Cittadinanza per figli e nipoti, attestato di lingua dalla terza generazione: la proposta del Maie

ROMA\ aise\ - Una proposta “ragionevole ed equilibrata”. Così il fondatore e presidente del Maie, Ricardo Merlo, ha definito la proposta di legge per la riforma della cittadinanza depositata alla Camera dal deputato Maie Franco Tirelli. Il testo, che presto sarà presentato in Senato da Mario Borghese, è stato illustrato ieri sera alla Camera dai tre esponenti del Maie.
Obiettivo, ha spiegato Merlo, cambiare la riforma del Governo entrata in vigore a maggio, “unica alternativa” presentata finora. Si tratta di una proposta “equilibrata” che, ha sostenuto, “l’Italia dovrebbe accogliere con favore: con la crisi demografica in atto e le limitazioni alla trasmissione della cittadinanza dei nati all’estero avremo un paese multiculturale, ma senza italiani”.
La proposta del Maie, ha aggiunto Tirelli, deputato eletto in Sud America, prevede il “riconoscimento della cittadinanza in forma automatica e diretta per tutti i figli e nipoti di italiani”. Rispetto ai requisiti necessari oggi, “viene eliminato il limite della nascita in Italia e il possesso esclusivo della sola cittadinanza italiana dei genitori”. Le altre generazioni, dunque dai bisnipoti in poi, “alla richiesta di cittadinanza dovranno accompagnare il certificato B1 che attesti la conoscenza della lingua e della cultura italiana, visto che il Governo ha sottolineato più volte che è necessario un legame con il Paese”. Si tratta, ha osservato Tirelli, di un testo “opportuno” anche in vista dell’attesa sentenza della Corte Costituzionale chiamata a pronunciarsi sulla riforma del Governo: “dopo l’attesa pronuncia sulla sua incostituzionalità (perché contraria al principio di uguaglianza ex articolo 3 della Costituzione e per la retroattività delle norme - ndr), questo progetto sarà una risposta agli italiani all’estero chiedono la riformulazione di una legge vergognosa”.
Come d’altronde è emerso anche nel convegno organizzato ieri da Mario Borghese: un “convegno molto trasversale”, ha commentato il senatore eletto in Sud America, “con parlamentari di tutti gli schieramenti e membri del Cgie”. La proposta del Maie è “molto equilibrata perché difende i diritti degli italiani all’estero ed è ragionevole per chiede il certificato di lingua” per le terze generazioni. Una misura, ha aggiunto, che servirà anche a “rilanciare la rete di scuole bilingue e paritarie, i corsi degli Istituti Italiani di Cultura e della Dante Alighieri, tutti enti che all’estero promuovono la lingua italiana. Il nostro Paese non cresce come gli altri: dobbiamo copiare il modello positivo della Spagna, dove il pil cresce e dove tantissimi italiani decidono di vivere”.
La riforma voluta dal Governo “è ingiusta e inopportuna”, ha ripreso Merlo. “Tutti sapevamo che le norme andavano cambiate, ma non così, senza una visione politica che guardi al futuro e appigliandosi alla “sicurezza nazionale” per emanare il decreto d’urgenza. Per l’importanza del tema, doveva essere discussa in Parlamento, con le audizioni di Comites e Cgie”.
Obiettivo del Maie, ha aggiunto Tirelli, è raccogliere “l’appoggio trasversale sul testo. Al convegno in Senato, il Pd ha detto che l’appoggerà, ora dobbiamo parlare con tutti gli altri”.
Il testo, ha confermato Merlo, “è una base per iniziare a lavorare e dibattere con gli altri partiti che possono anche migliorarlo”.
Nel frattempo, le norme entrate in vigore a maggio stanno mettendo in difficoltà connazionali e anche la rete consolare: in Sud America e in Argentina in particolare, ha chiarito Tirelli, le criticità maggiori riguardano le pratiche per i minorenni “perché quando si presenta la domanda i Consolati dicono che c’è un errore, ma non specificano quale, quindi gli interessati la ripresentano allungando i tempi”. Senza dimenticare che la “finestra temporale si chiuderà a maggio 2026”. Una data “troppo ravvicinata” per i parlamentari del Maie che, ha confermato Borghese, chiederanno una proroga nell’ambito dell’esame del Milleproroghe. (ma.cip.\aise)