“Il sogno di Anio” di Giusy Pirrotta al Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli

ROMA\ aise\ - Sino al 2 giugno l'Istituto Autonomo Villa Adriana e Villa d'Este - VILLÆ di Tivoli ospita la mostra “Il sogno di Anio” di Giusy Pirrotta le cui sculture e installazioni indagano il confine fra reale e fantastico ed enfatizzano la dimensione seducente e respingente della donna.
L'esposizione delle cinque opere, alcune inedite, nel DEPOT - Deposito di Arte Contemporanea del Santuario di Ercole Vincitore, è curata da Andrea Bruciati, direttore dell'Istituto, e nasce come ricontestualizzazione della personale di Giusy Pirrotta dal titolo “Sogni”, presentata nel 2024 al MEF - Museo Ettore Fico di Torino.
La mostra di Tivoli prende il titolo dalla evocazione del mito del re etrusco Anio, figura a cui il fiume Aniene deve tradizionalmente il suo nome, e in mostra l'opera in ceramica smaltata dal titolo Testa sciolta, Anio è stata realizzata dall'artista per l'occasione.
Accanto, esposti i lavori dell'ultimo periodo di ricerca di Giusy Pirrotta sull'iconografia del “mostruoso” femminile nella storia, nella mitologia e nella letteratura fino alla contemporaneità: tra questi Aracne, gruppo scultoreo dove la metamorfosi della protagonista del mito diventa metafora della trasgressione dei limiti; Artemide d'Efesia, Breasts Universe, composizione totemica legata all'esperienza autobiografica dell'artista che esplora l'isolamento della donna, confinata nel ruolo di madre e levatrice; Cibele, magna Mater latina, la scultura della dea con espliciti riferimenti alla sfera fisica e sessuale; infine l'opera Testa piangente e candelabri che rielabora l'iconografia simbolica delle mani alchemiche, quali misterioso elemento generatore, in grado di plasmare materia e spirito.
Riguardo al genere femminile, gli aspetti selvaggi, le qualità magiche, la capacità di generare vita e morte sono state considerate nei secoli elementi da controllare e contenere. Giusy Pirrotta sfida con la sua arte la visione di una femminilità empatica e sottomessa, inducendo lo spettatore a far riflettere su quanto il decorso storico abbia profondamente plasmato la percezione della donna nella società, influenzando dinamiche di potere e relazioni di genere. (aise)