La famiglia Cereser da Prata di Pordenone al Brasile: l'Efasce presenta il film "Dove c’è vita c’è speranza"

PORDENONE\ aise\ - Prata di Pordenone, in Friuli Venezia Giulia, e Jundiaí, nello Stato brasiliano di San Paolo, hanno formalizzato nel settembre del 2022 nella sede del Teatro Polytheama della città brasiliana un Patto di amicizia che rappresenta non solo un riconoscimento della memoria storica, ma un impegno per futuri scambi culturali, sociali ed economici. Un legame che affonda le sue radici storiche nei legami migratori della famiglia Cereser, che proprio da Prata a fine Ottocento partì (passando per Noventa di Piave) per cercare - e trovare grazie a impegno e passione nel settore vitivinicolo - fortuna in Sudamerica.
A raccontare questa formidabile storia c'è il film “Onde há vida, há esperança - Dove c’è vita c’è speranza” del regista brasiliano Rodrigo Rodrigues. Un film che verrà presentato in prima italiana assoluta al Teatro Pileo venerdì prossimo, 10 ottobre, alle 20.30, grazie all’Amministrazione Comunale di Prata di Pordenone e di Efasce - Pordenonesi nel Mondo.
“Siamo onorati - ha dichiarato il presidente di Efasce, Angioletto Tubaro - di poter ospitare questa importante iniziativa cinematografica che attraverso la storia della famiglia Cereser racconta idealmente anche quella di migliaia di famiglie di emigranti partite dall’Italia, e dal Friuli Venezia Giulia in particolare, per iniziare una nuova vita senza però dimenticare la propria terra d’origine. Grazie al sindaco di Prata di Pordenone Katia Cescon e alla sua Amministrazione comunale per l’accoglienza e al nostro socio Gianni Cereser che ha curato gli aspetti organizzativi della serata insieme alla nostra Segreteria”.
La figura di Santo Cereser (nato nel 1838) — protagonista del film Onde há vida, há esperança (Dove c’è vita, c’è speranza) — incarna le speranze e le difficoltà che spinsero tanti italiani, nei decenni centrali del XIX secolo, a cercare un futuro oltre oceano. Il racconto della sua partenza da Genova nel luglio 1887, il lungo viaggio e il successivo ricongiungimento con la famiglia in Brasile sono simboli vicini alla storia di molte comunità italo-brasiliane.
Il film assume qui un duplice valore: da un lato, veicolo narrativo per far conoscere una vicenda individuale; dall’altro, strumento di dialogo culturale tra le comunità italiane e brasiliane legate da quella migrazione. Nel contesto del gemellaggio, la proiezione del film, l’organizzazione di dibattiti e il coinvolgimento delle famiglie discendenti potranno contribuire ad alimentare memoria condivisa.
La sceneggiatura, come è stato evidenziato, combina biografia, flashback, simboli e dialoghi sottili, rendendo la vicenda di Santo una metafora collettiva. L’arco narrativo, con il viaggio transoceanico, l’attesa, la speranza e il ricongiungimento, diventa elemento catalizzatore di un’identità italo-brasiliana che trascende generazioni.
“Santo Cereser - racconta il regista Rodrigo Rodrigues – è un simbolo di resilienza e amore incrollabile, il cui viaggio risuona attraverso i secoli come testimonianza della forza dello spirito umano e dell'eterna ricerca di una casa. La sua storia è un'ode alla speranza, al coraggio e alla redenzione, un'eredità che ispira le generazioni future a inseguire i propri sogni, non importa quanto lontani possano sembrare”. (aise)