“La seconda commedia all’italiana”: i manifesti storici del cinema italiano in mostra a Marsiglia

MARSIGLIA\ aise\ - “La seconda commedia all’italiana. Il sorriso di un Paese attraverso i manifesti del cinema dagli anni 1980 agli anni 2000” è la mostra che sarà allestita dal 24 settembre al 20 novembre a Marsiglia negli spazi dell’Istituto Italiano di Cultura.
I manifesti che pubblicizzano i film sono da sempre la vetrina della Settima Arte. Colorati o sobri, patinati o chiassosi, allusivi o astratti, le locandine hanno per decenni attirato l’attenzione del pubblico, hanno lanciato i volti più celebri degli attori e delle attrici, hanno creato un linguaggio spesso innovativo e geniale. Il cinema italiano ha sempre saputo mostrare il suo volto migliore proprio mediante la comunicazione visiva e grafica. Si tratta di una tradizione ricchissima, alla quale hanno collaborato artisti celebri, che l’Istituto intende rinnovare con una rassegna di manifesti e fotobuste, in collaborazione con l’Associazione Imago di Roma.
I materiali in mostra raccontano anche una storia tutta particolare del nostro cinema. Chi non conosce la commedia all’italiana degli anni 1950-1975, i capolavori di Monicelli, di Scola, Pietrangeli, Comencini, Risi, Steno e tanti altri? Quella capacità di ritrarre impietosamente il costume del nostro Paese attraverso le storie di tutti? Non molti però, almeno in Francia, conoscono la seconda vita della commedia (all’)italiana, che si sviluppò a partire dal 1980: è un cinema “nuovo”, legato alla produzione televisiva per le personalità che lo animarono e per il linguaggio di registi e attori, ma fortemente connesso alla realtà quotidiana dell’epoca per le storie raccontate. Forse meno amaro (e meno ideologico) della prima Commedia, questo cinema ha tra i suoi protagonisti soprattutto i comici (Benigni, Verdone, Troisi, Nuti, poi Aldo Giovanni e Giacomo, Pieraccioni, Paola Cortellesi, Checco Zalone), ma riprende dalla tradizione il gusto del ritratto e del vero, anche con la forza del paradosso e del surreale. Ugualmente autori e registi delle proprie storie, i suoi protagonisti hanno saputo costruire uno sguardo talvolta poetico sulla realtà vorticosamente in cambiamento degli ultimi 30/40 anni.
È questa trasformazione estetica e narrativa che la mostra intende raccontare al pubblico francese, insieme alle vicende della nostra storia. (aise)