Una cucina per le antiche popolazioni del Caucaso a Tava Tepe: l’impegno italiano in Azerbaijan

BAKU\ aise\ - Sin dal suo inizio nel 2018, il progetto azerbaijano-italiano GaRKAP (CAMNES Firenze, Università di Catania, Accademia delle Scienze di Baku, Fondazione OELLE), co-finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e co-diretto da Nicola Laneri e Bakhtiyar Jalilov, ha avuto quale obiettivo primario proprio quello di approfondire la conoscenza delle società antiche che si dislocavano nel territorio dell’Azerbaijan occidentale tra il IV e il I millennio a.C.
Dopo aver affrontato l’analisi dei contesti funerari (i.e., i kurgan), a partire dal 2021 la missione archeologica ha concentrato tutti i suoi sforzi nell’investigazione di un insediamento, Tava Tepe, che si trova nella provincia di Ağstafa a pochi chilometri dalla vallata del fiume Kura, occupato dal Bronzo Tardo al Ferro (ca. 1500-730 a.C.).
Durante i primi anni di scavo sono state messe in luce strutture abitative con architettura mista in terra cruda e legname, segnate dalla presenza di elementi decorativi in terracotta posti lungo i prospetti interni, i quali mostravano motivi geometrici, figure umane stilizzate, volute e spirali come pattern decorativi principali, ma, soprattutto, di oggetti in pietra associati alla dimensione agricola.
È stato grazie agli scavi degli ultimi due anni che, lungo uno spuntone sul versante meridionale del sito, è stata messa in luce una straordinaria struttura a pianta circolare con muri concentrici in terra cruda dal diametro di circa 15 metri. La fase più antica è caratterizzata da un complesso edificio in terra cruda a pianta circolare che delimita un pavimento su cui si trovano ancora intatte numerose ciotole e vasi per cucinare, che fanno da cornice ad un forno pseudo-circolare con otto installazioni semi-circolari con tracce di focatura poste su un lato. Sul lato opposto a questi alloggiamenti, è stato rinvenuto uno spesso strato di cenere al cui interno vi erano una decina di gettoni in argilla – alcuni dei quali che ricordano la forma emisferica di pani – e frammenti di ossa di animali. Poco lontano, un forno più piccolo occupava invece la zona sud-est della camera identificata dalla struttura in terra cruda.
Sul pavimento sono riconoscibili anche delle buche di palo che servivano verosimilmente a supportare un sistema di copertura in canne e paglia le cui tracce sono riconoscibili all’esterno, sul pavimento del circolo che circonda l’edificio-cucina, dove è anche visibile un circolo di buche di palo più regolare. Il circolo esterno doveva essere utilizzato per il consumo dei pasti, il macello degli animali o entrambi, dal momento che lo strato di riempimento presenta un’altissima percentuale di resti di ossa di animali, principalmente bovine ed ovine. Di grande impatto doveva essere l’ingresso al circolo posto a oriente, che doveva essere chiaramente visibile dal fiume Kura, composto da pali lignei di più grandi dimensioni posti lungo gli stipiti della porta.
L’edificio scoperto a Tava Tepe sembra essere un luogo di incontro per la condivisione dei pasti tra comunità che, circa 3500 anni fa, transitavano in questa regione e la cui valenza cerimoniale è confermata dalla sua sigillatura al termine d’uso della stessa, e dal deposito di vasellame posto nella fase successiva come frequentazione memoriale del circolo originario. (aise)