Al Poldi Pezzoli di Milano per la prima volta insieme le otto tavole del polittico agostiniano di Piero della Francesca

Ph. Marco Beck Peccoz

MILANO\ aise\ - Dal 20 marzo scorso per la prima volta nella storia, a 555 anni dalla realizzazione, si possono ammirare esposte riunite insieme a Milano le otto tavole del polittico del 1469 di Piero della Francesca (1412–1492) provenienti da New York, Lisbona, Londra e Washington. Ad ospitare l’unica e irripetibile mostra “Piero della Francesca. Il polittico agostiniano riunito” è il Museo Poldi Pezzoli, dove sino al 24 giugno i segreti dello straordinario capolavoro rinascimentale sono svelati anche da una campagna di analisi diagnostiche sostenuta da Fondazione Bracco.
Nel 1469 l’artista finiva di dipingere il suo magnifico polittico, iniziato nel 1454 per l’altare maggiore della chiesa degli agostiniani a Borgo San Sepolcro, in provincia di Arezzo. La pala, fra le opere di maggiore impegno di Piero della Francesca, fu smembrata e dispersa alla fine XVI secolo. Oggi ciò che resta del polittico agostiniano, ovvero otto pannelli (la tavola centrale e gran parte della predella non sono state finora rintracciate), si trova in musei in Europa e negli Stati Uniti, oltre che al Museo Poldi Pezzoli, proprietario del pannello raffigurante San Nicola da Tolentino, uno dei quattro santi che appartenevano alla parte centrale del polittico.
In passato alcuni musei avevano già provato a riunire il polittico: lo stesso Museo Poldi Pezzoli nel 1996, la Frick Collection nel 2013 e il Museo dell’Hermitage nel 2018, ma, non ottenendo tutti i prestiti, ne hanno proposto solo una ricostruzione “virtuale”.
Ora, invece, grazie alla collaborazione con i grandi musei proprietari dei pannelli superstiti - la Frick Collection di New York (San Giovanni Evangelista, la Crocifissione, Santa Monica e San Leonardo), il Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona (Sant’Agostino), la National Gallery di Londra (San Michele Arcangelo) e la National Gallery of Art di Washington (Sant’Apollonia) - è possibile ammirare riuniti tutti i frammenti del famoso polittico.
La mostra, ideata da Alessandra Quarto, direttore del Museo Poldi Pezzoli, è a cura di Machtelt Brüggen Israëls del Rijksmuseum e dell’Università di Amsterdam e Nathaniel Silver dell’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, studiosi di livello internazionale e gli ultimi a proporre la ricostruzione del polittico nel 2013 presso la Frick Collection di New York sulla base delle indagini finora condotte. L’organizzazione della mostra è a cura di Lavinia Galli, conservatrice, e Federica Manoli, collection manager, del Museo Poldi Pezzoli, con il coordinamento di Arianna Pace dell’ufficio mostre.
Presentati in un suggestivo allestimento a cura dell’architetto Italo Rota e dello studio internazionale di design Carlo Ratti Associati, i pannelli sono accostati tra loro con le cornici che li hanno “accompagnati” in questi secoli di storia collezionistica.
Entrando nella prima sala, i visitatori prendono parte ad un viaggio emozionale in cui si percepisce l’atmosfera del luogo in cui il Polittico è stato creato. L’illuminazione, concepita ad hoc in partnership con Artemide, contribuisce a ricreare l’ambiente originario. Nella seconda sala, i visitatori hanno la possibilità di assistere a una proiezione video che riunisce insieme tutte le tavole del capolavoro di Piero della Francesca e che spiega la genesi del progetto e gli importanti risultati emersi con la campagna di analisi condotte grazie a Fondazione Bracco.
La mostra mira a restituire al pubblico e agli studiosi la piena esperienza dell’opera pierfrancescana con tutta la sua potenza evocativa dell’epoca rinascimentale. Visti da vicino i dipinti rivelano la minuziosa attenzione del maestro per i tessuti e i gioielli lussuosi come il broccato d’oro del Sant’Agostino e l’armatura del San Michele Arcangelo e, per contro, la semplicità del saio del San Nicola da Tolentino, austero e ruvido. Mostrano inoltre i giochi di luce che Piero della Francesca ha sapientemente utilizzato per ognuno dei pannelli, rivelando una grande attenzione per i dettagli degli ornamenti che oggi dialogano perfettamente con le arti decorative presenti nella collezione del museo milanese.
