Scoperta storica: un ritrovamento che riscrive il passato della Baronessa di Carini

WASHINGTON\ aise\ - Una scoperta eccezionale potrebbe gettare nuova luce su uno dei misteri più affascinanti della storia siciliana: il caso della Baronessa di Carini.
Il ricercatore Vito Badalamenti ha rinvenuto un carteggio inedito di oltre cento pagine, portando alla luce dettagli finora sconosciuti sull’omicidio di Laura La Grua Lanza e Ludovico Vernagallo. Questo ritrovamento rappresenta un tassello fondamentale nella ricostruzione della vicenda, offrendo nuove prospettive su un mistero che da secoli affascina storici e ricercatori.
La scoperta si inserisce nel solco delle ricerche già condotte da Badalamenti in collaborazione con il ricercatore Aurelio Grasso e la regista e scrittrice Santa Di Natale. Quest’ultima, oltre a contribuire attivamente agli studi, si è distinta nel far conoscere il percorso di ricerca attraverso numerosi articoli e approfondimenti. I tre studiosi hanno già fatto luce su aspetti inediti riguardanti la vera identità delle vittime e le loro sepolture nella chiesa madre dell'epoca.
Il ritrovamento, frutto di anni di studio, è stato possibile grazie al fondamentale supporto dell’Associazione Culturale Nord America Carini IOD, presieduta da Federico Davì.
L’associazione ha reso disponibili risorse e strumenti avanzati, tra cui il georadar, utilizzato per individuare strutture sepolte nella Chiesa Madre di Carini. Tra gli elementi più significativi emersi vi è la possibile esistenza del mausoleo marmoreo realizzato da Antonio Gagini per Pietro La Grua, figlio della Baronessa, che potrebbe trovarsi sotto l’altare maggiore della chiesa.
Queste nuove rivelazioni non solo arricchiscono la conoscenza storica dell'epoca, ma sollevano anche nuove domande sulle vere motivazioni dell'omicidio e sulle possibili implicazioni politiche della punizione inflitta alla famiglia Lanza. Come sottolinea Badalamenti, “resta da chiarire se il sequestro dei beni fosse stata rispettata la misura standard o se fosse un segnale di una volontà politica più ampia di colpire la famiglia Lanza”.
I documenti ricostruiscono con precisione cronologica le conseguenze giudiziarie del duplice delitto, rivelando il sequestro totale dei beni di Cesare Lanza, padre di Laura, da parte della giustizia dell'epoca.
Tra i fascicoli ritrovati, spicca la supplica della moglie di Cesare Lanza, che implorava la restituzione dei beni confiscati, un dettaglio che aggiunge una nuova prospettiva sulla drammaticità della vicenda.
Un altro documento di straordinaria importanza è l'atto di nomina di Giovan Guglielmo Bonascontro a Capitano Giustiziere con pieni poteri, incaricato di recarsi a Carini subito dopo il delitto per condurre le indagini.
La scelta di affidare a Bonascontro l'inchiesta non fu casuale: avvocato della Santa Inquisizione e, per un breve periodo, Sindaco di Palermo, egli godeva di grande prestigio e autorevolezza. La sua nomina straordinaria dimostra quanto le autorità dell'epoca considerassero il caso di primaria importanza, lasciando intendere che dietro il tragico omicidio si celassero implicazioni ben più profonde di un semplice delitto d'onore.
La scoperta di Badalamenti rappresenta un tassello fondamentale nella comprensione di un caso che, a distanza di secoli, continua a suscitare interrogativi e dibattiti. (gabriella ferrero\aise)