Il “tesoro” della Biblioteca centrale giuridica

ROMA\ aise\ - 233 cinquecentine e 3 incunaboli sono la parte più preziosa dei 3.800 volumi del Fondo antico della Biblioteca centrale giuridica del Ministero della Giustizia. Dei volumi del Cinquecento si occupa la bibliotecaria Anna Sanges. Ne è uscito fuori un libro dal titolo “Il Fondo antico della Biblioteca centrale giuridica. Le edizioni del Cinquecento”. Edito da Giappichelli, raccoglie uno studio che va oltre la semplice catalogazione. Vi sono riprodotti i frontespizi delle 233 cinquecentine, ma anche tutti gli elementi che rendono i volumi esemplari unici al mondo: dalle dediche, agli ex libris, ossia le firme dei possessori avvicendatisi nel corso del tempo; alle glosse e annotazioni.
Tra le cinquecentine esposte per la presentazione del volume, le Institutiones, parte del Corpus iuris civilis varato da Giustiniano – un vero e proprio manuale di diritto civile destinato agli studenti – e il Codex Theodosianus; i commentari di giuristi del calibro del perugino Baldo degli Ubaldi e di Bartolo da Sassoferato, opportunamente glossati dai migliori allievi; una copia del “Timeo” di Platone con un ex libris di un medico milanese molto noto nel Cinquecento. E poi, Le “Notti Attiche” del giurista romano Aulo Gellio, libro che riporta la marca tipografica dell’ancora con il delfino: il segno inconfondibile del celebre stampatore veneziano Aldo Manuzio. (aise)