All'IIC di New York la presentazione del libro "La Comunicazione Creativa per lo sviluppo socio-umanitario" di Biagio Maimone

NEW YORK\ aise\ - Il giornalista Biagio Maimone, già Corrispondente dall'Italia per il quotidiano italo-americano "America Oggi Tv", presenterà, il prossimo martedì 15 ottobre, alle ore 17.30, nella Sala Conferenze dell'Istituto Italiano di Cultura di New York, il suo saggio intitolato "La Comunicazione Creativa per lo sviluppo socio-umanitario", edito dalla Casa Editrice TraccePerlaMeta.
Il libro sta riscuotendo molto interesse in quanto propone la necessità di fondare un nuovo modello comunicativo che ponga al centro la relazione umana e, ancor più, l'emancipazione morale ed umana della società odierna.
La metropoli statunitense rappresenta la prima tappa internazionale del giornalista il quale intende presentare la sua opera letteraria nelle principali città europee e negli Emirati Arabi.
Secondo Maimone, Il dialogo è la condizione imprescindibile per realizzare la pace ed esso vive se chi comunica utilizza la "parola vitale", tale in quanto genera la vita e non il conflitto. La comunicazione è vitale, pertanto, quando fa sgorgare dal cuore umano l’amore per la “Bellezza”, che è l'espressione di un disegno di amore insito nell’interiorità di ogni persona, da proiettare nella realtà per emanciparla e renderla una dimora accogliente per tutti, nella quale non vi è posto per la violenza e la conseguente esclusione. L'Amore per la “Bellezza”, da veicolare attraverso la comunicazione, la parola scritta e parlata, inevitabilmente, conduce all’amore per i deboli, per gli ultimi, al fine di renderli forti, inclusi, risvegliando in loro la gioia di vivere.
"Nel mio saggio ho voluto porre in luce la necessità di creare un modello comunicativo che tenga conto dell'importanza inconfutabile dell'uso appropriato della parola, superando quelle distorsioni, ormai consuete, che la rendono veicolo di offese, di menzogne, nonché di calunnie, che ledono la dignità umana dell'interlocutore e di ascolta o legge - ha detto l'autore -. Possiamo constatare come spesso i mass media, i social molto di più, veicolano messaggi i cui contenuti sono pervasi dalla violenza e dall’odio sociale, dall’intento di screditare e porre sul rogo chi ritengono essere un avversario. Ciò che emerge è il farsi strada di una subcultura della comunicazione che rischia di impoverire sempre più la relazione umana, in quanto i messaggi che essa trasmette sono diseducativi. Nel mio testo, che intende contrastare tale impoverimento culturale e la sua nocività, si rimarca che la parola è vita in quanto deve generare la vita nelle sue espressioni più nobili e spirituali, perché essa penetra nelle coscienze individuali e collettive e, se è sorretta dalla violenza e dalla menzogna, crea una coscienza umana che è guidata da disvalori che impoveriscono i singoli individui e, conseguentemente, l’intera collettività ed il contesto sociale". (aise)