Alla ricerca della musica perduta: all'IIC di Atene il concerto del Maestro Francesco Lotoro

ATENE\ aise\ - Alla ricerca della musica perduta: componimenti musicali degli internati nei lager nazisti”. Questo il titolo dell'iniziativa con cui l'Istituto Italiano di Cultura di Atene ha celebrato la Giornata Internazionale in Memoria delle Vittime dell’Olocausto. Un'iniziativa tra concerto e conferenza, con il Maestro Francesco Lotoro (pianoforte), accompagnato dal soprano Anna Maria Stella Pansini.
L’evento è stato realizzato in collaborazione con l’Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria, la Società Letteraria “Parnassos”, il Consiglio Centrale delle Comunità Ebraiche della Grecia, la Comunità Ebraica di Atene e l’Unione dei Laureati nelle Università Italiane.
Davanti al folto pubblico riunito alla Società Letteraria “Parnassos”, il Maestro Lotoro ha interpretato una selezione di brani prodotti nei campi di concentramento, spiegando la toccante storia dei loro autori, ricorrendo anche a proiezioni fotografiche dei protagonisti di questi drammatici fatti e dei loro discendenti.
Il M° Francesco Lotoro, pianista, compositore e direttore d’orchestra, è impegnato da oltre 30 anni nel recupero, studio, revisione, archiviazione, esecuzione, registrazione e promozione di migliaia di opere di musica concentrazionaria. Ha recuperato oltre 8.000 partiture, spesso prodotte in una condizione di privazione dei più elementari diritti umani, nei campi di concentramento, sterminio e prigionia di tutto il mondo tra il 1933 al 1953, raccogliendo un patrimonio di circa 2.500 documenti di produzione musicale (microfilm, diari, quaderni musicali, registrazioni fonografiche, interviste con musicisti sopravvissuti). Un archivio unico al mondo creato viaggiando e incontrando ovunque autori e custodi di queste preziose testimonianze d'arte intrise di umanità.
Queste le parole di Francesco Lotoro: “Autentico Patrimonio dell'Umanità, la musica concentrazionaria è una delle eredità più significative della Storia universale ricevuta dal fenomeno delle deportazioni: segno tangibile del fatto che dove non c'è libertà ma c'è carta e strumenti musicali, carta e strumenti musicali diventano la libertà. Sfortunatamente, non siamo stati in grado di salvare la vita di uomini e donne, ma abbiamo salvato la loro musica e questo è lo stesso che aver salvato le loro vite in un senso meta-storico e metafisico. Quello che dobbiamo fare ora è restituire all'umanità questo patrimonio codificato su ogni tipo di supporto materiale, come quaderni, carta igienica, telegrammi, cartoline, sacchi di iuta, o anche tramandato attraverso la memoria, affinché possa riguadagnare il posto che merita nella storia della musica”. (aise)