Gli italiani nel mondo e il Soft Power da sfruttare: Vignali (DGIT) al Festival della Diplomazia

ROMA\ aise\ - "Gli inglesi hanno l'ex impero, i francesi anche. Gli statunitensi invece hanno Hollywood. E gli italiani? Gli italiani hanno gli italiani nel mondo". Così, il Direttore Generale per gli Italiani all'Estero della Farnesina, Luigi Maria Vignali, ha spiegato quello che è il Soft Power delle origini che dà all'Italia il modo di promuoversi in 5 continenti come pochi, forse nessun'altro Paese può fare. Lo ha fatto in un incontro con gli studenti iscritti al secondo anno del corso "Global Governence" dell'Università di Tor Vergata, tenuto ieri, 22 ottobre, nell'ambito del Festival della Diplomazia, a Roma.
"Gli italiani iscritti all'AIRE sono più di 5 milioni, ogni anno ne partono 80, 90, 100 mila. E gli italo-discendenti sono circa 80 milioni, ma è una stima probabilmente al ribasso. Loro sono il Soft Power dell'Italia", ha spiegato il Direttore Generale, aggiungendo come negli anni, occupandosi anche delle procedure per le elezioni, abbia spedito schede elettorali fino in Alaska, o al polo sud, e nelle Isole Fiji. "Hanno posizioni importanti nella politica e nello spettacolo. Il nostro compito è quello di tenere collegate queste tante e diverse comunità, soprattutto quelle degli italo-discendenti". Per questo, secondo Vignali è necessario "sviluppare il Soft Power". E per farlo ci sono diversi modi, ha spiegato a un'attenta e partecipe platea: "è per questo che abbiamo inventato il programma del Turismo delle Radici. Non un turismo classico ma un modo per conoscere l'Italia meno nota, con viaggi emozionali che vanno a toccare più di 800 piccoli comuni con meno di 6 mila abitanti". Un viaggio che la Farnesina sta promuovendo attraverso video di italo-discendenti che raccontano la loro storia di scoperta dei loro avi, partiti in cerca di fortuna decenni prima. Questi video "spiegano meglio di chiunque la questione di cui parliamo. Questo è un turismo diverso, esperienziale. Un turismo che collega gli italo-discendenti a noi e che serve anche per rivitalizzare i borghi e promuovere una modalità differente di visita in Italia. E vogliamo veicolare questo modo nuovo di turismo avvicinando anche le nuove generazioni".
A tal ragione Vignali ha parlato dei uno dei diversi modi di attirare giovani italo-discendenti pensato dalla DGIT: un fumetto dal titolo "Sotto lo stesso cielo", di Simona Binni. La storia della Graphic Novel narra della storia di una ligure-argentina che torna nella regione del nord-ovest italiano proprio alla ricerca dei luoghi vissuti e dai quali sono partiti i propri avi. Il libro, presentato anche nei più grandi festival del fumetto, è stata mandato, tradotto anche in spagnolo, francese e inglese, nelle scuole italiane nel mondo ed è pensato per un pubblico adolescenziale.
Altro progetto all'interno del macro tema del Turismo delle Radici, è stato Italea, che Vignali ha definito "uno strumento per rintracciare le proprie origini". Italea è un termine che viene dalla talea, frammento di una pianta appositamente tagliato e sistemato nel terreno o nell'acqua per rigenerare le parti mancanti, dando così vita ad un nuovo esemplare e a nuove radici.
È a tutti gli effetti un turismo diverso, quello delle radici. "Molti di questi turisti vogliono visitare il cimitero, per esempio. Non si tratta di un turismo macabro, ma di andare a vedere dove sono sepolti i propri avi". "Il nostro compito è dunque quello di reindirizzarli verso i luoghi di provenienza delle famiglie. Luoghi che hanno bisogno di essere sostenuti".
Vignali non ha poi voluto trascurare la questione linguistica: "dobbiamo investire sui corsi di italiano, per farli tornare, sì, ma anche per farli sentire veramente a casa quando sono qui, per presentargli qualcosa di diverso".
Parlando di cittadinanza, invece, ha spiegato: "è un fenomeno di grande portata quello di richiedere la cittadinanza, ma non tutti la chiedono per senso di appartenenza. In America Latina, per esempio, avere il passaporto italiano significa avere uno dei passaporti più potenti del mondo, quindi significa non dover chiedere il visto per andare negli USA e un accesso rapido e libero in Europa. Per questo vorremmo che gli italo-discendenti imparassero la lingua, che si sentissero parte di una cultura, non solo ottenere il passaporto". "Abbiamo lo Iure Sanguinis senza limiti di generazione - ha spiegato in conclusione -. Con il Turismo delle Radici proviamo a mettere una pezza alle difficoltà di sentirsi italiani. Sta a noi recuperare il sentimento italiano".
Anche l'enogastronomia è un veicolo importante per chi ha origini italiane e vuole riscoprirle. "Quest'anno - ha spiegato il DG - la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo sarà dedicata alle radici. Per attirare italo-discendenti ma anche per farli restare".
E infine ci sono i social, strumenti giovani, dei giovani: "stiamo organizzando paese per paese che un o una influencer con origini italiane venga a fare un viaggio delle radici".
Insomma, l'Italia con la sua emigrazione ha un Soft Power notevole, e il lavoro per implementarlo e sfruttarlo è in atto. Si tratta solo di trovare le chiavi giuste. (luc.mat.\aise)