“La Fonte”: torna il Festival di Letteratura Italiana di Vienna
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VIENNA\ aise\ - Si terrà dal 28 febbraio al 2 marzo prossimi presso il Teatro Odeon “La Fonte. Festival di Letteratura Italiana a Vienna”.
Dieci presentazioni bilingue con traduzione consecutiva e un evento per bambini solo in italiano per un intenso fine settimana con autori e autrici dall’Italia per raccontare, attraverso diversi generi letterari e linguaggi - dal saggio al romanzo, dalla graphic novel al giallo fino ai mondi fantastici dei libri per bambini - la letteratura italiana contemporanea.
Il programma del festival si aprirà il 28 febbraio, alle ore 18, con un doppio appuntamento.
Olga Campofreda presenterà, in dialogo con Nicola Locatelli, il suo volume “Ragazze perbene” (NN Editore), con le letture in tedesco affidate a Olaf Osten.
Nelle città di provincia le ragazze perbene si assomigliano tutte. Per sottrarsi a un futuro già raccontato, Clara si trasferisce a Londra, dove insegna italiano a ricchi expat e si trova intrappolata nel vortice degli incontri online. Ma il matrimonio della bellissima cugina Rossella, inseparabile compagna d’infanzia diventata poi modella di abiti da sposa, la richiama a Caserta. Clara si trova così ancora immersa nel mondo da cui è fuggita: all’addio al nubilato della cugina rivede le vecchie compagne di scuola, e nei giorni successivi incontra Luca, lo sposo, con cui aveva stretto in passato un’amicizia clandestina. All’improvviso, però, Rossella scompare senza lasciare traccia. E Clara, convinta che la cugina nasconda qualcosa, scopre nel suo diario un segreto impossibile da confidare, che minaccia il futuro radioso che Rossella ha sempre incarnato. Olga Campofreda toglie il velo sulle seconde vite e i desideri nascosti delle ragazze perbene, i cui destini sono specchio di una femminilità che parla di sacrifici e rinunce, di principi azzurri e segreti, di infelicità che si tramandano nel tempo, di madre in figlia. E racconta la storia di una ragazza che si ribella a sogni e consuetudini già logore, per inventare una strada nuova, tutta sua, da costruire con consapevolezza giorno dopo giorno.
Olga Campofreda (Caserta 1987) vive a Londra, dove lavora come ricercatrice in Italian e Cultural studies e insegna scherma per la nazionale inglese Under 20. Ha esordito nel 2009 e i suoi racconti sono apparsi su riviste e blog letterari. È co-autrice del podcast The Italian Files e insieme a Eloisa Morra cura Elettra, una serie antologica di racconti sul rapporto tra padri e figlie.
Alle 20:30 sarà la volta di Igiaba Scego che presenterà il suo “Cassandra a Mogadiscio” (Bompiani Editore). A dialogare con lei sarà Federica Tirrò, mentre a Lorena Pircher saranno affidate le letture in tedesco. L’incontro è organizzato in collaborazione con il Comites Austria.
A Roma, il 31 dicembre 1990, una sedicenne si prepara per la sua prima festa di Capodanno: indossa un maglione preso alla Caritas, ha truccato in modo maldestro la sua pelle scura, ma è una ragazza fiera e immagina il nuovo anno carico di promesse. Non sa che proprio quella sera si compirà per lei il destino che grava su tutta la sua famiglia: mentre la televisione racconta della guerra civile scoppiata in Somalia, il Jirro scivola dentro il suo animo per non abbandonarlo mai più. Jirro è una delle molte parole somale che incontriamo in questo libro: è la malattia del trauma, dello sradicamento, un male che abita tutti coloro che vivono una diaspora. Nata in Italia da genitori esuli durante la dittatura di Siad Barre, Igiaba Scego mescola la lingua italiana con le sonorità di quella somala per intessere queste pagine che sono al tempo stesso una lettera a una giovane nipote, un resoconto storico, una genealogia familiare, un laboratorio alchemico nel quale la sofferenza si trasforma in speranza grazie al potere delle parole. Parole che, come un filo, ostinatamente uniscono ciò che la storia vorrebbe separare, in un racconto che con il suo ritmo ricorsivo e avvolgente ci svela quanto vicende lontane ci riguardino intimamente: il nonno paterno dell’autrice, interprete del generale Graziani durante gli anni infami dell’occupazione italiana; il padre, luminosa figura di diplomatico e uomo di cultura; la madre, cresciuta in un clan nomade e poi inghiottita dalla guerra civile; le umiliazioni della vita da immigrati nella Roma degli anni novanta; la mancanza di una lingua comune per una grande famiglia sparsa tra i continenti; una malattia che giorno dopo giorno toglie luce agli occhi. Come una moderna Cassandra, Igiaba Scego depone l’amarezza per le ingiustizie perpetrate e le grida di dolore inascoltate e sceglie di fare della propria vista appannata una lente benevola sul mondo, scrivendo un grande libro sul nostro passato e il nostro presente, che celebra la fratellanza, la possibilità del perdono, della cura e della pace.
Igiaba Scego, nata nel 1974 a Roma da una famiglia somala, collabora con diversi quotidiani e con riviste dedicate a migrazioni, culture e letterature africane. Le sue opere, ricche di riferimenti autobiografici, esplorano il fragile equilibrio tra le sue due radici culturali: quella somala, ereditata dalla famiglia, e quella italiana, vissuta nella quotidianità.
Ospiti del festival sabato 1 marzo saranno ben quattro autori: Roberto Alajmo, in dialogo con Silvia Chiarini, presenterà “Il piano inclinato” (Sellerio Editore); Rosella Postorino, con Tania Spagnoli, presenterà “Mi limitavo ad amare te” (Feltrinelli); Matteo B. Bianchi, con Anna Bellé, “La vita di chi resta” (Mondadori); e Simonetta Agnello Hornby, con Piero Rocchi, “Era un bravo ragazzo” (Mondadori).
Cinque infine gli eventi in programma domenica 2 marzo: Nello Cristianini, introdotto da Amedeo Staiano, parlerà del suo “Machina sapiens. L’algoritmo che ci ha rubato il segreto della conoscenza” (Il Mulino); Erika De Pieri, con l’introduzione di Anna Bellé, direttrice della biblioteca cittadina Bücherei Billrothstrasse, terrà uno spettacolo teatrale dedicato ai più piccini; Licia Troisi, in dialogo con Alfredo Zucchi, presenterà il libro “Astrofisica per ansiosi” (Rizzoli); Gian Marco Griffi, in dialogo con Florian Baranyi e in collaborazione con Literaturhaus Wien, presenterò il suo “Le ferrovie del Messico” (Laurana editore); e infine chiuderà il programma Giancarlo De Cataldo che presenterà “Nero come il cuore” (Einaudi) dialogando con Bruno Ciccaglione. (aise)