Per la prima volta a Venezia l'artista russo Andrey Esionov con la mostra “Strangers”

VENEZIA\ aise\ - 70 acquerelli di Andrey Esionov sono in mostra sino al 30 novembre alla Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia. Al centro la figura umana, immersa nelle sue contraddizioni e in una realtà che sfuma in fantasia.
“La visione parte dalla realtà ma si trasforma lungo il percorso. Questo è ciò che accade con gli acquerelli di Andrey Esionov. Ciò che i suoi acquerelli ci mostrano, o meglio suggeriscono, sono cose o persone colte nell’attimo. È una tappa della loro esistenza” scrive Tahar Ben Jelloun, curatore della mostra.
Un passaggio del testo critico che ci adagia nella poetica del pittore, o almeno nella sua declinazione. Nella mostra inaugurata venerdì, 13 settembre, a Venezia, infatti, emergono in particolare due elementi qui evidenziati: la figura umana e la realtà che sfuma in fantasia. “Strangers” racconta infatti di persone che vivono un momento di contraddizione interno, per cui rischiano di diventare estranei anche a loro stessi.
Lo racconta Esionov stesso: “Il significato esistenziale di questa parola unisce le contraddizioni umane. Gli estranei possono essere parenti nella stessa famiglia, gli amici possono diventare estranei, persone con una mentalità diversa, con una cultura diversa possono sembrare estranei, a volte si scherza su queste persone: “Sembrano provenire da pianeti diversi”. Purtroppo, queste contraddizioni diventano spesso una trama non innocua, capace di portare distruzione e dolore, svalutando la vita stessa”.
Di questi momenti di transito, in cui l'uomo percorre pericolosi pendii, parlano le 70 opere esposte. Per meglio sottolineare i luoghi dell'anima in cui le scene raffigurate prendono forma, Esionov aderisce a uno stile che potrebbe essere definito come neorealismo visionario post-sovietico. Il risultato, come suggeriva Tahar Ben Jelloun, sono raffigurazioni realistiche che scivolano in una dimensione altra, simbolica e favolosa.
Un effetto ottenuto anche grazie al tecnica utilizzata, ovvero l'acquerello su carta, che Esionov reinterpreta in chiave innovativa e contemporanea, facendo dialogare la tradizione accademica con la propria percezione del mondo. “Risulta evidente che Andrey possiede una manualità straordinaria, formata nelle scuole dove si insegnava alla maniera dei nostri pittori rinascimentali, barocchi, neoclassici o di quelli che comunque dovevano apprendere a disegnare come immagino fossero le accademie dell’immenso universo russo […]. Esionov ama e predilige l’immediatezza dell’acquarello, che non consente errori esecutivi, ma le sue opere con colori a olio non sono di qualità inferiore”, scrive l'altro curatore della mostra, Giordano Bruno Guerri.
Immediatezza del gesto (quello del pittore) che incontra dunque l'esattezza dell'attimo (quello in cui immortala i suoi soggetti) per una coincidenza di azione e intenzione, pensiero e messa in pratica che rivela un'estrema sincerità nell'arte di Esionov. Non a caso il pittore dice che, “osservando e stando oggi in mezzo a quella che viene chiamata arte contemporanea, mi sento “mio” in mezzo agli “Estranei” o è ancora “Estraneo” - sono io? Per questo ho costruito la mia nave, chiamando a bordo tutti coloro che sono stanchi delle speculazioni e che sono stanchi della finzione del ‘re nudo’…”. Una nave su cui, non a caso a Venezia, siamo ora tutti invitati a salire. (aise)