritorno, rafforzando i legami identitari e invitando le nuove generazioni a programmare un futuro pellegrinaggio reale.
Il valore di un dialogo intergenerazionale
Partecipare a riti come la Festa di San Rocco significa anche costruire un ponte tra generazioni: gli anziani trasmettono memorie e racconti, i giovani scoprono di appartenere a una storia più grande di loro. Questo dialogo diventa un collante sociale capace di rafforzare l’identità di una comunità, anche a migliaia di chilometri di distanza.
Un Sud che non è solo nostalgia
Il Sud non è soltanto una terra da visitare, ma un’esperienza da vivere. La devozione a San Rocco, le processioni che attraversano le vie del borgo, le musiche popolari che risuonano fino a notte fonda, tutto questo non appartiene al passato, ma al presente di un’Italia che riscopre in sé stessa la forza delle proprie radici.
Trasformare la nostalgia in energia, la memoria in sviluppo, la fede in comunità: ecco il vero significato del turismo delle radici. (luigi demartino*\aise)
* Presidente CIM Calabria e membro del Consiglio Direttivo CIM