All’IIC New York l’installazione di arte visiva “Through the Frame. When the journey begins”
NEW YORK\ aise\ - Nasce da un’idea di Fabio Finotti, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, la mostra “Through the Frame. When the journey begins”, inaugurata il 17 gennaio negli spazi di Park Avenue, dove l’installazione di arte visiva di Marco e Federico Pelle insieme ad Ernesto Galan sarà visitabile sino al 3 febbraio.
“Per rappresentare la fusione tra il mondo virtuale e quello reale”, spiega Finotti, “abbiamo immaginato uno spazio ibrido: personaggi di quadri celebri escono dalla cornice, entrano nella nostra realtà, la esplorano con la danza. L’Istituto Italiano di Cultura di New York vuole in questo modo rappresentare l’Italia come tradizione che si rinnova, passato che si trasforma in futuro, bellezza in perenne metamorfosi”.
L’intelligenza artificiale ha creato una nuova osmosi tra il mondo reale e quello virtuale. Il famoso libro Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò di Lewis Carroll deve essere oggi interpretato in direzione rovesciata: non è più la vita che entra nella cornice dell’immaginario, ma è l’immaginario che entra nello spazio della vita, e si confonde con essa.
In “Through the Frame” famosi quadri, legati alla corrente del Realismo Magico, ma non solo, si animano attraverso la magia del video e della danza e i loro personaggi escono (e qui siamo di fronte al mistero del Realismo Magico) dal dipinto per entrare nel mondo reale in carne e ossa. Un’esperienza immersiva che ci avvicina alla realtà e ridefinisce il modo di fruire l’arte.
I soggetti ritratti nelle opere scelte – “Hygieya” di Gustav Klimt, “Alice” di Arthur Rackham, “Il giocoliere” di Antonio Donghi, “Donna con veste azzurra” di Bruno Croatto, “Per se e per suo ciel concepe e figlia” e “Ritratto di Silvana Cenni” di Felice Casorati – prendono vita per trasformarsi in persone reali che attraversano la cornice del quadro stesso attraverso sei video, in cui coreografia, regia e costumi sono curati dallo stesso Pelle.
I balletti, interpretati da straordinari danzatori come Mara Galeazzi del Royal Ballet di Londra, Luigi Crispino dell’American Ballet Theatre e da Graceanne Pierce, prima ballerina e ospite di fama internazionale, celebrano il potere della danza e la sua capacità di unire conscio e inconscio, fantasie e esperienza, disegno e fluidità e, soprattutto, di diventare strumento per portarci dall’onirico alla materia, di rompere letteralmente la cornice per mostrarci che il sogno non è solo nel contenuto, ma anche oltre il contenitore. È, anzi, il contenitore stesso.
Marco Pelle, coreografo residente del New York Theatre Ballet, ha alle spalle importanti collaborazioni con noti ballerini della scena internazionale (Alessandra Ferri, Roberto Bolle, Isabelle Ciaravola, Luciana Paris e Stephen Hanna, per citarne alcuni). Le sue coreografie sono state ballate in tutto il mondo e in luoghi assai prestigiosi, come il Na:onal Center for the Performing Arts di Pechino o il Guggenheim Museum di New York. In America è conosciuto come uno dei coreografi di Pose, serie di Ryan Murphy nominata a due Golden Globes. In Italia i più lo ricordano per le coreografie di Passage, cortometraggio, diretto da Fabrizio Ferri e interpretato da Roberto Bolle con la partecipazione di Polina Semionova, che ha aperto la 70a edizione del Festival del Cinema di Venezia per celebrare i 10 anni di Vanity Fair, diventando virale in rete. Dal 2017 è Academic Fellow dell’Università Bocconi di Milano, dove insegna all’interno del dipartimento Social and Poli:cal Sciences un corso su Performing Arts Management. (aise)