Avvicendamento al Policlinico Militare del Celio, eccellenza e orgoglio della Repubblica - di Alessandro Butticè

ROMA\ aise\ - Abbiamo già avuto modo di evidenziare su queste colonne che tante sono le cose che nel nostro Paese meritano di essere migliorate. E fanno spesso i titoli urlati dei giornali. Ma ve ne sono altre che meritano essere raccontate. Come una foresta che cresce, che non fa mai il fragore di un albero che cade. E che non significa dare voce solo al disfattismo, che non è mai la critica costruttiva, ma nemmeno all’autoesaltazione nazional-sovranista di manière. Che non aiutano mai nessuno, e tantomeno il nostro Paese. Perché dire che tutto va solo male, aiuta a fare andare tutto peggio. E lo stesso risultato negativo lo dà l’autoesaltazione da commedia all’italiana di film anni Settanta come "Vogliamo i colonnelli" e i vari "Generale Buttiglione". Entrambe rappresentazioni di un vero "mondo al contrario", che sono lontane anni luce da quello che sono un fiore all’occhiello del nostro Paese. Che lo onora in Italia e all’estero: le nostre Forze Armate, democratiche e repubblicane, fedelissime ad ogni virgola della Costituzione.
E al loro interno, non hanno meno merito dei professionisti dei reparti speciali, e di ogni branca combattistica e logistica, i reparti della Sanità militare. Fiore all’occhiello di un fiore all’occhiello. La cui punta di diamante è sicuramente il Policlinico Militare del Celio di Roma. Che il 24 giugno ha visto il passaggio di consegne tra il Tenente Generale Medico Carlo Catalano, ed il nuovo Direttore, Maggiore Generale Vincenzo Campagna.
Alla presenza di numerose autorità civili, militari e religiose della Capitale, un reggimento di formazione del Policlinico Militare ha dato la piena rappresentazione i quello che è oggi la Sanità Militare in generale ed il Policlinico del Celio in particolare.
Un complesso di uomini e donne non più mezzi militari e mezzi medici, come erano considerati nel secolo scorso. Ma un corpo di specialisti a livello internazionale, tutte le branche sanitarie fatto di medici, farmacisti, infermieri e operatori sanitari al cento per cento, che nulla hanno da invidiare ai loro migliori colleghi civili. Che allo stesso tempo sono soldati a parte intera che nulla hanno da invidiare, anche per l’assetto formale, ai loro migliori colleghi in uniforme delle altre armi e specialità dell’Esercito. "Medici e soldati doppiamente a parte intera", come ha detto il Generale Campagna nel suo intervento.
Il Generale Carlo Catalano, in un toccante intervento che ha fatto luccicare gli occhi dei suoi marziali collaboratori schierati in arme sul piazzale di Villa Fonseca, a Roma, ne ha esaltato le grandissime qualità professionali, sanitarie e militari, che la sua sapiente opera, di Accademico e di Comandante, ha saputo portare a livelli sinora mai raggiunti.
Il Policlinico del Celio, che in periodi meno gloriosi, alla "generale Buttiglione", che chi scrive non vorrebbe più rivedere, era prevalentemente una struttura di medicina legale.
Oggi è invece, grazie all’impegno, al carisma ed alla professionalità di Ufficiali Medici e comandanti come il Generale Catalano, un’eccellenza della sanità romana, nazionale e persino internazionale.
Un’eccellenza che ha aperto le sue porte a collaborazioni di primo rilievo anche con la società civile. Ricordate dal Generale Catalano nel suo significativo discorso di saluto.
Provata dalla presenza alla cerimonia, ad esempio, del Presidente e del Segretario Generale della Corte dei Conti, Guido Carlino e Franco Massi.
Alla creazione del Poliambulatorio per la quale il Generale Catalano e il suo Policlinico hanno dato un grandissimo ed essenziale contributo.
Frutto di questa collaborazione, la realizzazione di altra eccellenza sanitaria della Capitale, che sarà oggetto di un capitolo di un’altra raccolta di miei “pensieri in libertà di un patriota italiano europeo”, dove continuerò a distinguere la lana dalla seta, o meglio, le criticità dai virtuosismi. Anche tra le persone che costituiscono (indipendentemente da gradi e funzioni) le nostre Forze Armate e di Polizia.
Toccante il discorso della massima autorità militare presente alla cerimonia, il Gen. C.A Mauro D’Ubaldi, Comandante logistico dell’Esercito. Il quale, elogiando le grandissime doti professionali e umane del Direttore uscente, sostituito da un ufficiale che lo stesso Direttore Generale Catalano considerava come suo successore naturale, ha delineato dottamente ed in modo molto incisivo il grande valore del personale del Policlinico militare di Roma, di cui, ha detto, essere Comandante ma essere stato anche paziente, e quindi dipendente.
E sono queste le Forze Armate democratiche e repubblicane, al servizio di tutti, che meritano affetto ed ammirazione dei cittadini e creano coesione nazionale. (alessandro butticé\aise)