“Passaportopoli” e diplomazia: 31 procedimenti disciplinari in due anni

ROMA\ aise\ - “Nel biennio 2023-2024 sono state effettuate complessivamente 136 visite ispettive presso le Rappresentanze diplomatico-consolari all'estero (rispettivamente 67 nel 2023 e 69 nel 2024), cui si aggiungono le 56 visite svolte dal 1° gennaio al 17 ottobre 2025. Questa campagna in favore della legalità e della buona amministrazione e la conseguente intensificazione dell'attività ispettiva ha portato ad avviare, dal novembre 2023, 31 procedimenti disciplinari nei confronti di altrettanti dipendenti, oltre che 5 richiami in servizio presso il Ministero. Nei casi in cui sono emerse ipotesi di reato e/o di danno erariale, si è provveduto a segnalare i fatti alle Autorità giudiziarie competenti per le valutazioni e i seguiti di competenza”. È quanto si legge nella risposta all’interrogazione del deputato del Maie Franco Tirelli affidata al sottosegretario agli esteri Giorgio Silli.
Tirelli, eletto in Sud America, nel giugno scorso aveva interrogato Farnesina e Viminale circa il caso segnalato dalla stampa nazionale su passaporti comprati grazie al coinvolgimento di funzionari diplomatici corrotti.
“Sin dall'inizio del suo mandato, - replica il sottosegretario – il vice Presidente del Consiglio e Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha disposto un'azione a tutto campo per contrastare e prevenire fenomeni illeciti e per continuare a migliorare la qualità dei servizi resi ai cittadini dalla rete estera della Farnesina. Tra le misure adottate, ha disposto l'avvio di una campagna di missioni ispettive volte a verificare in maniera capillare la regolarità dell'operato delle sedi estere, specialmente in teatri connotati da potenziali criticità in Africa, Asia meridionale ed America Latina. Su impulso del Ministro, alle missioni ispettive ha preso parte non solo personale della Farnesina, ma anche personale specializzato proveniente da altri organi dello Stato (Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia di Stato)”.
“Con particolare riferimento alle verifiche ispettive svolte in Paesi storicamente connotati da una forte immigrazione italiana (America Latina), i procedimenti disciplinari avviati dall'amministrazione hanno in particolare riguardato procedure e pratiche di cittadinanza iure sanguinis”, precisa Silli. “A seguito delle verifiche condotte, sono state accertate irregolarità che hanno portato alla sospensione di personale dipendente. Gli atti alla base dei procedimenti disciplinari sono stati immediatamente trasmessi anche alla Procura della Repubblica”.
La rete diplomatico-consolare, si legge ancora nella risposta, “è stata per lungo tempo chiamata a processare, ogni anno, decine di migliaia di istanze di riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis, in ragione dell'assenza di limiti generazionali alla trasmissione del nostro status civitatis. Un impianto normativo che solo di recente ha subito modifiche con l'adozione del decreto-legge 28 marzo 2025, n. 36, convertito con la legge 23 maggio 2025, n. 74. Con il disegno di legge governativo recante disposizioni per la revisione dei servizi per i cittadini e le imprese all'estero, approvato di recente in prima lettura dalla Camera dei deputati, si auspica di effettuare un'ulteriore revisione delle procedure per il riconoscimento della cittadinanza, che vedrà in primis la centralizzazione presso gli uffici della Farnesina della gestione e lavorazione delle domande presentate dai residenti all'estero. Tale riorganizzazione sarebbe pertanto funzionale a garantire una più agevole ed efficiente trattazione delle domande e a ridurre i tempi di attesa grazie a un sistema più strutturato e coordinato”.
“La rete estera, che fino a oggi ha svolto con cura e attenzione i controlli necessari per garantire la completezza e correttezza delle istanze, - conclude Silli – potrebbe così dedicarsi maggiormente all'erogazione dei servizi rivolti a chi è già riconosciuto come cittadino, offrendo un supporto più efficace e tempestivo e riducendo, al contempo, le pressioni derivanti dalla gestione delle numerose richieste pendenti, in linea con le necessità delle nostre collettività all'estero”. (aise)