“Trame esplorative: un viaggio attraverso l'arazzo” alla Fondazione Dino Zoli di Forlì

Composizione orizzontale da un disegno di Mauro Reggiani, Atelier Elio Palmisano, Italia, 1976

FORLÌ\ aise\ - Sino al 16 marzo 2025 la Fondazione Dino Zoli di Forlì (FC) presenta un'ampia disamina dedicata all'arte dell'arazzo in Italia, dagli anni '50 del secolo scorso ad oggi. Curata da Nadia Stefanel e promossa da Dino Zoli Textile e Fondazione Dino Zoli, l'esposizione è stata inaugurata il 26 ottobre scorso.
Il titolo della mostra “Trame esplorative: un viaggio attraverso l'arazzo” intende sottolineare come il mezzo tessile, tradizionalmente visto come un'arte decorativa, sia diventato nel tempo una forma espressiva innovativa e plurale, che ha saputo intrecciare storie, culture e tecniche.
“Parole come filo, trama, ordito, intrecci, tessuto sono utilizzate spesso per evocare suggestioni di percorsi, idee, relazioni, convivenze e collegamenti. Una tecnica antica incontra, con l'arte, la contemporaneità, e insieme, danno vita a rappresentazioni di emozioni. In un modo simile, Dino Zoli Textile, azienda capostipite di Dino Zoli Group che produce tessuti destinati a rivestire mobili imbottiti, si impegna quotidianamente a fornire materiale per decorare, ma soprattutto per consentire ad ognuno di esprimere la propria identità all'interno degli spazi più intimi, quelli della casa”, dichiara Monica Zoli, vicepresidente Dino Zoli Group.
“L'arazzo, come linguaggio visivo contemporaneo, ci racconta di sperimentazioni e innovazioni tessili, di collaborazioni tra artisti e artigiani, tra tradizione ed esperimenti moderni, in dialogo con le tendenze artistiche contemporanee (in primo luogo l'astrattismo) e il design industriale. Un percorso di ricerca che attraversa l'Italia dalla Lombardia (Arazzeria di Esino Lario e Arazzeria di Elio Palmisano) all'Abruzzo (Arazzeria Pennese), fino alla Sardegna (Studio Pratha), con alcune incursioni europee (Ateliers Pinton), proponendo un momento di riflessione su identità e tradizione. Un'odissea culturale che celebra la ricchezza e la varietà del Made in Italy, riconoscendo il valore di opere che, con il passare del tempo, continuano a raccontare storie e a ispirare nuove generazioni di artisti e appassionati”, afferma Nadia Stefanel, direttrice della Fondazione Dino Zoli.
Il viaggio attraverso le arazzerie rappresenta un'opportunità unica per comprendere come l'arte e l'artigianato si uniscano in un processo creativo collaborativo, capace di coinvolgere alcuni dei più importanti maestri del secondo Novecento e di attrarre gli artisti del presente.
Nel percorso di mostra si possono, infatti, apprezzare il valore del lavoro manuale e della creatività di artisti storicizzati come, tra gli altri, Sonia Delaunay, Gino Severini, Alexander Calder, Afro e Piero Dorazio, di designer come Nathalie du Pasquier o di stilisti come Antonio Marras, di artisti contemporanei come Omar Galliani, Maurizio Donzelli, Stefano Arienti, Loredana Longo e Sissi, che si sono avvicinati all'arazzo come forma espressiva.
Un viaggio in Italia che non solo celebra le tecniche di lavorazione del tessuto, ma invita anche a riconsiderare un'eredità culturale ricca e variegata, testimone di una tradizione che continua ad evolversi e rinnovarsi nel tempo, favorendo connessioni profonde tra artista e pubblico.
Non è un caso che la mostra si concluda con l'arazzo Metapolis, realizzato da Francesca Muller unendo la complessità artigianale della tessitura con grafiche ispirate dall'intelligenza artificiale, in linea con le scelte tematiche portate avanti dalla Fondazione Dino Zoli nel 2024: dalla mostra BODY (S)CUL(P)TURE di Francesca Fini, prologo di Ibrida, festival delle arti intermediali, alla collettiva di artisti italiani e singaporiani Art in Motion: AI Creatives at the Singapore Night, organizzata da Dino Zoli Group a Singapore durante il Gran Premio di Formula 1. Con Metapolis, Francesca Muller ha preservato la tradizione del lavoro di tessitura, traghettandola nell'era digitale.
La mostra “Trame esplorative: un viaggio attraverso l'arazzo” rientra a pieno titolo nella più ampia pianificazione culturale della Fondazione Dino Zoli, che dal 2017 propone prevalentemente percorsi di ricerca, residenze d'artista e progetti curatoriali legati al tessuto e alla luce, in linea con le più importanti aree di business di Dino Zoli Group, per coinvolgere i dipendenti, favorire il welfare aziendale ed aprirsi al territorio, ai giovani e alla collettività, portando a Forlì mostre e progetti artistici di ampio respiro e valorizzando le eccellenze culturali italiane nel mondo.
L'esposizione, realizzata con il patrocinio di Comune di Forlì, Regione Emilia-Romagna e Confindustria Romagna, è resa possibile grazie ai numerosi prestatori italiani e internazionali. (aise)