L’ultimo questore italiano a Fiume: a Udine il convegno di Eraple, ANVGD, Clape e Fiumani nel Mondo

UDINE\ aise\ - Si è tenuto sabato scorso, 23 agosto, presso la sede della Comunità degli italiani di Abbazia, in Croazia, il convegno su “Giovanni Palatucci - ultimo questore italiano a Fiume”.
L’evento è stato promosso dall’Eraple in collaborazione con l’ANVGD di Udine, l’associazione Clape nel Mondo, il Circolo Istria e l’associazione Fiumani nel Mondo, e con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia.
Palatucci, il poliziotto buono che dal 1937 al 1944 fu responsabile all’ufficio stranieri della Questura italiana di Fiume in pieno periodo fascista - costretto a fare i conti con l’impatto delle leggi razziali sulla popolazione ebraica.
La posizione all’ufficio stranieri, apparentemente privilegiata, lo portò invece ad un intimo confronto con l’educazione cristiana ricevuta e professata, patrimonio di famiglia vista anche la presenza di Vescovi ed Arcivescovi tra i vicini parenti e con una coscienza che gli suggeriva percorsi diversi da quelli imposti dai ferrei regolamenti di allora.
Nel silenzio ma con la ferma convinzione di agire sulla Strada del Bene, Palatucci aiutò e salvò oltre 5000 ebrei procurando documenti falsi e agevolando i trasferimenti nei campi profughi campani ove grazie alla collaborazione degli zii porporati riuscì a far mettere in salvo intere famiglie di ebrei e di altre etnie.
Nel 1944 le SS scoprirono l’attività sommersa del Palatucci - lo arrestarono e lo trasferirono a Dachau ove morì alcuni mesi prima della Liberazione.
Come molte volte accade per gli Eroi Silenziosi o i Grandi della Storia, fatti e testimonianze vennero alla luce dopo la sua morte creando non poche difficoltà a chi voleva mettere insieme documenti, testimonianze dirette ed indirette lasciando spazio alla Narrazione non sempre fedele ai reali fatti accaduti.
Anche per Palatucci, a distanza di decenni si sono creati dubbi sulla veridicità dei fatti senza però tenere in considerazione i depistaggi voluti ed il doveroso silenzio voluto per poter portare aiuto incondizionato ai perseguitati di allora.
Anche in questa giornata, nessuno si è sottratto all’analisi dei fatti, rispondendo alle polemiche sollevate da alcuni con determinazione e conoscenza degli atti storici e testimonianze dirette.
Dubbi e polemiche, però, secondo gli organizzatori sono stati “spazzati via da incontrovertibili decisioni prese negli anni”. Israele, infatti, lo ha nominato “Giusto tra i Giusti” e all’inizio del 2000 il Vaticano lo ha dichiarato Servo di Dio dando inizio ad un percorso per la sua Venerazione e futura Beatificazione.
Dopo i saluti di Sonja Kalafatovic, Ezio Giuricin, Bruna Zuccolin e la Presidente dell’Eraple, Elisa Sinosich, la giornata è entrata nel vivo partendo da una attenda e dettagliata riflessione storica del periodo tenuta dal ricercatore Bruno Bonetti, lasciando poi la parola a Rina Brumini, docente e ricercatrice che si è soffermata sugli effetti a Fiume dall’emanazione delle leggi razziali fasciste. Ha preso poi la parola il sociologo Elio Varutti che aveva il compito di presentare la Biografia sofferta di Giovanni Palatucci, che lo ha definito “il Biricchino”, riassumendo in questo modo le varie caratteristiche dello Pseudo-Fascista-Poliziotto-Cristiano e Samaritano.
La giornata è proseguita con l’intervento di Donatella Schurzel, ricercatrice collegata da Roma, con un’attenta analisi sul tema della sua opposizione al Reich da Fiume. È stata la volta poi del già Ambasciatore di Croazia a Roma, Damir Grubisa, che ha accompagnato tutti i partecipanti in una profonda analisi sul dilemma etico che albergava nel Palatucci e nelle sue azioni. Franco Papetti con la sua relazione ha trasportato virtualmente per mano i presenti nei luoghi di Palatucci: Fiume e la sua Campania.
La chiusura della giornata di studio è stata affidata a Franco Fornasaro, profondo conoscitore dell’intrigato mondo religioso di questa Area Adriatico-Balcanica che ha messo in luce il credente Cristiano Palatucci che si è adoperato per salvare migliaia di Ebrei e non solo, mettendo in evidenza come attraverso il suo comportamento disobbediente alle regole ma fedele alla Voce della sua Coscienza ha salvato migliaia di persone pagando personalmente con l’arresto, la deportazione a Dachau e la propria vita ed il silenzio un ingiusto debito con la storia del tempo. (marco macorigh\aise)