“Next time in Moscow”: Putin invita Trump, ma sulla guerra in Ucraina ancora nessun passo avanti’ - di Gabriella Ferrero

 Washington DC/Anchorage – Si è concluso senza intese concrete il vertice di quasi tre ore tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin, tenutosi ieri, durante il nostro Ferragosto, presso la Joint Base Elmendorf-Richardson di Anchorage, in Alaska. Al termine dell’incontro, i due leader hanno offerto dichiarazioni vaghe lasciando irrisolto il nodo centrale: la guerra in Ucraina.La riunione formale, durata quasi tre ore, ha superato in lunghezza il celebre vertice di Helsinki del 2018, ma si è interrotta in anticipo rispetto al programma: una seconda sessione allargata non ha avuto luogo.                                                    Trump ha definito i colloqui “produttivi” e “da dieci su dieci”, pur precisando: «Molti punti sono stati concordati, e ne restano solo pochi. Ma non c’è un accordo finché non ci sarà un accordo». Senza entrare nei dettagli, il presidente ha sottolineato di voler “fermare le morti in Ucraina” e ha annunciato che avrebbe poi subito contattato i leader della NATO e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per riferire quanto discusso. Putin, da parte sua, ha ribadito le posizioni di Mosca, parlando di “minacce fondamentali alla nostra sicurezza” e sostenendo che la pace potrà essere duratura solo eliminando “le cause primarie del conflitto”. Una formula che, per Kiev e gran parte dell’Occidente, equivale a richieste considerate inaccettabili: cessione di territori, rinuncia alla NATO, disarmo e cambiamento del governo ucraino.Il leader russo ha però insistito sul carattere “costruttivo” dell’incontro e ha auspicato che «Kiev e le capitali europee percepiscano in modo costruttivo» i progressi in corso, senza “ostacolare gli sforzi di pace”. Putin ha inoltre concesso a Trump un riconoscimento politico, affermando che se Trump fosse stato alla Casa Bianca nel 2022, l’invasione dell’Ucraina non sarebbe mai avvenuta                                                                                                                        Il vertice è iniziato con una scena che ha sorpreso osservatori e media internazionali: appena atterrato, Putin ha accettato l’invito di Trump a condividere la sua limousine blindata, “The Beast”. I due hanno percorso insieme il breve tragitto verso la base militare, senza interpreti o consiglieri, accompagnati solo dagli agenti di sicurezza. Non è stato reso noto cosa abbiano discusso in quei minuti riservati, ma le immagini hanno immortalato un Putin sorridente e rilassato.Trump, in un’intervista rilasciata a Fox News dopo il summit, ha annunciato un futuro incontro trilaterale con Putin e Zelensky, sottolineando che «entrambi vogliono che io partecipi».      Dal lato ucraino, non sono mancate critiche. Oleksandr Merezhko, presidente della commissione Esteri del Parlamento di Kiev, ha definito l’incontro «una vittoria di immagine per Putin», che avrebbe utilizzato Trump «per mostrare di non essere isolato». Zelensky, in un messaggio video diffuso durante i colloqui, ha accusato Mosca di «continuare a uccidere anche nel giorno delle trattative», avvertendo Washington del rischio di farsi ingannare.                                                                                                   Quello di Anchorage è stato il settimo faccia a faccia tra Trump e Putin e il primo del nuovo mandato presidenziale americano. La conferenza stampa si è chiusa con un siparietto significativo: dopo aver ringraziato Putin per il dialogo, Trump ha accennato a un nuovo incontro, ricevendo in inglese da Putin l’invito a vederli «la prossima volta a Mosca». «Interessante – ha replicato Trump sorridendo –. Mi attirerà critiche, ma potrei prenderlo in considerazione».   Nel cuore della notte, Air Force One ha riportato il presidente negli Stati Uniti continentali, atterrando alla base Andrews, mentre Trump continuava a telefonare ai leader NATO e a Zelensky. Un ritorno che lascia più domande che risposte, con una certezza: la guerra in Ucraina resta senza una via d’uscita immediata, e i negoziati tra Washington e Mosca sono ancora lontani dal produrre un accordo concreto. (aise)