A Milano la mostra diffusa dedicata a Remo Salvadori

MILANO\ aise\ - Dal 2 luglio scorso e sino al 14 settembre Milano racconta l’opera di Remo Salvadori (Cerreto Guidi, 1947) con una mostra diffusa che coinvolge tre luoghi simbolici della città – Palazzo Reale, Museo del Novecento e la Chiesa di San Gottardo in Corte (parte del percorso di visita del Museo del Duomo di Milano) – offrendo al pubblico un'esperienza immersiva nella pratica artistica e nel pensiero di uno dei protagonisti della scena contemporanea italiana.
Promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale ed Eight Art Project in collaborazione con Museo del Novecento e la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano e con il patrocinio del Ministero della Cultura, la mostra “Remo Salvadori” è curata da Elena Tettamanti e Antonella Soldaini.
L’esposizione allestita al primo piano di Palazzo Reale sarà a ingresso gratuito così come uno degli interventi al Museo del Novecento, mentre le opere nella Chiesa di San Gottardo in Corte saranno visitabili con biglietto del Museo del Duomo.
Un percorso in più capitoli
Il progetto ha preso avvio il 2 luglio con quattro opere site-specific nella Sala del Piccolo Lucernario e nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, oltre a due installazioni, di cui una permanente al Museo del Novecento. Questi interventi hanno anticipato l’apertura della mostra antologica al Piano Nobile di Palazzo Reale, prevista per il 16 luglio, e si completano con due opere allestite presso la Chiesa di San Gottardo in Corte, situata all’interno del percorso del Museo del Duomo di Milano, visitabile dal 18 luglio.
Ciascuna sede coinvolta presenta opere realizzate dagli anni settanta a oggi, di cui alcune riattualizzate per svilupparsi in relazione agli spazi, come sempre nelle opere di Salvadori, che si nutrono per loro stessa natura del dialogo con i luoghi e il pubblico.
La mostra “Remo Salvadori” riunisce un corpus di oltre cinquanta opere emblematiche a comporre la più vasta mostra personale dedicata a uno degli artisti maggiormente significativi della scena contemporanea italiana. Il percorso espositivo si distanzia dal concetto tradizionale di rassegna monografica e cronologica perché ideato dall’artista e dalle curatrici in modo che ogni elemento in gioco sia contaminato dall’opera, dalla presenza del visitatore e dallo spazio che lo accoglie. In questo modo la mostra acquista il suo significato più autentico “nel momento” del suo farsi: “Non cerco un approdo. Non cerco un’opera che mi rappresenti ma “sto” con lei continuamente. Sono “nel momento” e così tengo acceso “il fuoco””. L’allestimento, concepito per focalizzarsi sul presente, mette in relazione opere con una forte importanza dal punto di vista storico e nuove installazioni site-specific, in un ritmo visivo che genera associazioni profonde e inattese. La mostra valorizza costantemente il dialogo tra l’opera e l’architettura che la accoglie, alternando momenti di densità espositiva a episodi di contemplazione, in cui l’energia del singolo lavoro viene amplificata.
“Il progetto della mostra è stato concepito ponendo l’attenzione sui nuclei tematici rappresentativi dell’opera di Remo Salvadori”, spiega la curatrice Elena Tettamanti. “Le opere con cui l’artista esprime il proprio universo, al di fuori di ogni riferimento contingente e temporale, consentono al visitatore di entrare in una relazione speciale con Salvadori. Un invito a diventare figura partecipativa dell’evento, “nel momento” del suo farsi all’interno di uno spazio che è “estensione ideale del suo studio””.
“Come se ci si trovasse ad attraversare una sequenza di “stanze” che abitano il pensiero dell’artista”, osserva l’altra curatrice Antonella Soldaini, “il visitatore, oltre che esperire una maggiore conoscenza della propria sensibilità, quando messa a contatto con le opere, avrà la possibilità in questa occasione espositiva, di essere coinvolto in un dialogo tra sé e l’altro, in una reciprocità da cui si sviluppa un modo di vedere l’esistente e da cui prendono vita nuovi modi di relazionarsi”. (aise)