“Milano è al centro di questa operazione culturale di livello internazionale che”, come ha dichiarato dichiara Alessandra Quarto, “non è “solo” una mostra, ma è un lavoro di squadra interdisciplinare che come ogni ricerca scientifica richiede competenze diverse, di altissimo livello, e grande affiatamento e dedizione. Nel polittico agostiniano Piero della Francesca “ha fatto scendere il cielo in terra”; il Poldi Pezzoli di Milano ripete, per una sola imperdibile volta, questo miracolo”.
“La mostra sul polittico agostiniano di Piero della Francesca al Museo Poldi Pezzoli è una di quelle davvero giuste e commoventi perché”, afferma la curatrice Machtelt Brüggen Israëls, “vede riunite, dopo secoli di dispersione, le sue opere nella loro coerenza originale, avvicinandosi a ciò che aveva concepito il grande “pittore di luce”. Inoltre, l’iniziativa della Fondazione Bracco di fare apposite indagini tecniche sul “San Nicola da Tolentino” ha fornito ai curatori e ai colleghi dei musei di Londra, New York e Washington, lo stimolo per realizzare ulteriori indagini tecniche, che ci hanno consentito di capire il mistero del soggetto del pannello mancante, nonché il modo rivoluzionario con cui Piero ha riutilizzato la struttura lignea preesistente su cui era costretto a dipingere”.
La diagnostica per immagini sul “San Nicola da Tolentino” del Poldi Pezzoli, voluta da Fondazione Bracco e realizzata in situ dal team di ricercatori dell’Università di Milano, dello spinoff IUSS Pavia DeepTrace Technologies con la collaborazione del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, coordinato dalla professoressa Isabella Castiglioni, ha permesso di ripercorrere le tecniche di lavoro del pittore e i materiali utilizzati, nonché le strade della composizione, dello smembramento e della ricostruzione del polittico. Si è potuto così esaminare in modo inedito l’opera d’arte, dagli strati pittorici superiori, visibili ad occhio nudo, agli strati preparatori più profondi, ottenendo una rappresentazione visiva e intuitiva delle caratteristiche e della distribuzione superficiale dei materiali. La pratica pierfrancescana per il disegno prevedeva strumenti e tecniche diverse: i punti di spolvero dei cartoni ancora si rilevano perfettamente, infatti, in alcune aree del dipinto mentre altrove furono forse cancellati dall’artista stesso nel momento in cui tracciava il disegno. I raggi X hanno poi evidenziato che si tratta di una sola tavola di legno di pioppo, che reca tracce delle traverse rimosse e che fu assottigliata. Condotte attraverso immagini ad alta risoluzione nell’ultravioletto, vicino infrarosso, radiazione X e analisi di microscopia e spettroscopia puntuale, le indagini hanno permesso di scendere fino agli strati più profondi, portando alla luce più di un segreto. Primo fra tutti, il fatto che Piero della Francesca non ebbe a disposizione delle tavole apposite, ma dovette dipingere su una carpenteria medievale, ricavandone un capolavoro.
La mostra a Milano è quindi un’occasione eccezionale per tutto il pubblico e fondamentale ai fini della ricerca e dello studio da parte degli esperti di tutto il mondo; verranno infatti organizzate conferenze, giornate di studio e confronto fra i grandi conoscitori di Piero della Francesca e della sua pittura, oltre a numerose attività per le famiglie e i bambini.
L’impegno del Museo Poldi Pezzoli in tema di accessibilità prosegue anche in occasione della mostra grazie a Cassa Depositi e Prestiti che ha scelto di sostenere le attività di inclusione sociale e per i pubblici fragili. A partire da questa occasione è stata sviluppata per la prima volta una nuova proposta per visitatori ipovedenti e non vedenti che sarà replicata anche per le mostre future. Il percorso di visita prevede pannelli visivo tattili, ideati da Tactile Vision e realizzati con una speciale tecnica di stampa, che rende i contenuti di ciascun pannello sia visivi che tattili. Inoltre, la presenza di QR Code ed NFC permette di scaricare una guida audio-video con sottotitoli in italiano e inglese.
Il sostegno di Cassa Depositi e Prestiti prevede anche percorsi, in museo e nel cercare minorile Beccaria, per i ragazzi a carico del dipartimento di Giustizia Ripartiva del Comune di Milano. (aise)