“CAMERA meets ICP. Un archivio vivente”: a Torino 10 anni di storie per immagini

TORINO\ aise\ - All’alba della decima edizione dell’Intensive Program in Visual Storytelling, CAMERA ospita in Project Room la mostra “CAMERA meets ICP. Un archivio vivente”. Un racconto visivo che dal 4 luglio scorso e sino al 14 settembre propone una ricca selezione del materiale fotografico realizzato nelle scorse edizioni del programma di alta formazione professionale nato nel 2016 dalla collaborazione di CAMERA con l’International Center of Photography (ICP) e che ad oggi conta oltre 10.000 fotografie realizzate da 221 studenti arrivati a Torino da 34 paesi del mondo.
L’ICP, la scuola fondata da Cornell Capa nel 1974 e sede degli Infinity Awards dal 1985, è il tempio della fotografia internazionale, dove negli anni hanno studiato e insegnato autori e autrici diventati protagonisti della scena fotografica mondiale. Il programma intensivo a CAMERA - che ogni anno, a luglio, porta in città i docenti dell’ICP e un nutrito gruppo di studenti da tutto il mondo - rappresenta un’occasione unica in Italia e in Europa per formarsi con i docenti di una scuola di eccellenza e approfondire il linguaggio della fotografia documentaria contemporanea.
Nella mostra “CAMERA meets ICP. Un archivio vivente” viene presentata un’accurata selezione tra le oltre 10.000 fotografie prodotte fino ad ora, che costituiscono anche un vero e proprio archivio visivo della città di Torino, protagonista dei progetti fotografici degli studenti e delle studentesse provenienti, oltre che da diverse zone d’Italia, da Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Canada, Ucraina, Filippine e Argentina.
I partecipanti al programma intensivo hanno lavorato sulla città osservandola da diverse angolature e attraverso la lente di numerose tematiche, alcune delle quali ricorrenti come la crisi abitativa connessa alla fragilità sociale, affontata in diversi progetti tra cui quello dedicato ai servizi di social housing e ai bagni pubblici di via Agliè; le comunità straniere, come quella somala e cinese, la vita dei giovani di seconda generazione e le esperienze di integrazione nei quartieri di Barriera di Milano, Borgo Dora e Aurora; il tema dell’identità di genere e dei diritti, esplorato in progetti che hanno messo in luce la vita di persone queer nell’ambito dell’associazionismo e dello spettacolo dal vivo; infine, il tema centrale delle donne e del lavoro.
Le immagini, che raccontano come sia cambiato nell’ultimo decennio il tessuto urbano e umano della città, sono presentate in mostra attraverso diverse modalità espositive: anzitutto la visualizzazione grafica delle dieci edizioni del programma di formazione rappresentata da dieci cassetti di un archivio ideale, e dove i visitatori, attaverso il materiale informativo possono approfondire i dati relativi alle provenienze degli studenti, ai temi trattati nei loro progetti, ai risultati e alle forme del processo creativo.
Una selezione di 300 immagini rappresentative è inoltre proposta sia come proiezione sia in formato cartolina a disposizione del pubblico all’interno di un archivio reale.
Infine sono esposti 42 scatti firmati da sette giovani fotografi internazionali - Lucia Buricelli, Nastassia Kantorowicz Torres, Gianluca Lanciai, Ashima Yadava, Deka Mohamed, Andrés Altamirano, Iva Sidash - che hanno frequentato sia il programma intensivo di CAMERA a Torino che il One Year Certificate Program a New York.
Lucia Buricelli (Italia) indaga la presenza degli animali nella Grande Mela e la loro coesistenza con gli esseri umani, Nastassia Kantorowicz Torres (Colombia) racconta l’attività di sminamento del territorio ucraino, Gianluca Lanciai (Italia) mette in luce le condizioni di vita in un’area di New York denominata ‘The Hole’ caratterizzata da degrado ambientale e sanitario, Ashima Yadava (Stati Unti) analizza le relazioni sociali di vicinato e i loro cambiamenti nel corso del tempo, Deka Mohamed (Italia) offre un ritratto della diaspora dal Corno d’Africa all’Italia durante gli anni ’80 e ’90 grazie ad album di famiglia, collages e materiali d’archivio, Andrés Altamirano (Ecuador) si focalizza sulle comunità indigene K’iche dell’Ecuador e del Guatemala, infine Iva Sidash (Ucraina) approfondisce il tema dei veterani di guerra in Ucraina. E ancora, video e contenuti multimediali dedicati alle proposte educative delle due istituzioni.
La mostra, curata da Cristina Araimo, responsabile delle attività educative, Barbara Bergaglio, responsabile degli archivi, e Giangavino Pazzola, curatore e responsabile dei progetti di ricerca di CAMERA, vuole costruire una riflessione sul significato di “archivio vivente” che, edizione dopo edizione, ha ampliato la conoscenza del territorio cittadino attraverso la fotografia.
La mostra, realizzata in collaborazione con ICP, è accompagnata da un programma di formazione sostenuto dal 2016 da Compagnia di San Paolo. (aise)