Visioni Sarde all’IIC di Miami

MIAMI\ aise\ - Il cuore sardo ha pulsato forte nelle sale dell’Istituto Italiano di Cultura a Miami. Le “Visioni Sarde”, prima mostra negli USA del fotografo casertano Vincenzo Pagliuca, erano organizzate dal popolare fotografo/grafico sardo Marco Delogu, nell’ambito del progetto AR/S Arte Condivisa in Sardegna della Fondazione di Sardegna.
Le sale dell’Istituto hanno dunque ospitato le fotografie “al naturale”, come specificava il Console Generale Michele Mistò, senza ritocchi in digitale o photoshop. Quasi tutte in bianco e nero ad evidenziare ancor più il paesaggio tipico e arcaico delle località logudoresi e galluresi, delle incredibili grotte scavate su enormi pietre di granito e delle tombe al loro interno che rappresentavano autentiche porte verso l’aldilà.
La mostra di Miami, tanto attesa, ha ricevuto il finanziamento della Fondazione Sardegna ed è stata fortemente voluta e presentata dal direttore dell’Istituto, Stefano Cerrato, ai tanti sardi, italiani e italoamericani che hanno affollato entusiasti l’accogliente sede dell’IIC, ricchissimo di iniziative nel suo primo anno di attività.
A Miami, Marco Delogu era rappresentato dalla collega neozelandese Leila. A precisa domanda del pubblico, ha confessato il suo amore per la terra sarda che l’ha conquistata sin dalla sua prima visita nel 2020.
La mostra, supportata da una presentazione in multivision, si concentra principalmente sulle “Domus de Janas”, le case delle fate o delle streghe.
“Secondo la leggenda - ha spiegato Pagliuca - queste costruzioni scavate nella roccia erano la dimora di creature magiche per le popolazioni del neolitico sardo. Si celebrava la restituzione dei defunti alla terra che li aveva originati, affinché da essa potesse rinascere nuova vita".
Da Armungias a Buddusò, da Oschiri a Pratobello, le foto delle Domus de Janas hanno immortalato queste “costruzioni” arcaiche recentemente riconosciute dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’umanità. Negli ultimi secoli, in alcuni casi, sono passate da luoghi di culto a semplici rifugi per pastori e animali, conservando però intatto il loro fascino architettonico.
Destino simile a quello delle migliaia di nuraghi e delle centinaia di menhir che da più di quattromila anni pullulano in tutta la Sardegna e che possono essere facilmente visti e visitati sul sito nurnet.net.
La magica serata sarda si è conclusa con un assaggio di prelibatezze regionali presentate dal Masterchef Daniele Senis (ristorante Sardomare a Miami) con tanto di fregola sarda alla campidanese con formaggio pecorino dop e le immancabili sebadas al formaggio e miele, accompagnate ovviamente dai vini sardi di vermentino e cannonau. (pietro porcella\aise)