La “Memomirabilia” di Carmela De Falco al Museo Civico Gaetano Filangieri di Napoli

NAPOLI\ aise\ - Da giovedì 20 giugno a lunedì 30 settembre il Museo Civico Gaetano Filangieri di Napoli ospita la mostra “Memomirabilia” di Carmela De Falco (Avellino, 1994), con un’indagine sulla relazione tra ordinario e straordinario a partire dalla perdita della meraviglia nella società contemporanea, a cura di Gianluca Riccio e Alessandra Troncone.
La mostra è promossa dall’associazione Il Rosaio – Arte e Cultura Contemporanea ed è realizzata con il sostegno del Ministero della Cultura e di SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea”, in collaborazione con il Museo Civico Gaetano Filangieri e l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Il progetto ha ricevuto il matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.
Attraverso la produzione di una serie di sculture e di un’installazione sonora, appositamente create per questa occasione, “Memomirabilia” affronta la questione della memoria collettiva e della relazione con l’altro a partire dall’antica tradizione dei Mirabilia e della Wunderkammer. Prendendo spunto, infatti, dall’idea di “camera delle meraviglie” – quale spazio deputato alla conservazione e all’esibizione di ciò che in epoca rinascimentale si riteneva potesse suscitare stupore sulla base della propria originalità, unicità ed eccezionalità – l’artista intende dare vita a una Wunderkammer contemporanea in cui oggetti di uso comune e suoni elementari sono ripensati come depositi di una stratificazione di memorie disperse e interpretati come dispositivi relazionali.
Concepito in stretta relazione con lo spazio fisico e culturale del Museo Civico Gaetano Filangieri, il nucleo centrale di “Memomirabilia” è composto da un insieme di sculture create a partire da oggetti – quali un manichino, un paio di scarpe, una cintura, un orologio da polso, una cannuccia, una coppia di piccoli uccelli, due maniglie e altri ancora – scelti dall’artista tra i materiali di diversa provenienza accumulati nei negozi di rigattieri e attinti direttamente nel vissuto della città e nelle tracce materiali dei suoi abitanti. Attraverso un processo di rielaborazione estetica e semantica, gli oggetti – alterati nelle dimensioni e riconfigurati plasticamente – approdano negli spazi del museo in forma di sculture preziose, caratterizzate da un’ambiguità estetico-funzionale. Il corpus di opere realizzate seguendo tale processo di selezione, trasformazione e ri-semantizzazione, a confronto con i reperti che punteggiano il gabinetto di curiosità creato dal principe di Satriano Gaetano Filangieri, finisce con il dar corpo a un’intensa riflessione sull’idea di collezione, sul concetto di “altro” in ambito estetico e culturale, e alla definizione di una nuova esperienza di stupore e di meraviglia fuori da ogni idea di esoticità.
Completa il percorso espositivo un’installazione sonora formata da due tracce audio che corrispondono alle voci di due cantanti professioniste dirette dall’artista che, partendo l’una dalle vocalizzazioni dell’altra, si riconoscono come in un gioco di specchi, imitandosi e inseguendosi.
La mostra prevede infine un intervento di Carmela De Falco sulla collezione del Museo che torna a riflettere sul rapporto tra individualità e alterità, disegnando un nuovo destino possibile per alcuni oggetti che compongono la sua selezione di porcellane.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo con testi di Luca Manzo, Gianluca Riccio e Alessandra Troncone.
Carmela De Falco (Avellino, 1994) vive e lavora a Napoli. Dopo essersi formata all’Accademia di Belle Arti di Napoli, frequenta l’ENSA – Dijon (2016) e l’Akademie der Bildenden Künste München (2017). Nel 2021 vince una borsa post laurea e trascorre un periodo a Parigi all’EnsAD – École nationale supérieure des Arts Décoratifs. Le sue mostre personali includono: Fino a dove il mio corpo riesce ad arrivare, Negozio, Portici (2023); Abitare il tempo, Latte project, Faenza (2022); Contenere il tempo, Exit Strategy, progetto speciale per ArtDays Campania, Napoli (2022); It’s funny to play alone, LO.FT, Lecce (2020).
Tra le recenti mostre collettive: GOAL, Fondazione Morra Greco, Napoli (2023); La potenza del pensiero, Residenza delle Arti, Berna (2023); Worksite, Quartiere Latino, Napoli (2023); Premio Francesco Fabbri, Pieve di Soligo (2021); There is no time to enjoy the Sun, Fondazione Morra Greco, Napoli (2021); Exit Strategy, Cinema Plaza, Napoli (2021); In sei atti, Casa Morra, Napoli (2019); Fleeting, Akademie der Bildenden Künste München (2018); 68° Premio G.B. Salvi, Sassoferrato (2018).
Nel 2019 prende parte alla residenza artistica Sapere i Luoghi tra la Fondazione Lac o Le Mon e Casa Morra, ideata da Cesare Pietroiusti. Nel 2023 è in residenza presso Hangar-Lisbona, finanziato dal Goethe Institut e Culture Moves Europe, e alla Fondation Fiminco a Parigi nell’ambito del progetto Nuovo Grand Tour della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private, tra cui la Fondazione Morra Greco (Napoli); Quartiere Latino-condominio museo (Napoli); la Fondazione Cassa di Risparmio di Cento (Ferrara).
Nella sua pratica artistica De Falco utilizza l'installazione ambientale, la scultura, il video, la performance e il suono per indagare la realtà, spesso assunta nei suoi elementi banali e nei suoi aspetti quotidiani, e per farne emergere i lati nascosti attraverso la trasformazione simbolica e funzionale di oggetti e comportamenti ordinari. Partendo dall'osservazione di elementi abitualmente considerati effimeri e della possibilità che essi possiedono di modificare la percezione del reale, l’artista lavora sulla relazione che l'individuo e la comunità intrattengono con gli spazi che abitano ed attraversano, da quelli concreti - come le architetture domestiche e urbane - a quelli mentali, come gli spazi creati dall'incontro del sé con l’altro da sé. Da tali relazioni nelle opere di De Falco emerge una riflessione sulle potenzialità e sui limiti del linguaggio, sull’ uso dello spazio e del tempo che caratterizzano la nostra società e sul loro rapporto con l'immagine, l'immaginario e la memoria, da un punto di vista individuale e collettivo. (aise)