Allarme di Oxfam: “con l’ordine di evacuazione da Khan Yunis Est, Israele condanna 250 mila palestinesi alla fame”

ROMA\ aise\ - L'ultimo ordine di evacuazione emesso da Israele, che impone a 250 mila persone di abbandonare la zona orientale di Khan Younis, “viola la Convenzione di Ginevra ed è in contrasto con diverse disposizioni del diritto internazionale umanitario. Non viene garantito alcun corridoio umanitario sicuro per gli sfollati in fuga, né viene fornita indicazione di una destinazione finale, dove decine di migliaia di persone senza più niente possano trovare cibo e sicurezza”.
È l’allarme lanciato oggi da Oxfam, di fronte ad una catastrofe umanitaria che rischia di precipitare ulteriormente.
La cosiddetta “zona umanitaria” individuata per gli sfollati – ossia probabilmente quella costiera di Al-Mawasi - è infatti attualmente una delle più densamente popolate al mondo, dove si sopravvive a stento con pochissimo cibo, senz’acqua, servizi medici e ripari sufficienti.
Nell’area - definita sicura - continuano poi a susseguirsi attacchi che rendono pressoché impossibile l’aiuto umanitario, provocando ancora morti tra la popolazione civile.
“Il nostro personale al lavoro nell’area ci dice che negli ultimi giorni i bombardamenti si sono intensificati, che le persone non hanno niente per vivere, costrette ad accamparsi per strada, senza il minimo accesso a servizi igienici adeguati. In queste condizioni il rischio di diffusione di malattie è altissimo”, spiega Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia. “Spingere altre centinaia di migliaia di persone verso questa ‘trappola mortale’ è disumano ed è l’ennesima violazione del diritto internazionale umanitario. Ancora una volta, assistiamo a un’evacuazione di massa per ordine dell'esercito israeliano, che ignora il diritto alla sicurezza e alla dignità. Le aree che Israele ha definito "sicure" e dove dovrebbe essere garantito l’accesso umanitario non lo sono affatto. Decine di migliaia di famiglie vengono costrette a scegliere se restare in una zona di combattimento attiva o trasferirsi in un luogo sovraffollato e pericoloso".
Questo nuovo ordine di evacuazione – annota Oxfam – costituisce inoltre uno dei più grandi spostamenti forzati di massa di persone dall'inizio del conflitto. Gli ordini sono stati dati alla popolazione con pochissimo preavviso o scarsissime informazioni.
Solo la settimana scorsa, le forze israeliane hanno ordinato l'evacuazione del quartiere di Shuja'iya a Gaza City, costringendo oltre 60.000 persone a fuggire senza concedere il tempo di prendere il minimo essenziale.
“Nonostante la frequenza degli ordini di evacuazione e l'enorme numero di persone a cui è stato imposto di spostarsi, nessuno dei percorsi dichiarati sicuri a Gaza lo è realmente”, aggiunge Pezzati. “L'esercito israeliano continua sistematicamente ad attaccare i civili e gli operatori umanitari, anche nelle cosiddette "zone sicure" e lungo le "vie di evacuazione" chiaramente indicate. Israele continua a non rispettare il diritto internazionale, che lo obbliga come Paese occupante a prendere tutte le misure possibili per garantire condizioni dignitose e sicure agli sfollati, Per questo rilanciamo un appello urgente per un cessate il fuoco immediato e permanente, che consenta di portare gli aiuti necessari ad una popolazione allo stremo, ovunque ce ne sia bisogno dentro Gaza; chiediamo inoltre che venga garantito il rilascio di tutti gli ostaggi e dei palestinesi detenuti illegalmente”. (aise)