Trasformazione, turismo e futuro: torna TIPO - Turismo Industriale a Prato

PRATO\ aise\ - Dal Mumat – Museo delle macchine tessili allo storico lavoro dei cenciaioli, dalla filatura della lana fatta manualmente alle più sofisticate tecnologie hi-tech. Da luoghi di rigenerazione industriale e urbana che hanno saputo rinnovare e ricucire la città e i suoi spazi alle architetture del lavoro del grande ingegnere Pierluigi Nervi che a Prato ha potuto sperimentare nuove tecniche costruttive per l’utilizzo del cemento armato per le industrie: tutto questo e molto altro è la stagione 2024-2025 delle visite di TIPO - Turismo Industriale a Prato, che riprenderà il 28 settembre con le visite guidate.
TIPO Il Festival dal 27 al 30 marzo 2025 chiuderà la stagione delle visite. Quattro giorni dove protagonista sarà il turismo industriale con convegni, incontri, visite guidate, laboratori e appuntamenti sul tema e farà di Prato la capitale di questo segmento turistico sempre più apprezzato.
Trasformazione, turismo e futuro. Sono i tre capisaldi di TIPO – Turismo Industriale Prato, il progetto nato per raccontare la città di Prato, partendo dal passato, attraversando le grandi trasformazioni del presente, fino a “toccare” il futuro che si sta formando sotto gli occhi del visitatore alla ricerca di una meta di viaggio originale nella “Toscana che non ti aspetti”, dinamica e contemporanea. TIPO accende i riflettori sul più grande distretto tessile d’Europa, valorizzandone il grande processo di trasformazione urbana, culturale ed economica in grado di tenere insieme tradizione e innovazione. Dal centralismo delle fabbriche e dell’economia improntata su di esse a una città contemporanea sempre più green, con un forte sviluppo del turismo sostenibile ed esperienziale a vocazione europea, in cui Prato e il progetto TIPO si inseriscono perfettamente. TIPO è un’esperienza alla scoperta dei luoghi industriali suggestivi e ricchi di fascino, in cui è presente la mano di grandi architetti e si respirano le storie di coloro che li hanno vissuti. Sono proprio le fabbriche a raccontare la città ed il distretto del Museo del Tessuto, del Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci e del Mumat – Museo delle macchine tessili, come modello di imprenditorialità, cura dell'ambiente e progettazione culturale. Un “dentro e fuori” dalle archeologie industriali agli stabilimenti in attività, per toccare con mano i tessuti e la loro storia. (aise)