Discriminati i figli degli italiani all’estero con la nuova legge sulla cittadinanza: Giacobbe (Pd) interroga Tajani

ROMA\ aise\ - “L’iniquità della nuova normativa sulla cittadinanza è evidente: si discriminano i figli degli italiani all’estero, imponendo loro ostacoli che non esistono per chi nasce in Italia e addirittura una tassa di registrazione per chi nasce all’estero”. Questo è quanto ha voluto denunciare il Senatore del Pd eletto in Australia, Francesco Giacobbe, durante un’interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani.
Nell’interrogazione, Giacobbe ha richiamato l’attenzione del Governo sulle disparità introdotte dalla legge 23 maggio 2025, n. 74, che ha convertito con modifiche il decreto-legge 28 marzo 2025, n. 36.
“La nuova legge – spiega – ha abolito il riconoscimento automatico della cittadinanza italiana iure sanguinis per i nati all’estero, sostituendolo con requisiti rigidi e penalizzanti. Si tratta di una svolta gravissima: un diritto naturale e storicamente riconosciuto viene trasformato in una corsa a ostacoli burocratici ed economici”.
Tra le misure più ingiuste, l’interrogazione evidenzia l’imposizione di un contributo di 250 euro per la dichiarazione di volontà necessaria a ottenere la cittadinanza per i figli minorenni nati all’estero non registrati entro il 27 marzo 2025. “Una tassa che colpisce solo chi è nato fuori dall’Italia, mentre per chi nasce in patria la registrazione è gratuita. È una palese discriminazione che crea italiani di serie A e italiani di serie B”, ha affermato Giacobbe.
Il senatore ha quindi chiesto al Ministro di spiegare le motivazioni di questa disparità e se sia compatibile con l’articolo 3 della Costituzione, che sancisce il principio di eguaglianza tra tutti i cittadini. Chiede inoltre l’eliminazione del contributo, come gesto concreto di rispetto verso le comunità italiane nel mondo. (aise)