La Marca (Pd) sul mancato accordo sulle patenti di guida Italia-Canada/USA: il MIT continua a non rispondere

­ROMA\ aise\ - La Senatrice del Pd eletta in Centro e Nord America, Francesca La Marca, è intervenuta ieri, 7 ottobre, in Aula tornando "per l'ennesima volta" sulla questione del mancato Accordo di reciprocità sulle patenti di guida con alcune Province canadesi (Ontario e Québec) e alcuni Stati Americani (New York e Florida). Una questione che, secondo lei, è "relativamente semplice e lineare" e che "potrebbe essere risolta in modo altrettanto semplice e lineare, ma che purtroppo dopo anni non si riesce a concludere". Insomma, una "never ending story".
"Dopo anni di interrogazioni, interventi, sollecitazioni varie, nonché un incontro diretto con il Premier e il Ministro dei trasporti della Provincia dell'Ontario, alla fine non si è concluso nulla - ha spiegato la senatrice La Marca -. La Provincia dell'Ontario ha inviato l'ultima bozza di accordo al Ministero dei Trasporti italiano mesi addietro, la Provincia del Québec addirittura nella scorsa primavera, senza però ricevere alcun riscontro".
La Marca si è poi soffermata in particolare su due Stati degli USA, ovvero New York e Florida. Due Stati "che hanno dimostrato interesse a siglare un accordo con il nostro Paese e che ospitano le comunità più folte di connazionali di tutti gli Stati Uniti, con numeri che aumentano ogni anno e dove l'Italia avrebbe tutto da guadagnare siglando con loro un accordo, questo Governo si dimostra completamente inflessibile, rifiutandosi di siglare direttamente con i singoli Stati".
La senatrice dem si è quindi appellata al Ministro Salvini: "non trascuri le sue comunità all'estero - come ha dimostrato di fare finora - rispondendo al più presto alle bozze inviate dalle due Province canadesi, e, in questo momento così complicato della gestione della politica statunitense, di dimostrare un pizzico di flessibilità siglando un accordo direttamente con i due Stati in questione, e non soltanto per dare risposte alle esigenze dei nostri connazionali nel mondo, che lo meritano, ma anche per tutelare l'immagine del nostro Paese". (aise)