Rutas de esperanza: l’arte contemporanea dominicana per la prima volta in mostra a Roma

Robert Castillo, Su rosa, olio su pannello di legno, cm 39 x 49, 2024 jpg

ROMA\ aise\ - È stata inaugurata ieri, 20 novembre, nella Sala Dalí dell’Instituto Cervantes di Roma la mostra “Rutas de Esperanza. Arte contemporáneo dominicano” che, organizzata dall’Ambasciata della Repubblica Dominicana presso la Santa Sede in collaborazione con l'Instituto Cervantes di Roma, a cura di Julian Kunhardt, rimarrà aperta al pubblico fino al 10 gennaio 2026.
Si tratta della prima mostra collettiva dedicata all’arte contemporanea dominicana nella Capitale: presenti 14 artisti con 35 opere che spaziano dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alle installazioni site specific.
Ciascuno contribuisce con la propria voce unica, esplorando temi centrali come l'identità e la storia del popolo dominicano, come la fusione di culture che caratterizza profondamente l'isola o le riflessioni collettive e personali sulla contemporaneità. Attraverso l'uso audace del colore, l'innovazione formale e la profondità concettuale, queste opere sono uno specchio della dinamicità e della passione che anima l'arte dominicana di oggi.
La mostra, spiega il curatore, “propone una lettura ampliata del concetto di speranza: una promessa di vita, così come una forza generativa, una corrente estetica e vitale che attraversa geografie, corpi, tradizioni e intuizioni. Le opere selezionate, dall'astrazione lirica alla figurazione simbolica, dalla scultura all'installazione, costituiscono una cartografia visiva dove il trascendente scorre, si intuisce, si incarna e si respira”.
LA MOSTRA
L’esposizione è un viaggio tra il concettuale e il sensibile che propone una mappa visiva dell'arte contemporanea dominicana, attraverso una pluralità di voci, linguaggi e sguardi.
I riferimenti al sacro emergono senza stridori, integrati nella materialità dell'arte e nella poetica di ciascun autore. In alcune opere risuona un'iconografia cristiana reinterpretata attraverso linguaggi visivi contemporanei; in altre è l'energia del colore, il gesto contenuto o la dimensione simbolica dell'oggetto a evocare uno stato di contemplazione. Questa coesistenza di registri riflette la complessità di un'identità artistica caraibica.
“Rutas de Esperanza. Arte contemporáneo dominicano” invita a guardare l'arte dominicana come un'espressione in costante movimento, dove passato e presente non sono in contrapposizione, ma dialogano. Una proposta viva, aperta e profondamente radicata nel suo contesto, che offre al panorama globale dell'arte una voce che non teme di essere multipla e, allo stesso tempo, radicalmente contemporanea.
GLI ARTISTI
Con 18 opere di pittura, 4 installazioni, 13 sculture, sono rappresentati in mostra gli Artisti: Soraya Abu Naba’a, Guadalupe Casasnovas, Robert Castillo, Simón de los Santos, Jared Guerra Mirabal, Melanio Guzmán, Lizander Jiménez, Vanessa Languasco Méndez, Priscila López Loyo, Iris Pérez, Yermine Richardson, Victoria Thomen, Ruddy Taveras, Juan Trinidad.
Soraya Abu Naba’a, in quanto artista multidisciplinare, si impegna con una vasta gamma di media, tra cui pittura, disegno, scultura, installazioni tessili e performance, trattando ciascuno come un linguaggio visivo distinto. Questi mezzi servono come contenitori concettuali attraverso i quali esplora temi quali la femminilità, la maternità, l’identità e i loro legami intrinsechi con la natura, la materialità e l’artigianato ancestrale.
Le opere in mostra della poliedrica artista Guadalupe Casasnovas sembrano quasi un viaggio nei suoi ricordi d'infanzia, con oggetti realizzati tramite materiali contemporanei, dove il colore e la forma costringono a tornare ai tempi in cui si giocava, liberamente e spensierati, senza paura o pericolo. Guadalupe assembla i propri dispositivi in legno, che prendono vita attraverso cerniere, diventando strane creature.
Gli olii di Robert Castillo parlano di una raffinata astrazione geometrica collegata al suo essere musicista, compositore, arrangiatore, produttore di musica elettronica, mentre gli acrilici di Simón de los Santos sono una danza di colori azzurrati, vermigli, turchesi.
L’opera di Jared Guerra Mirabal si ispira alle tradizioni precedenti al XIX secolo. Lo spettatore è invitato a scoprire gli strati simbolici, filosofici ed emotivi che sottendono le forme quotidiane. “Attraverso il mio lavoro cerco di dare un significato profondo agli elementi utilizzati nella composizione, basandomi sulla mia esperienza e conoscenza di cosa sia la vita, radicata nell'arte tradizionale ma sempre alla ricerca di nuove forme di espressione”, dice l’artista.
Visionaria e dall’atmosfera rarefatta e magica l’opera esposta di Melanio Guzmán, artista autodidatta che esplora diverse tecniche sviluppate e perfezionate nel tempo.
Lizander Jiménez, attraverso la sua arte, esplora il rapporto tra l'uomo, la natura e lo spirituale, come parte di un tutto. La composizione pittorica in mostra è creata utilizzando le tradizionali tecniche a olio, dando importanza alla purezza del colore.
Vanessa Languasco Méndez si è formata in illustrazione e fotografia pubblicitaria; l’acrilico esposto, con i suoi toni celesti, sembra trasporsi dal figurativo all’universo dell’astrazione.
Le opere di Priscila López Loyo apportano una voce delicata e sincera alla scena artistica caraibica, combinando olio, acrilico, carboncino e acquerello per esplorare la memoria, l'identità, il paesaggio e l'emozione serena.
Con un linguaggio personale che spazia dal disegno, alla pittura, dalla ceramica alla scultura e alla performance, Iris Pérez è considerata una delle più importanti artiste della sua generazione. Attraverso un linguaggio estremamente personale, affronta problematiche che riguardano la società, lottando contro la disuguaglianza sociale, la migrazione, le molestie e il razzismo, l'abuso sui minori, la violenza, il femminicidio, gli stereotipi di genere.
Grazie a un'estetica vibrante e simbolica l’opera di Yermine Richardson celebra la fusione culturale che definisce i Caraibi, dove confluiscono eredità indigene, africane ed europee. Ispirato da questo incontro di mondi, integra elementi di arte, fantascienza e spiritualità per riflettere sull'identità, la memoria e il rapporto tra umanità e natura.
Nei suoi dipinti Ruddy Taveras utilizza un linguaggio pittorico iperrealista e una poetica giocosa, attraverso la quale materializza un universo simbolico in cui la natura, gli spazi artificiali e gli oggetti del mondo reale emergono come rappresentazioni ineffabili e immagini del reale e dell'irreale.
Juan Trinidad non è solo uno scultore; è un alchimista che trasforma la materia in memoria e il tempo in forma. Le sue mani risvegliano in ogni pezzo l'anima addormentata dell'identità dominicana. Nel suo lavoro risuonano gli echi dei Taínos, l'eredità africana, l'impronta spagnola, la forza dei Caraibi. Il legno che sceglie, con la sua durezza ancestrale e il suo profumo di storia, diventa testimone di un dialogo tra passato e presente; le sue sculture non cercano di imitare la realtà: la interpretano, la amplificano, la reinventano con volumi che si innalzano come preghiere e colori che vibrano con l'intensità del sole delle Antille. (aise)