“New York, Paul Auster and me”: a Sacile il racconto fotografico di Euro Rotelli

PORDENONE\ aise\ - Una città raccontata due volte: con le parole di Paul Auster e con l’obiettivo del fotografo Euro Rotelli. Nasce così “New York, Paul Auster and me”, un racconto fotografico di circa 90 immagini in bianco e nero che conduce il pubblico a perdersi tra le strade di Manhattan, senza itinerari prestabiliti: un invito a vivere la città più che a visitarla che trasforma la metropoli americana in un intreccio di letteratura e immagini. “New York, Paul Auster and me” è molto più di una mostra fotografica: è un’esperienza che intreccia scrittura e immagini, memoria e sguardo, viaggio e narrazione. L’esposizione sarà aperta a Sacile, in provincia di Pordenone, negli spazi di Palazzo Ragazzoni, da sabato 13 settembre fino al prossimo 5 ottobre. Il progetto è a cura di Elena Cantori per Start Cultura Trieste, in collaborazione con il Comune di Sacile, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia.
Rotelli ha intrapreso questo percorso ispirandosi in particolare alla Trilogia di New York, dando forma visiva alle suggestioni dello scrittore recentemente scomparso. Centrale, in particolare, uno dei passaggi più celebri di Città di vetro, dove Auster descrive New York come un labirinto di passi senza fine, luogo in cui smarrirsi diventa condizione primaria. Su questa scia, Rotelli compone un racconto fotografico che non vuole dare certezze, ma aprire percorsi, restituendo la città come spazio di contraddizioni: luci e ombre, grattacieli scintillanti e pieghe di miseria, follie immaginate e vite reali. Il progetto è stato condiviso e approvato dallo stesso Auster, che aveva colto nella ricerca del fotografo un’affinità profonda con la propria scrittura.
Come scrive Auster, “quasi ogni giorno, che facesse bello o brutto, caldo o freddo, lasciava l’appartamento e girava per la città – mai con un’autentica meta, andando semplicemente dove lo portavano le gambe. New York era un luogo inesauribile, un labirinto di passi senza fine: e per quanto la esplorasse, arrivando a conoscerne a fondo strade e quartieri, la città lo lasciava sempre con la sensazione di essersi perduto. Perduto non solo nella città, ma anche dentro di sé… Vagando senza meta, tutti i luoghi diventavano uguali e non contava più dove ci si trovava… New York era il nessun luogo che si era costruito attorno ed era sicuro di non volerlo lasciare mai più”. In queste parole di Auster Rotelli ha trovato il filo conduttore della sua ricerca: trasformare il cammino senza meta in un atto di visione, fare della fotografia una scrittura parallela, capace di restituire la stessa ambiguità della metropoli.
Una New York da vivere, non da visitare
Il percorso espositivo non presenta la New York da cartolina, ma un mosaico di sensazioni in bilico tra realtà e immaginazione. È la stessa ambivalenza che Auster ha reso protagonista dei suoi romanzi, dove l’erranza diventa metodo di conoscenza e il perdersi condizione necessaria per ritrovarsi. Come un flâneur contemporaneo, Rotelli ha percorso Manhattan guidato solo dall’istinto e dagli incontri. La sua macchina fotografica diventa strumento di erranza e rivelazione, come la penna per Auster. La mostra invita il pubblico a fare altrettanto: non osservare semplicemente le immagini, ma attraversarle, lasciarsi condurre in un labirinto visivo che trasforma le sale di Palazzo Ragazzoni in frammenti di metropoli, in pagine di un romanzo urbano da leggere con gli occhi. L’esposizione, in questo senso, è pensata come un romanzo visivo: le sale si trasformano in una mappa urbana, un frammento di Manhattan in cui ogni spettatore è chiamato a costruire il proprio percorso.
Il libro come diario di viaggio
A completare il progetto, il volume “New York, Paul Auster and me” (Postcart Edizioni, 2023), che sarà presentato durante l’inaugurazione insieme all’autore, all’editore e allo storico della fotografia Giancarlo Torresani. Non un semplice catalogo, ma un taccuino di viaggio: una guida alternativa, lontana dagli itinerari turistici, che invita a percorrere la città con la stessa libertà di sguardo che muove le parole di Auster e le immagini di Rotelli.
Euro Rotelli
Nato in Toscana e residente da anni in Friuli, Euro Rotelli ha iniziato il suo percorso artistico con la pittura, per poi trovare nella fotografia il linguaggio espressivo privilegiato. Fotografo pubblicitario e artista, affianca al lavoro professionale una ricerca personale che intreccia sperimentazione tecnica e narrazione poetica. Le sue opere, esposte in Italia e all’estero e presenti in collezioni pubbliche e private, hanno ottenuto riconoscimenti e premi internazionali. Con New York, Paul Auster and me, Rotelli non propone soltanto una mostra, ma un’esperienza: un omaggio a una città che non smette di raccontarsi e a uno scrittore che l’ha resa mito letterario, trasformando il perdersi in una forma di conoscenza. (aise)