Sydney: l'IIC porta il trio pugliese "La Cantiga de la Serena" in Australia per un doppio appuntamento

SYDNEY\ aise\ - L’Istituto Italiano di Cultura di Sydney ha presentato in queste ore il doppio appuntamento australiano del trio pugliese "La Cantiga de la Serena", un ensemble di musicisti e ricercatori che da anni si dedica al recupero ed alla rielaborazione della musica antica e tradizionale del bacino del Mediterraneo, vero e proprio ponte culturale tra Occidente e Oriente. Un viaggio millenario nella musica del Mediterraneo tra i ritmi ipnotici della tarantella del sud Italia, le ammalianti melodie ebraiche, i tempi dispari della musica mediorientale.
Il Trio si esibirà il 19 giugno 2024 a Canberra presso il locale Smiths Alternative (76 Alinga Street) alle 19.30, e il giorno successivo, 20 giugno, alle 18.00 nella sede dell’IIC di Sydney al 125 di York Street.
La Cantiga de la Serena è formato da Giorgia Santoro (flauto, flauto basso, bansuri, tin whistle), Fabrizio Piepoli (voce, chitarra battente, daff) e Adolfo La Volpe (oud, chitarra), i quali eseguono il proprio composito repertorio utilizzando strumenti che appartengono a diverse culture musicali, lasciando ampio spazio ai momenti di improvvisazione, alla libera espressione del proprio modo di sentire questi antichi canti di amore e preghiera.
Santoro, Piepoli e La Volpe presenteranno il loro quarto e ultimo album La novia (2023), che segue la pubblicazione di La Serena (2016), La Fortuna (2019) e La Mar (2021) tutti pubblicati per l’etichetta discografica Zero Nove Nove di Lecce.
Gli undici brani che compongono l’album – cantati in ladino, arabo, italiano e in vari dialetti del Sud Italia – rappresentano l’ennesimo frutto di un continuo lavoro di ricerca ed esplorazione portato avanti dal trio per riproporre, in una chiave nuova e personale, un repertorio che promuove il dialogo musicale e culturale tra Occidente e Oriente. Con queste premesse, il titolo scelto La Novia (La Sposa) richiama un’immagine dal forte valore archetipico, in modo speciale nelle culture tradizionali del Mediterraneo, un simbolo dalle molte implicazioni mistiche, esoteriche e filosofiche, ma che al tempo stesso conserva nella modernità il forte impatto evocativo della promessa d’amore. (aise)