COP16: l’Italia sostiene i giovani e il loro manifesto per un futuro sostenibile
CALI\ aise\ - Nell’ambito della COP16, che si è chiusa l’1 novembre a Cali, in Colombia, i giovani delle aree rurali dell’America Latina e Caraibi hanno presentato il Manifesto delle Gioventù Rurali, proponendo una visione per un futuro sostenibile.
All’evento erano presenti la segretaria generale del Ministero degli Affari Esteri della Colombia, Paola Vásquez, il sottosegretario del Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica (MASE) italiano, Claudio Barbaro, gli ambasciatori d’Italia e dell’Unione europea in Colombia, rispettivamente Giancarlo Maria Curcio e Gilles Bertrand, e altri rappresentanti istituzionali di alto livello.
L’iniziativa è stata organizzata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e dal Comitato per l’Occupabilità e l’Imprenditoria Giovanile Rurale (MEEJR nella sua sigla in spagnolo), in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente colombiano, il Governatorato del Chocó e le reti giovanili YPARD e GYBN.
Il Manifesto mira a unificare e rafforzare le voci dei giovani delle aree rurali in un momento critico per il pianeta. Redatto da oltre 170 giovani di America Latina e Caraibi durante il Summit della Gioventù Rurale in Pace con la Natura, tenutosi ad agosto a Nuquí (Chocó/ Colombia), il Manifesto è stato presentato in vari spazi di dialogo tra giovani e autorità, ed è stato firmato dalla presidente della COP16, la ministra Susana Muhamad. La COP16, con il suo focus sulla conservazione delle risorse naturali, si presenta come il contesto ideale per permettere a questi giovani di rivendicare un posto nella definizione delle politiche che influenzeranno il futuro delle loro comunità e dell’intero pianeta.
“Il manifesto che abbiamo costruito a Nuquí sintetizza la necessità di recuperare le forme tradizionali e ancestrali di produzione alimentare, l’agro-ecologia come opzione, la decolonizzazione dell’agricoltura e la lotta per la parità di accesso alla proprietà della terra tra uomini e donne. Il problema non è la mancanza di spazio per produrre, ma la concentrazione della terra nelle mani di pochi, in una struttura patriarcale, neoliberale e fondiaria”, ha commentato Sergio Bustos, leader giovanile e rappresentante del MEEJR.
Tra i punti chiave del Manifesto emergono la necessità di un’azione climatica urgente attraverso politiche agricole sostenibili, il rafforzamento della partecipazione giovanile nella formulazione delle politiche pubbliche, la protezione della biodiversità e la sicurezza alimentare tramite soluzioni che rispettino i limiti degli ecosistemi locali.
Per il sottosegretario Barbaro “questo manifesto rappresenta una voce forte e collettiva per la difesa della biodiversità, della sovranità alimentare e dei diritti umani, ed è perfettamente in linea con i principi della cooperazione italiana in ambito di sviluppo sostenibile. Sostenere questo manifesto non significa solo dare ascolto alle idee, ma anche garantire che le politiche pubbliche si orientino verso un modello di sviluppo che integri davvero le istanze giovanili e locali. Come Italia, abbiamo l’obbligo di non limitarci a promuovere la valorizzazione dei giovani, ma di costruire strutture e processi che garantiscano un coinvolgimento attivo dei giovani nelle decisioni di governance ambientale”.
L’evento è diventato così un invito all’azione rivolto a governi, organizzazioni e cittadini di tutto il mondo, esortandoli a supportare una trasformazione rurale verso un modello più sostenibile.
Mario Beccia, direttore della sede regionale AICS a Bogotá, ha sottolineato che “la partecipazione delle giovani generazioni rurali è fondamentale per assicurare un futuro più giusto ed equo, in cui si ascolti la loro voce e se ne riconosca il potenziale. Per avere un ruolo nel cammino verso un pianeta verde e biodiverso”, ha concluso. (aise)