Unicef: scioccati dall'uccisione di almeno 11 bambini in una moschea in Sudan

Foto: Unicef

GINEVRA\ aise\ - Almeno 11 bambini sono stati uccisi in una attacco con droni ad una moschea al campo per sfollati interni di Abu Shouk ad Al Fasher, nel Nord Darfur, in Sudan. A riportare la tragica notizia è stata Catherine Russell, Direttrice generale dell’UNICEF, che ha commentato: “è scioccante e inaccettabile".
Secondo le prime notizie, 11 bambini, fra i 6 e i 15 anni, sono stati uccisi nell’attacco che ha colpito non solo la moschea, ma anche le case adiacenti. Molti altri bambini sono stati feriti.
"Per oltre 500 giorni, i bambini di Al Fasher hanno subito un assedio incessante da parte delle Forze di Supporto Rapido - ha aggiunto Russell -. I bambini sono intrappolati a causa della violenza, con scarso accesso al cibo, all'acqua potabile e all'assistenza sanitaria, e costretti ad assistere a orrori che nessun bambino dovrebbe mai vedere. L'ultimo attacco ha distrutto famiglie e infranto ogni senso di sicurezza per bambini che hanno già sofferto così tanto".
Inoltre, ha aggiunto la Direttrice dell'Agenzia Onu per l'Infanzia, ad Al Fasher un camion cisterna sostenuto dall'UNICEF è stato colpito da un drone mentre trasportava acqua potabile per 8.500 sfollati e pazienti ospedalieri, tra cui quelli dell'ospedale Al Saudi, uno dei pochi centri sanitari ancora funzionanti della città. Si tratta del terzo camion sostenuto dall'UNICEF preso di mira negli ultimi tre mesi, mettendo a grave rischio sia il personale umanitario sia gli aiuti salvavita.
"Con Al Fasher sotto assedio, attacchi come questo stanno privando le famiglie di acqua sicura in un momento in cui la malnutrizione infantile e le malattie sono in aumento - ha spiegato ancora Russell -. Le famiglie sfollate e gli ospedali dipendono adesso quasi interamente dal trasporto di acqua con autocisterne. Senza queste, molti saranno costretti a ricorrere a fonti di acqua non sicura, esponendo ulteriormente i bambini malattie mortali legate all’acqua".
"È terribile che i bambini continuino ad essere uccisi, mutilati e traumatizzati in un conflitto che non hanno causato e non possono controllare. Le loro case, scuole e luoghi di culto – spazi che sono protetti secondo il diritto internazionale umanitario – sono diventati obiettivi - ha proseguito ancora la Direttrice Generale dell'UNICEF -. Tutte le parti coinvolte nel conflitto devono porre fine a questi attacchi, rispettare i propri obblighi secondo il diritto internazionale umanitario e assicurare protezione ai bambini in ogni momento. È in gioco la vita dei bambini e l’impunità non può essere tollerata. È necessario avviare un'indagine tempestiva e approfondita su queste atrocità e i responsabili devono essere chiamati a rispondere pienamente delle loro azioni".
"Ogni bambino ha il diritto a vivere in sicurezza", ha concluso la responsabile UNICEF che ha ribadito l'essere al fianco dei bambini di Al Fasher e del Sudan. "Non smetteremo di chiedere che siano protetti e di amplificare la loro voce finché la violenza non avrà fine". (aise)