Libano: Israele colpisce le postazioni Unifil

ROMA\ aise\ - “La recente escalation lungo la Blue Line sta causando la distruzione diffusa di città e villaggi nel Libano meridionale, mentre continuano a essere lanciati razzi verso Israele, comprese le aree civili. Negli ultimi giorni abbiamo assistito a incursioni da Israele in Libano a Naqoura e in altre aree. I soldati delle Forze di difesa israeliane (IDF) si sono scontrati con elementi di Hezbollah sul terreno in Libano. Il quartier generale UNIFIL di Naqoura e le posizioni vicine sono state ripetutamente colpite”. Così in una nota della Missione Onu in Libano, Unifil, che vede impegnati 1256 militari italiani.
Questa mattina, riporta UNIFIL, “due peacekeeper sono rimasti feriti dopo che un carro armato Merkava delle IDF (Israeli Defence Force) ha sparato contro una torre di osservazione presso il quartier generale UNIFIL di Naqoura, colpendola direttamente e facendoli cadere. Fortunatamente, questa volta, le ferite non sono gravi, ma rimangono in ospedale”.
Le truppe israeliane, prosegue la nota, “hanno anche sparato sulla posizione ONU (UNP) 1-31 a Labbouneh, colpendo l'ingresso del bunker dove si erano rifugiati i peacekeeper e danneggiando veicoli e un sistema di comunicazione. Un drone delle IDF è stato osservato volare all'interno della posizione ONU fino all'ingresso del bunker”.
Ieri, invece, i soldati israeliani “hanno deliberatamente sparato e disattivato le telecamere di monitoraggio perimetrale della posizione. Hanno anche deliberatamente sparato su UNP 1-32A a Ras Naqoura, dove si tenevano regolari riunioni tripartite prima dell'inizio del conflitto, danneggiando l'illuminazione e una stazione di trasmissione”.
“Ricordiamo alle IDF e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza e la protezione del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite e di rispettare l'inviolabilità dei locali delle Nazioni Unite in ogni momento”, conclude la nota di Unifil. “Le forze di peacekeeping dell'UNIFIL sono presenti nel Libano meridionale per supportare un ritorno alla stabilità sotto il mandato del Consiglio di sicurezza. Qualsiasi attacco deliberato alle forze di peacekeeping è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza”.
Il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha convocato l’Ambasciatore israeliano in Italia e parlato stamane con il collega Gallant.
“Già dalle prime ore di questa mattina ho contattato il Ministro della Difesa Israeliano, Yoav Gallant, per protestare con lui e ricordargli in modo fermo che quanto sta avvenendo nei pressi delle basi italiane di Unifil nel Sud del Libano e, in generale, verso il contingente Unifil a partire dagli spari contro il quartier generale di Unifil è, per me e per il governo italiano, inaccettabile”, riporta il Ministro in una nota. “Anche se ho ricevuto garanzie sulla massima attenzione alla sicurezza del personale militare ho ribadito che deve essere scongiurato ogni possibile errore che possa mettere a rischio i soldati, italiani e di Unifil”.
“Nell’ambito delle mie prerogative, - ha aggiunto – oggi pomeriggio ho convocato anche l’ambasciatore di Israele in Italia con cui ho fermamente protestato chiedendogli di rappresentare formalmente al Ministro della Difesa ed al Capo delle Forze Armate Israeliane che quanto sta accadendo nel Sud del Libano, verso il contingente, il quartier generale e, in particolare, verso le basi italiane di UNIFIL non è assolutamente ammissibile, oltre che in netto contrasto al Diritto Internazionale e in aperta violazione della Risoluzione 1701”.
Crosetto ha quindi confermato che “nessun militare italiano è stato coinvolto”.
La situazione “è attualmente sotto controllo, il personale è in sicurezza. Tuttavia, questi incidenti sono intollerabili, devono essere accuratamente e decisamente evitati. Per tali motivi ho protestato con il mio omologo israeliano e con l’ambasciatore di Israele in Italia. Stamane ho trasmesso una comunicazione formale alle Nazioni Unite per ribadire l’inaccettabilità di quanto sta accadendo nel Sud del Libano e per assicurare la piena e costruttiva collaborazione dell'Italia a tutte le iniziative militari volte a favorire una de-escalation della situazione e il ripristino del diritto internazionale. La sicurezza dei militari italiani schierati in Libano rimane una priorità assoluta per me e per tutto il Governo Italiano, affinchè i Peacekeeper italiani continuino la loro opera di mediazione e di sostegno alla Pace e alla stabilità del Libano e dell’intera regione”. (aise)